‎24 Luglio 1501: UN GRIDO UNANIME DI DOLORE SI LEVA DA CAPUA, L’ADDOLORATA PIANGE I SUOI FIGLI E NON VUOL ESSERE CONSOLATA, “MAI PIU’ QUESTA LAVA DI SANGUE!”.

Il Tremendo e sanguinoso Sacco di Capua.

Capua TORRI DI FEDERICO

Riflessione esortativa e morale…..senza fini storici o ufficiali.
Capuani! Capuani! 
E’ la voce del Volturno che vi chiama, il Sangue dei vostri padri e fratelli nella fede e nella patria versato in esso è innumerovole e continua a gridare verso Dio e verso di voi. Udite i rintocchi della Campana della Morte che annuncia il ricordo del tremendo Sacco della gloriosa nostra Capitale violata dalla bastarda mano sanguinaria di Cesare Borgia il Valentino che con l’inganno e la corruzione entrò nella Città che resistette per giorni e la passò al fil di spada al comando di un esercito di mercenari, violando chiese e conventi, uccidendo consacrate, uomini, donne e soprattutto bambini innocenti.
Ma nella sua atroce passione il Signore non lasciò sola questa città e operò per mezzo di sua Madre in essa venerata, tre grandi miracoli:
1)La Statua della Vergine del Cardellino nel tentativo di esser rubata divenne inamovibile, oggi è conservata in duomo.
2)I fedeli rifugiatisi nella Basilica di San Benedetto Minore ( sede Madre dei Benedettini per lungo tempo e fondata da Desiderio poi eletto Papa e oggi Parrocchia Santi FilippoeGiacomo ) invocando la Vergine delle Grazie li raffigurata in mirabile antico affresco, riuscirono a salvarsi dai Soldati mercenari che goffamente dovettero ritirarsi dal saccheggio della Chiesa per non morire di disgrazia come a molti di loro successe.
3)La Beata Vergine Addolorata raffigurante in atto di Pietà materna, portando le mani agli occhi e poi alzando le braccia al cielo, fece risentire il suo grido in tutta Capua: “MAI PIU’ QUESTA LAVA DI SANGUE”
Vi fu anche il Caso di alcuni fratelli che si erano nascosti, furono trovati e passati alla spada, se ne salvò solo uno per l’Ordine arrivato dal Papa Alessandro Sesto Borgia padre del bastardo tiranno, quel giovane si chiamava Cristoforo, per ex voto a mo di ringraziamento fece scolpire nel legno una statua del Santo gigante di cui portava il nome che oggi si custodisce nel Museo Cittadino e Provinciale Campano.
Vi fu anche il caso delle dame monache rifugiatesi nel pozzo cisterna del loro real convento dove gli abiti gli facevano da salvagente, alla proposta di aiuto dei soldati la madre badessa diede ordine del piuttosto morire che peccare e abbassando le vesti si lasciarono annegare per salvare la loro dignità di donne e consacrate.
Un’altra Monaca e nobile di Spirito e di costumi la Nobil domina Laura Antignano si salvò e fu fatta prigioniera, arrivata sul Ponte della Città chiese di voltarsi indietro per salutarla, in un attimo di distrazione del manipolo, si lascio cadere dal ponte nel fiume, oggi una gloriosa lapide ne ricorda quello che fu un gesto di eroica disperazione. Essa è posta su una delle due Chiese Mausoleo della Città erette in seguito a questi avvenimenti in ringraziamento per gli scampati e suffragio ai defunti: la detta Santella e la Cappella della Morte, entrambe dedicate alle Grazie e all’Addolorata i cui titoli sono tra i più venerati in Città.
Infine il figlio del Papa, ancora insignito delle dignità ecclesiali, si permise di entrare nella Cattedrale come fosse un Pontefice con tanto di ermellino ma al posto del Salve Pater Patriae, qualcuno cantò “Salve Figlio di madre ignota!”.
Siamo degni di tanto sacrificio e Onore? I Pastori e i governanti Capuani e degli allora casali oggi comuni, sono degni di tanta Storia? Oggi altre lave di sangue e di immoralità scorrono tra le nostre terre ma in esse continuano ad esserci uomini e donne come l’Antignano e i Capuani valorosi e non inclini al vendersi. La Vergine e Madre delle Grazie, l’Addolorata continui ad implorare pietà e protezione per esse e per coloro che ancora oggi le saccheggiano e conceda al Popolo la Pace, la prosperità e la Salute. Vengano tempi migliori per coloro che vi abitano e che vi cercano ristoro e asilo, La Storia ceda finalmente il passo al Progresso degno di cotanta eredità. Prof. Tiziano Izzo.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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