27 maggio: RENDICI SERVI DI GIUSTIZIA

Madonna di Pompei

  a cura di Giuseppe Paolo

 

Vergine offerente, rendici servi della giustizia e più ancora della carità. Fa’ che si aprano i nostri occhi per vedere i più po­veri; fa’ che si apra il nostro cuore per amare i più dimenticati; fa’ che si aprano le nostre mani per dare ai più bisognosi. Nes­suno soffra per causa nostra; tutti trovino in noi dei veri amici. “Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati”(Mt 5,6). La giustizia da sola non basta, ci vuole la carità. Il mio e il tuo sono termini confor­tati dalla giustizia. Ma fin quando si parlerà di mio e di tuo ci saranno sempre delle ingiustizie. Non basta la giu­stizia. E’ l’amore che rende più giusto il mondo. C’è gente che sta troppo bene, c’è gente che sta trop­po male. Questa somma ingiustizia grida vendetta al co­spetto di Dio. Deve essere così vivo nel cristiano il senso della giustizia da trasformare la seconda virtù cardinale nel primo precetto evangelico: l’amore del prossimo. La vera “fame e sete di giustizia” deve portare necessariamente ad essere affamati ed assetati di quella carità au­tentica con la quale, anche se non si spegnerà completa­mente, certamente però si placherà la fame e la sete dei nostri fratelli più poveri, più bisognosi. Mettiamoci in ascolto del profeta Isaia: “Prodiga te stesso all’affamato e sazia chi ha fame e brillerà nell’o­scurità la tua luce e le tue tenebre saranno come il merig­gio”. In tal modo chi dona diventa “figlio della luce”per­ché “figlio dell’amore”.

Fioretto: Cerchiamo di fare contenta qualche persona povera con un atto di delicata carità.

Giaculatoria: “Vergine Santa, tu che sei l’unica crea­tura in cui si specchia la vera giustizia, prega per noi

  

28 maggio: AUMENTA LA NOSTRA FEDE

Vergine fedele, ricca di fede purissima, risana la nostra fede malata, irrobustisci la nostra fede debole, illumina la nostra fede opaca, rendi più sicura la nostra fede incerta, ravviva la nostra fede grigia, riscalda la nostra fede fred­da. Smuovi la nostra fede pigra. Vergine fedele, accresci la nostra fede. Per questo come gli apostoli diciamo al Si­gnore: “Accresci in noi la fede”.

   “Se aveste fede, quanto un granellino di senapa, po­treste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe”(Lc 17,6). Il seme della se­napa è il più piccolo di tutti i semi. Gesù l’ha preso come esempio per significare il meraviglioso sviluppo del re­gno di Dio, la sua forza strepitosa, mentre agli inizi era tutto tanto minuto e tanto piccolo. La fede, dono di Dio, è stata seminata in noi nel battesimo; noi abbiamo il do­vere di coltivarla, di farla crescere, di farla maturare: una fede così personale, così convinta, così robusta da giun­gere a rendere possibile l’impossibile, come il dire ad un gelso di sradicarsi dalla terra e di trapiantarsi nel mare: un dire al quale corrisponde l’attuazione.

   Una fede grande, dunque! Una fede che rispecchi quella della Madonna, del centurione, della donna cana­nea, dei martiri, dei santi. La fede in Dio Padre, in Gesù Cristo Figlio di Dio, nello Spirito Santo. La fede sul mi­stero della Chiesa, della Eucarestia, della Vergine Ma­ria. La fede proclamata dal Vangelo e insegnata dalla Chiesa. Una fede autentica, schietta, semplice come quella dei grandi Santi.

Fioretto: Fare una verifica sullo stato della nostra fe­de. E nel frattempo recitiamo un “Atto di fede”.

Giaculatoria: “O Maria Santissima, Vergine fedele, ric­ca di fede purissima, prega per noi”.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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