ANCL CASERTA RISANAMENTO BANCHE, NORME IN VIGORE

Unione Provinciale di Caserta
Edicola del 17.11.2015
Economia e Finanza \ Diritto
Risanamento banche, norme in vigore
A pochi giorni dalla loro definitiva approvazione ad opera del Consiglio dei ministri (13
novembre 2015), i due decreti legislativi di recepimento della direttiva n. 2014/59/UE,
cosiddetta “Bank Recovery and Resolution Directive”, sono stati pubblicati nella Gazzetta
ufficiale n. 267 del 16 novembre 2015 ed entreranno in vigore in pari data.
Risoluzione e gestione delle crisi bancarie
Si tratta, in primo luogo, del Decreto Legislativo n. 180 del 16 novembre 2015 di attuazione della
direttiva 2014/59/UE che istituisce un quadro di risanamento e risoluzione degli enti creditizi e
delle imprese di investimento e che modifica la direttiva 82/891/CEE del Consiglio, e le direttive
2001/24/CE, 2002/47/CE, 2004/25/CE, 2005/56/CE, 2007/36/CE, 2011/35/UE, 2012/30/UE e
2013/36/UE e i regolamenti (UE), n. 1093/2010 e (UE) n. 648/2012. In questo provvedimento è
disciplinato anche il meccanismo “Bail in” di riduzione o conversione in capitale dei diritti degli
azionisti e dei creditori, le cui disposizioni, contenute nel Titolo IV, Capo IV, Sezione III, si
applicheranno a partire dal 1° gennaio 2016.
Modifiche a Tub e Tuf
L’altro Decreto legislativo, il n. 181 del 16 novembre 2015, contiene, invece, “Modifiche del
decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385 e del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58”
sempre in attuazione della direttiva sopra citata. All’articolo 3 del provvedimento viene
specificato che, salvo le ipotesi espressamente individuate nei commi 3, 4, 5, 6 e 7 del
medesimo, le nuove norme si applicano alle procedure di amministrazione straordinaria e di
liquidazione coatta amministrativa avviate successivamente alla entrata in vigore del decreto.
Previsto, altresì, che le modifiche apportate con riferimento alle restituzioni e riparti e
contenute nel nuovo articolo 91, comma 1-bis, lettera c) del Decreto legislativo n. 385/1993 si
applicano alle procedure di liquidazione coatta amministrativa e di risoluzione iniziate dopo il 1°
gennaio 2019.
Fisco
Voluntary. Beni all’estero: niente registro fisso se il donante non risiede in Italia
Arriva, dall’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano, la richiesta di
un parere sulla corretta tassazione di un atto di donazione, da parte di donante non residente a
beneficiario residente, di beni che non si trovano sul territorio italiano. Un caso frequente
nell’ambito delle procedure di voluntary disclosure. Con la consulenza giuridica n. 904-3/2015 la
DRE lombarda chiarisce che la fattispecie dell’atto di donazione formato all’estero, con il quale
un soggetto residente all’estero disponga una donazione di beni e diritti anch’essi situati
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all’estero, non rileva ai fini dell’applicazione dell’imposta sulle donazioni e non è soggetto a
registrazione in termine fisso in Italia. La DRE spiega che, ai fini dell’imposta sulle donazioni,
rilevano e devono essere assoggettati a registrazione in termine fisso anche gli atti formati
all’estero aventi ad oggetto beni diversi da immobili e aziende esistenti nel territorio dello Stato,
sempreché il donante sia residente nello Stato (articolo 2, comma 1, del TUS) ovvero, nel caso in
cui il donante sia non residente, quando i beni siano “esistenti” nel territorio dello Stato
(articolo 2, commi 2 e 3, del TUS).
Voucher internazionalizzazione. Online l’elenco dei beneficiari
E’ stato reso noto, dal ministero dello Sviluppo Economico, l’elenco dei 1790 soggetti che sono
stati ammessi al voucher per l’internazionalizzazione, per l’inserimento in azienda del
Temporary Export Manager (TEM), un professionista specializzato in processi di
internazionalizzazione di impresa. A seguito dell’aumento delle risorse da parte del Mise, per
l’alto numero di domande presentate dalle imprese, i voucher assegnati sono passati da 1000 a
1790. Le imprese non incluse nel suddetto elenco devono, in ogni caso, tenere sotto
osservazione la sezione del sito Mise dedicata al voucher per l’internazionalizzazione, al fine di
monitorare l’eventuale possibilità di ammissione al beneficio. Dal 16 novembre 2015 è
disponibile la procedura online – solo per le imprese beneficiarie – per la trasmissione del
contratto di servizio sottoscritto con la Società fornitrice del TEM, all’indirizzo
https://exportvoucher.mise.gov.it. Eventuali informazioni sulla procedura informatica di
trasmissione del contratto possono essere richieste a: exportvoucher@mise.gov.it.
Fisco \ Diritto
Evasione fiscale internazionale, sì del G-20 al piano Beps dell’Ocse
Il progetto Beps (Base Erosion and Profit Shifting), elaborato dall’Ocse e già approvato ad
ottobre dai ministri delle Finanze, è stato ratificato il 16 novembre dai leader del G-20 di
Antalya, in Turchia. Si tratta di un piano che accoglie integralmente tutte e 15 le
raccomandazioni proposte dall’Ocse per arginare i fenomeni di elusione ed evasione
internazionale imputabili prevalentemente alle multinazionali. Il progetto Beps coinvolge circa
90 Stati che saranno chiamati a ratificarlo nel corso del 2016. Entro il prossimo anno, gli Stati
coinvolti dovranno iniziare a formulare un piano d’azione fatto di norme e convenzioni, con
l’obiettivo di colmare le lacune delle legislazioni nazionali e internazionali che di solito vengono
sfruttare dalle grandi multinazionali, presenti in più Stati, per convogliare i loro utili verso i paesi
a fiscalità privilegiata. Il Best practice, infatti, non ha forza di legge e per tale motivo le sue
indicazioni necessitano di essere recepite all’interno dei singoli ordinamenti domestici e delle
convenzioni contro le doppie imposizioni.
Il Beps in 15 Action plan
Il Beps si articola in 15 Action plain che mirano a individuare regole uniformi e a dare maggiore
trasparenza alle operazioni con l’estero. I punti chiave su cui poggia il piano sono i seguenti:
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•introdurre coerenza tra i sistemi fiscali nazionali in merito alle attività transfrontaliere;
•rafforzare in maniera sostanziale gli standard internazionali e assicurare il principio che la
tassazione avvenga nell’area dove è stata svolta l’attività, o creato valore economico;
•migliorare la trasparenza e la certezza del diritto a favore di Stati e imprese.
Gli ambiti in cui i Paesi sottoscrittori dovranno intervenire spaziano, così, dalle stabili
organizzazioni al transfer pricing, dalla tassazione dell’economia digitale all’abuso dei trattati,
fino alla stretta sui regimi Cfc.
Lavoro
DDL per il contrasto al lavoro nero e al caporalato
Il Consiglio dei Ministri n. 90, il 13 novembre 2015 ha approvato un disegno di legge contenente
norme in materia di contrasto ai fenomeni di lavoro nero e dello sfruttamento del lavoro in
agricoltura (c.d. caporalato), sia dal lato amministrativo che dal lato penale.
Codice penale
E’ previsto l’obbligo e non più la facoltà di arresto in caso di flagranza del reato e l’introduzione
di una circostanza attenuante speciale per l’autore del reato che si adoperi efficacemente per
assicurare prove dei reati, individuazioni di altri responsabili e sequestro di somme.
Confisca
E’ prevista, inoltre, l’obbligatorietà della confisca del prodotto o del profitto del reato, oltre che
delle cose utilizzate per la sua realizzazione, in modo che la decisione sulla destinazione di questi
beni non sia più affidata alla valutazione discrezionale del giudice, caso per caso, nonché la
confisca per equivalente su altri beni di cui il condannato abbia la disponibilità, nel caso in cui
non sia possibile attuare quella in forma diretta.
Intermediazione illecita
Viene aggiunto anche il delitto di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro di cui
all’articolo art. 603 bis c.p. all’elenco dei reati per i quali può operare la confisca cosiddetta
estesa o allargata per cui non sarebbe più necessaria la sussistenza del “nesso di pertinenzialità”
tra beni e reati contestati ma diverrebbe sufficiente provare la sproporzione del bene rispetto al
reddito od all’attività economica svolta dal soggetto e la mancanza di giustificazione della sua
legittima provenienza.
Altre questioni
E’, inoltre, previsto:
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•la responsabilità in solido delle imprese;
•l’indennizzo alle vittime;
•il rafforzamento delle Rete del lavoro agricolo di qualità;
•un piano di interventi per l’accoglienza dei lavoratori agricoli stagionali.
Depenalizzazione, reato di omesso versamento delle ritenute solo sopra i 10mila euro
Consiglio dei Ministri n. 90, il 13 novembre 2015 ha approvato, in esame preliminare, un decreto
legislativo recante disposizione in materia di depenalizzazione a norma dell’articolo 2, comma 2,
della Legge n. 67 del 28 aprile 2014. L’obiettivo della riforma è quello di trasformare alcuni reati
di lieve entità in illeciti amministrativi:
•per rendere più effettiva ed incisiva la sanzione;
•per deflazionare il sistema processuale penale.
Nello schema del decreto è prevista, tra le altre cose, anche la depenalizzazione del reato di
omesso versamento delle somme trattenute dal datore di lavoro come contribuiti previdenziali
e assistenziali e a titolo di sostituto di imposta, ove l’importo non superi euro 10 mila annui. Il
Decreto prevedrebbe, inoltre, la non punibilità del datore di lavoro, nemmeno sul piano
amministrativo, nel caso in cui lo stesso provveda al versamento delle ritenute entro tre mesi
dalla contestazione o dalla notifica dell’avvenuto accertamento della violazione. La nuova
sanzione amministrativa dovrebbe andare da 10.000 a 50.000 euro.
Jobs Act, mancano le istruzioni operative
Con comunicato stampa del 13 novembre 2015, la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro
denuncia che ad oltre un mese dal completamento del Jobs Act, gli operatori del settore, le
aziende e i loro consulenti, si trovano a dover fare i conti con i primi adempimenti operativi
senza le necessarie istruzioni operative. L’attenzione dei CdL è posta soprattutto sul decreto di
riordino degli ammortizzatori sociali che ha introdotto novità operative ma che, proprio per
mancanza di istruzioni, sta mettendo a dura prova le imprese che sono alla prese con la
presentazione delle istanze e che vorrebbero non far subire penalizzazioni ai lavoratori. A titolo
esemplificativo, nel comunicato viene evidenziato che le imprese edili e lapidee del settore
artigiano non sanno se l’anzianità di effettivo lavoro di 90 giorni del lavoratore sia requisito
essenziale per il trattamento ordinario di cassa integrazione salariale per eventi oggettivamente
non evitabili. Difatti, la norma comporta un diverso trattamento, a parità di situazione, per i
lavoratori dipendenti del settore artigianale per i quali occorre un ulteriore requisito, non
richiesto nella previgente disposizione normativa, per l’accesso alla prestazione di sostegno
rispetto, invece, ai dipendenti del settore industriale.
Inoltre, non è stato chiarito:
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•per il trattamento ordinario, se un nuovo evento, richiesto dopo il 24 settembre, rientri nel
computo del “vecchio” o del “nuovo” limite delle 52 settimane di intervento nel biennio;
•a proposito del criterio di computo delle settimane, se la settimana integrabile sia computabile
a giorni.
Alla luce di quanto sopra la Fondazione richiede l’intervento urgente della prassi amministrativa
che potrà tentare di semplificare le procedure operative.
Lavoratori agricoli: il modello per la DS agricola e l’ANF
L’INPS ha reso disponibile il modello SR 25 per la richiesta, da parte dei lavoratori agricoli,
dell’indennità di disoccupazione e/o per l’assegno per il nucleo familiare. Per ottenere
l’indennità e/o l’assegno, il lavoratore agricolo deve presentare la domanda telematicamente
mediante i Servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino tramite PIN, attraverso il
portale INPS, oppure tramite gli enti di patronato, o tramite Contact center multicanale
(chiamando da rete fissa il numero 803164 o il numero 06164164 da telefono cellulare). La
domanda per le prestazioni di disoccupazione deve essere presentata entro il 31 marzo
dell’anno successivo a quello in cui si è verificata la disoccupazione.
Periti Agrari ed Agrotecnici. Entro il 30 novembre l’acconto dei contributi 2015
L’ENPAIA ha emanato, in data 13 novembre 2015, due circolari con cui ricorda a Periti Agrari ed
Agrotecnici che entro il 30 novembre 2015 deve essere versato l’acconto contributivo per l’anno
contributivo 2015 relativo alla Gestione Separata. Al fine di facilitare il conteggio degli importi
dovuti e le procedure di pagamento dei contributi, è stato inserito nell’Area riservata agli iscritti
del sito www.enpaia.it un programma che permette la:
•scelta dell’eventuale aliquota contributiva facoltativa;
•determinazione dell’importo dovuto a titolo di acconto;
•elaborazione e stampa del MAV per il pagamento;
•stampa dei bollettini postali qualora non si voglia utilizzare il MAV.
Diritto
FNC: l’avviamento nella valutazione della quota del socio recedente
Porta la data del 15 novembre 2015 il Documento della Fondazione Nazionale dei Commercialisti
dal titolo “La valutazione delle quote nelle società personali in ipotesi di recesso ed esclusione”.
Il trattato, dopo un breve excursus delle cause che possono determinare la fine del rapporto
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sociale, ossia il rapporto tra la società e il singolo socio, vuole offrire un pratico aiuto per il
calcolo della quota spettante al socio recedente, in caso di recesso o di esclusione da società di
persone.
Le fattispecie della fine del rapporto sociale
Il rapporto sociale può interrompersi in seguito a morte, recesso o esclusione.
Al di là di queste ipotesi, il socio può recedere negli altri casi individuati nel contratto sociale o
se ricorre una giusta causa. Il socio, infine, può essere escluso dalla società per gravi
inadempienze degli obblighi derivanti dalla legge o dal contratto sociale: l’esclusione è
deliberata dalla maggioranza dei soci ed essa produrrà i suoi effetti decorsi trenta giorni dalla
comunicazione al socio escluso. La comunicazione deve essere necessariamente motivata, anche
per permettere al socio escluso di proporre opposizione davanti al tribunale al fine della sua
reintegrazione.
Criteri per il calcolo della quota spettante al socio receduto o escluso
In caso di recesso o esclusione del socio da società di persone è necessario procedere al calcolo
della quota ad esso spettante, comprensiva di quanto maturato e maturando non ancora
pagato, ai sensi dell’articolo 2285 del C.c., che sancisce che “la liquidazione della quota è fatta in
base alla situazione patrimoniale della società nel giorno in cui si verifica lo scioglimento”.
Inoltre, secondo l’art 2289 C.c., “nei casi in cui il rapporto sociale si scioglie limitatamente ad un
socio, questi o i suoi eredi hanno diritto soltanto ad una somma di denaro che rappresenti il
valore della quota”. Partendo da questi spunti normativi, la Fondazione Nazionale dei
Commercialisti analizza alcuni aspetti pratici, che maggiormente possono sollevare dubbi. Si
specifica, al riguardo, che nel valore della quota del socio receduto o escluso si deve tener conto
anche degli utili e delle perdite delle operazioni in corso e dell’avviamento della società, per
evitare l’ingiusto arricchimento dei soci superstiti che continuano a gestire l’impresa.
Relativamente, all’avviamento il documento della FNC precisa poi che – benchè non sia possibile
escludere il suo valore dal corrispettivo da liquidare – nello Statuto possono, comunque, essere
previsti specifici patti sociali che consentono di derogare i valori dello stesso.
Professionisti \ Fisco \ Economia e Finanza
Stabilità 2016, Imu e Tasi negli emendamenti del Governo
Il Ddl Stabilità 2016 sta per lasciare la Commissione bilancio al Senato. L’ultima tappa è quella
degli emendamenti di Governo e relatrici. Il pacchetto di modifiche che sta per essere
presentato ne contiene alcune ancora da aggiustare. L’ipotesi sull’Imu e la Tasi per le abitazioni
lasciate all’ex coniuge è quella di prevede l’esenzione solo se il proprietario possiede quel solo
immobile. La stretta è per evitare quei comportamenti elusivi che sono stati messi in atto in
passato attraverso cambi di residenza fittizi. Anche sul comodato d’uso ai genitori o ai figli si
pensa all’agevolazione solo se gli immobili siano nello stesso comune. Intanto, è già stato
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presentato dal Governo un emendamento veicolo del decreto salva-regioni che, come per il
Piemonte, allontana il rischio di default per gli enti territoriali che hanno usato risorse destinate
al pagamento dei debiti Pa per fronteggiare varie voci di spesa corrente.
Capitolo notai
Mette in allarme i notai l’emendamento, già approvato, per il recupero di tributi non versati su
rogiti e autentiche. In base al testo l’Amministrazione potrà fare richiesta di pagamento,
attraverso l’agente della riscossione, direttamente dal Fondo di garanzia e assicurazione del
notariato. Più precisamente, l’agente della riscossione, se il danno non è coperto da polizza
assicurativa, chiederà il pagamento al Fondo in presenza di due condizioni:
– l’esercizio dell’azione penale nei confronti del notaio e la pronuncia del suo rinvio a giudizio;
– l’emissione, per il pagamento dei tributi, di un atto esecutivo delle Entrate, non sospeso
dall’autorità giudiziaria o dall’amministrazione finanziaria nei confronti del professionista.
E, se il Fondo provvede al pagamento dei tributi, si sostituisce all’amministrazione finanziaria nei
confronti del notaio: dunque, potrà rivalersi sul professionista al posto dell’Erario.
Inoltre:
•il Fondo può agire esecutivamente sull’indennità dovuta dalla Cassa nazionale del notariato al
professionista al momento della sua cessazione;
•a tutela del proprio credito, può notificare alla Cassa un atto di opposizione al pagamento
diretto al notaio dell’indennità stessa (nei limiti previsti dall’articolo 345 del Codice di procedura
civile).
È possibile la destituzione del notaio in caso di commissione del reato di omesso o ritardato
versamento.
Una Produzione a Cura del
Consiglio U.P. ANCL SU di Caserta

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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