“ BRIGANTI, SOGNO DI LIBERTA’

“ BRIGANTI, SOGNO DI LIBERTA’ Libertà sulla Terra in cui viviamo, sulla “Terra nostra” che è tutta la Terra, tutta quella su cui l’uomo vive, è la terra che non dovrebbe essere privata a nessuno, sulla quale nessun diritto di proprietà dovrebbe essere esercitato. E’ la nostra Madre, come dicevano gli indigeni delle Americhe. E’ questa nostra terra spezzata, dominata, trasformata in proprietà Privata agli altri, dove, troppo spesso, regna il dominio violento dell’uomo sull’uomo. Una Terra dove questa violenza diventa giustizia, dove la cultura è la cultura di questa giustizia. S-velare, disascondere, è l’atto che una qualsiasi manifestazione artistica o culturale deve fare: far conoscere pubblicamente Altro, rendere palese Altro, quell’Altro che è la verità celata da ciò che ci appare, ormai, come naturale. In questa cornice si inquadra lo spettacolo. Napoli e il Sud della Penisola, terre invase, colonizzate in nome di valori e di interessi che hanno schiacciato, trasformato territori e coscienze.
Napoli non è Napoli di tanti anni fa, un tempo dimenticato che non abbiamo conosciuto. Una storia nascosta , rivoltata. Tutti pensiamo che Napoli sia la Napoli del povero cristo, dell’imbroglione, del furbo che deve tirare a campare, della camorra, della “finestrella a Marechiaro”, delle tammurriate, delle tarantelle, dei vicoli. La Napoli dei turisti che son venuti finanche ad “ammirare” l’immondizia.
La Rappresentazione, attraverso poesie, monologhi, dialoghi, pezzi teatrali, musiche, metterà in scena, talora metaforicamente, la Napoli pre-unitaria, la Napoli dopo l’Unità, dal decennale terremoto dei Briganti all’emigrazione. Si vuole s-velare l’anima di un popolo stravolto, ma che vive non solo nella memoria ma nel desiderio e nella speranza nascoste profondamente in ogni uomo; si vuole ricercare la Cultura di una Terra s-velando le differenze ormai radicali tra un periodo storico e un altro, pe’ vedé chi site, pe’ vedé chi so’ , come recita nel primo monologo-poesia l’attore.

Si vuole narrare di un Sud da sempre dominato, ma da cui, prima dell’invasione piemontese, nessuno è mai emigrato, anzi , i napoletani sono stati influenzati dalle varie culture dominatrici e le hanno assimilate. Questo è uno dei motivi per cui il popolo napoletano è estroverso, colto ed eclettico. Invece, dall’invasione piemontese in poi, dall’Unità d’Italia, dalla sconfitta della rivoluzione dei cosiddetti Briganti, dal 1870, 20 milioni di persone sono emigrate dal Sud, un popolo è andato via dalla sua Terra.

Noi riteniamo che, oggi, nell’epoca del domino sciagurato della tecnica, della mercificazione assoluta, la Cultura, l’Arte, ridotte ad amministrazione dell’esistente, siano tramontate, perdendo quello spirito critico che le caratterizzava insieme al ruolo mistificante e imbonitore che pure avevano. Con la nostra rappresentazione, proponiamo l’Arte e la Cultura come s-velamento, senza nessuna pretesa di rivelare, rivelare la verità sarebbe un rimettere il velo, celar di nuovo, appunto ri-velare.
Saremo capaci di s-velare? Ci riusciremo? Chissà! Provarci è già un osare.

Una storia commovente accompagnerà lo svolgersi della Rappresentazione.

Giovanni Gallo

info cell 333 3556525.  tel 0823 424108

E-mail:  mesmer9@virgilio.it

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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