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Ed eccoci qua , nuova tornata elettorale e nuovi inciuci e pettegolezzi politici di chi fa e di chi non fa. La mia attenzione oggi si rivolge ad una cosa notata da qualche giorno. Ricordo che in tempi non remoti quando un candidato si presentava in un paese, trovava appoggio e sostegno, almeno logistico, nella sede naturale di appartenenza. Oggi non è più cosi. La sezione locale del PdL annuncia a gran cassa che le sue scelte saranno Polverino –Nugnes, di conseguenza, altri papabili consiglieri della stessa schiera per cercare di avere un po’ di visibilità sono stati costretti, ahimè, a trovare altri luoghi per dare segno tangibile della loro presenza. Veda si il caso Ventriglia e Di Costanzo. E’ vero che in tutte le organizzazioni politiche vi sono correnti che influenzano i direttivi o coordinamenti dei singoli paesi, ma la appartenenza e il conseguente rispetto almeno per lo stesso obbiettivo comune, dovrebbe essere un caposaldo. Se Polverino –Nugnes non saranno eletti , la sezione locale sotto quale luce o meglio quale sentimento di validità e affidabilità potranno trasmettere ai neo eletti? Un candidato, chiunque esso sia, dovrebbe ,e dico dovrebbe, avere almeno il proprio partito come punto di riferimento . Ma la cosa strana è che qui non accade. Vorremmo tanto sapere dal coordinatore locale le ragioni, i motivi e le cause che hanno spinto Ventriglia e Di Costanzo a rivolgersi altrove per essere rappresentati sul territorio.
Saluti Veritas.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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