CANCELLO ED ARNONE: IL “GRUPPO DI PREGHIERA PADRE PIO” AL GRANDE RADUNO IN VATICANO

DSCN1898VATICANO 060216 Papa Francesco durante il giro di benedicente saluto nella Piazza San Pietro gremita (1)Indimenticabile pellegrinaggio giubilare dei devoti del Santo frate di Pietrelcina

CANCELLO ED ARNONE (Raffaele Raimondo) – E’ l’11 febbraio, Anniversario dei Patti Lateranensi firmati, proprio in questo giorno del 1929, dal cardinal Gasparri e dal duce Mussolini: un’altra epoca, un’altra aria… Adesso ripensare al Vaticano per i fedeli di Cancello ed Arnone significa riavvertire l’eco della gioia del 6 febbraio scorso, quando anche il locale “Gruppo di Preghiera Padre Pio” ha partecipato al grande raduno in Piazza San Pietro, intorno a papa Francesco che, per il suo Giubileo della Misericordia, ha voluto a Roma le spoglie di Padre Pio, “Apostolo della Misericordia”. E ancora oggi, 11 febbraio, quelle reliquie sono arrivate nella piccola-grande Pietrelcina e i devoti del Santo sono andati col pensiero anche là, non a San Giovanni in Laterano per ricordare gli ormai antichi Patti. D’altronde la venerazione per il severo eppur tenero Padre Pio s’impone come fenomeno a dir poco sorprendente della contemporaneità spirituale. In Italia non v’è città o borgo che non gli abbia eretto una statua, ma anche all’estero non è difficile trovarla. Penetrato profondamente nel cuore dei cattolici, Padre Pio è “roccia sicura” per tantissimi credenti e la vasta diffusione dei “Gruppi di Preghiera” ne è testimonianza tangibile. A Cancello ed Arnone il responsabile/primo attivista del “Gruppo” è un ex sindaco, Mattia Branco, sognatore in politica, umanista convinto e fervente devoto del Santo di Pietrelcina, al secolo Francesco Forgione. E a Piazza San Francesco il sempre garbato Mattia ha dato appuntamento per le tre della notte di sabato 6 febbraio. E’ cominciato così il pellegrinaggio giubilare che gli aderenti al “Gruppo” hanno condiviso con decine di migliaia di fedeli giunti da ogni angolo d’Italia, dalla Svizzera e da altre nazioni d’Europa. All’inizio del viaggio gli occhi ancora un po’ chiusi, ma all’alba le lodi mattutine con la voce-guida di Lucia e il coro degli oranti, in un’atmosfera di gaudio e speranza rimasta viva per l’intera indimenticabile giornata. Lunga fila prima di giungere ai varchi di controllo per la sicurezza impiantati sotto il colonnato del Bernini. Alle 9 finalmente tutti immersi, corpo ed anima, nella variopinta moltitudine che man mano affollava l’enorme ovale aperto davanti alla maestosa Basilica dov’era esposta la teca in cui sono accolti i resti mortali di Padre Pio che, in meno di una settimana, hanno richiamato a Roma oltre mezzo milione di persone. Intanto una giovane telecronista e un frate cappuccino ricostruivano la biografia, le sofferenze e la grande carità del Santo proclamato da papa Giovanni Paolo II il 16 giugno 2002, data memorabile per tutti coloro che fin da anni lontani sono stati strenui difensori di un testimone del Vangelo toccato, come il Poverello d’Assisi, dal mistero delle Stimmate e da contrasti anche duraturi che l’afflissero. Piagato ma non piegato, Padre Pio realizzò la Casa Sollievo della Sofferenza, eccellente centro sanitario che nessuno mai aveva prima immaginato potesse davvero sorgere a San Giovanni Rotondo. Alle 10,30 l’attesissimo arrivo in papamobile dell’amato Francesco subito impegnato a diffondere, con disarmante candore, benedizioni e sorrisi, fermandosi di tanto in tanto a baciare malati e disabili. Indescrivibile l’esultanza generale, sguardi in alternanza lanciati al sagrato e sui maxischermi, impazziti i telefonini le macchine fotografiche le telecamere, in alto stendardi croci bandiere e vibranti striscioni. Ad un certo punto il miracoloso silenzio degli 80mila presenti, per ascoltare il deferente saluto del vescovo di Manfredonia, vertice spirituale di tutti i “Gruppi di Preghiera”, e seguir poi il pacato discorso del Papa pronto a ringraziare, ammonire, sussurrare, incoraggiare, proporre a modello il Santo di Pietrelcina e, al termine, come sovente fa, a chiedere una preghiera per sé, consapevole com’è del peso enorme e dei rischi connessi al suo alto e coraggioso Magistero. Infine applausi e tante esclamazioni di giubilo, un pasto frugale e presto tutti docili ad ingrossare l’interminabile fila pur di raggiungere la Porta Santa e vivere nella Basilica qualche attimo di meditazione accanto alle spoglie di Padre Pio. Al tramonto la partenza dal Vaticano e, durante il viaggio di ritorno a casa, i fedeli, stanchi ma felici, a recitare la compieta e a manifestare tutta la loro gratitudine al generoso Mattia.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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