CAPUA. PRESSO LA MASSERIA Giò Sole, SPECIALE CELEBRAZIONE EUCARISTICA DI DON LUIGI MARIA MARONE.

 

Nel giorno in cui la Chiesa ha ricordato ed onorato Santa Bernadetta attenti a rivolgere il pensiero ed a rivivere le visioni, le apparizioni ed i miracoli presso la grotta di Lourdes, là dove fu eretta la Chiesa chiesta dalla Madonna, e poi edificata anche la Basilica sotterranea, il barone Sandro Pasca di Magliana e la baronessa Francesca Saveria Carelli Nitti Valentini hanno accolto presso la sala di rappresentanza della Masseria Giò Sole, trasformata in cenacolo, pochi parenti ed amici dell’alta borghesia e nobiltà napoletana e capuana e condiviso la gioia di partecipare assieme alla speciale celebrazione eucaristica officiata da don Luigi Maria Marone, il profeta tutto umiltà e preghiera, che percorre centinaia e centinaia di chilometri alla settimana per portare la Parola di Dio, spiegarla e commentarla. Intensa, forte e particolarmente seguita e sentita da tutti indistintamente i presenti, Bimba Alfano, Francesca Apostolico, Laura Berni Canani, Antonietta, Argentina e Cristina Carelli, Francesca e Giovanna Carignani, Ester Caruso, Annamaria Cianciulli, Annamaria Conte, Nicoletta Coppola, Dilia Cozzolino, Maria Di Sarno, Laura Ferro, Annamaria Fragiacomo, Maria Rosaria Laezza, Anna e Silvana Letizia, Elena Morese, Pina Naddeo, Silvana Nota, Maria Teresa Piromallo, Gilda Portolano, Antonella Ricci, Lellina Ricciardi, Peppino e Maria Rosaria Rocca, Lina Staro ved. Salomone,  Giusy Terlizzo, Annamaria Troise la sacra funzione che ha affidato alle corde della chitarra di Antonello ed a quelle del violino di Sonia l’accompagnamento musicale ai canti liturgici e delegato Giovanni a curare la lettura della pagina del giorno del testo sacro, una delle più delicate, profonde ed impenetrabili per chi non ha fede, è legato ai beni della terra e segue soltanto e solamente il proprio istinto. Su questo, sulle domande cioè di Nicodemo, un po’ inquieto come noi, un po’ impertinente pur avendo creduto in Gesù che non ha mai abbandonato – anzi, gli è stato vicino fino all’ultimo istante quando gli ha regalato il sepolcro dopo averlo calato dalla Croce – e la citazione di personaggi, lontani dalla fede – chi massone, chi assassino, chi votato ad una vita spericolata – diventati all’improvviso luminosi esempi di conversione e di rinascita dall’alto, l’omelia di don Luigi che, con estrema semplicità e candida convinzione, ha sottolineato che “a volte, perché una persona rinasca, possono essere sufficienti un semplice sguardo, una tenera carezza, un sorriso, una stretta di mano; i cristiani sono uomini e donne guidati dallo Spirito santo che devono decidersi a fare bene il bene, ad impegnarsi a non fare quello che vogliono, ad esaudire ogni desiderio mondano perché ogni giorno dobbiamo dare al Signore – che aspetta –la risposta del nostro comportamento nella vita di ogni giorno; è Dio che apre tutti i canali della grazia e noi che non siamo maestri della vita, ma discepoli, come tali dobbiamo essere aiutati a comprendere chi siamo nel cammino, doloroso, di conversione quotidiana: proprio come Bernadetta, ma accanto a Gesù, nostra gioia, che ci può trasformare”.

Epilogo gioioso, emozionante e commovente nel rivedere dopo tanti anni, circa trenta, la signora Maria Rosaria Laezza. Davvero strano il destino: abbiamo partecipato alla sacra funzione seduti l’uno accanto all’altra ma soltanto al momento del congedo, focalizzando e riflettendo sul cognome, siamo andati un poco indietro nel tempo per rammentare e ricordare l’indimenticabile marito, il dottor Emanuele, gentiluomo e galantuomo per come l’abbiamo conosciuto.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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