CASERTA-Al caffe letterario di via Patturelli, Fuci Caserta e LiberaLibri commemorano la Giornata del Ricordo per ricordare le foibe

 

Nunzio De Pinto

Caserta-Municipio

CASERTA – Ieri pomeriggio, 9 febbraio 2013, con inizio alle ore 18.00, presso la Caffetteria Raiano, sito in via Patturelli ed assurto da anni a “Caffè Letterario”, le associazioni Fuci Caserta e Liberalibri hanno commemorato la Giornata del Ricordo, in memoria di tutte le vittime del comunismo titino che dopo l’8 settembre del ’43 furono gettate nelle foibe o barbaramente massacrate nei lager. Durante la serata ci sono stati gli interventi di Pasquale Costagliola, Liliana D’Angelo e Dante Iagrossi; ai quali sono seguite brevi letture sul tema a cura di Gianrolando Scaringi. L’Italia non può e non deve dimenticare: non perché gli italiani siano animati da profondo risentimento, ma perché, come per la Shoah, il ricordo delle tragedie del passato ci deve accompagnare affinché non si ripetano in futuro. Lo spirito del 10 febbraio, data scelta dal Parlamento Italiano per ricordare questo momento tragico di storia italica, è proprio questo quello del Ricordo. Quando i comunisti del maresciallo Tito presero il potere in Jugoslavia, gli italiani dell’Istria e della Dalmazia vennero espulsi e perseguitati, con il silenzio complice dei comunisti italiani. Si calcola che gli esuli siano stati 350.000, e diverse migliaia gli uccisi. Le foibe devono il loro sinistro significato all’uso che ne fecero i partigiani jugoslavi durante e dopo la seconda guerra mondiale. Le foibe, cavità naturali del Carso triestino, diventarono ben presto fosse comuni per esecuzioni sommarie di migliaia di italiani. I prigionieri italiani di Tito venivano solitamente uccisi a coppia, legati sull’orlo della foiba e falciati dalle mitragliatrici. Le vittime dei criminali jugoslavi erano in massima parte militari e civili. Le foibe furono la risoluzione brutale di un tentativo di annessione territoriale che, fortunatamente non riuscì. Soltanto dopo mezzo secolo è stata squarciata la coltre di silenzio che aveva coperto questo genocidio.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *