CASERTA. DON FRANCO GALEONE HA RICORDATO L’ARCIVESCOVO MONS. BRUNO SCHETTINO.

di Paolo Pozzuoli

Bellissima la foto riportata a pagina 41 de “IL MATTINO” di domenica  e a pagina 2 della nostra “GAZZETTA” di lunedì (23 e 24 u.s.). Una immagine, una istantanea significativa che ritrae Mons. Bruno Schettino nel momento in cui palesa verso i propri figli, di colore, e dai quali circondato – ne stringe uno fra le braccia – la peculiarità dell’atteggiamento paterno. Premuroso, affettuoso, dolce. Che, casualità o meno, riflette perfettamente i principi evangelici ai quali si allaccia e si innesta attestandone e sostenendone attualità ed eternità. È, in particolare, il versetto 9,30-37 del Vangelo di Marco, “E (Gesù) preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: <<chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato>>”, letto e commentato “una verità terribile; chi vuole essere il 1° deve diventare l’ultimo; vuoi essere il primo? non nell’onore ma nel servizio! e (Gesù) spiega la frase con gesto inedito prendendo in braccio un bambino; bellissima questa immagine! altro che immagini dei filosofi e teologi; è la predica più degna e povera che ci convince attraverso l’amore; Dio è questo: accoglienza, tenerezza, un bacio; e poi fa l’ultimo passo: si identifica con quel bambino! bellissimo; Gesù ci fa capire che il mondo, la società non verranno salvati dalle decisioni dei faraoni, dei potenti, dei dittatori, di tiranni, tutta gente che non concede la libertà; il mondo sarà salvato quando metteremo in tavola il servizio e la solidarietà; cambierebbero la famiglia, la scuola, la società, la politica; tutto cambierebbe” da don Franco Galeone. Il quale, continuando, ha voluto ricordare Mons. Bruno Schettino, “morto per infarto, dormendo, nella notte fra giovedì e venerdì; la notizia ha avuto grande risonanza; sono venuti i giovani del centro ‘Fernandes’ di Castel Volturno, per i quali Mons. Schettino è stato un ‘Padre’, ad esprimere il loro dolore con canti; uno ha detto <buon viaggio, papà, grazie per il sostegno che ci hai dato> ed un altro ha aggiunto <Ti ringrazio per averci dato coraggio e dignità per vivere in questa terra>”, che ha conosciuto ed apprezzato per le sue qualità umane, spirituali. “Una di quelle figure” – ha concluso don Franco -  “che restano nel nostro cuore e ci aiutano a riflettere. Una figura positiva. Un giorno si studieranno la vita ed il magistero di Mons. Schettino, uomo di preghiera, sacerdote istruito e di intensa pietà. Vi invito a pregare per Mons. Schettino. Lui non ne ha bisogno. Servono più a noi che a Lui”.

Personalmente, abbiamo avuto il privilegio e l’onore di accompagnare in più di una occasione Mons. Bruno Schettino per e dal Santuario di Leporano. Qui, a chiusura del mese mariano (2011), recitato assieme ai fedeli il Santo Rosario, Mons. Schettino pronunciò un’omelia bellissima sul culto della marianità, “la Madre di Dio, la Vergine Santa che amiamo e avvertiamo come una tenera madre che tocca le nostre anime e ci fa viaggiare  verso l’approdo della Santità; Ella è beata, è benedetta, appartiene a quella grande categoria delle beatitudini; l’anima della Vergine Santa magnifica il Signore perché il messaggio della salvezza è anche la storia del mistero della salvezza che ha abbattuto i superbi e innalzato gli umili; la storia degli uomini invece è fatta da imbroglioni, da persone che sanno fare ma non sanno che bisogna guardare con gli occhi della fede; non ci può essere vero bene lontano dalla fede; ogni piccolo sacrificio, ogni rinuncia ogni sofferenza non fanno altro che farci arrivare al cielo; preghiamo questa sera per la nostra vita, le nostre famiglie, per le persone ammalate, per la nostra Chiesa universale, la nostra diocesi, i sacerdoti,viste, i diaconi e perché ci sia il perdono di Dio, la salvezza spirituale, ed anche per l’Italia perché sia migliore; ci sono ancora tante ingiustizie sociali: il nord che abbonda in ricchezza mentre il sud mendica qualche grazia dal nord; la Vergine Santa ci aiuti e ci consoli”. Di Mons. Bruno Schettino – serbava un vivo ricordo delle strutture, cose e persone viste, visitate, conosciute (attraversando Vitulazio gli ritornò in mente la visita guidata dal parroco locale ad una cappella gentilizia poco lontana dal centro urbano) – ricordiamo la straordinaria mitezza d’animo, l’ineguagliabile grandezza interiore, la ‘pietas’ semplice e profonda, il merito di mettere a proprio agio ogni interlocutore, la probità di esprimere liberamente il suo pensiero nonostante, a volte, molto sofferto. In Lui abbiamo avvertito una duplice sofferenza interiore: l’una nel vedere il suo popolo, il popolo campano, sempre più confuso e dissoluto, sebben dotato di una intelligenza non comune, ricco di idee e di fantasia; l’altra costituita dal fardello rappresentato dal numero sempre maggiore di fratelli di colore, privi di tutto, per i quali si adoperava assicurando quotidianamente e con tutti i mezzi a disposizione un trattamento dignitoso al fine di alleviarne lo stato di emarginazione e favorirne l’integrazione.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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