CASERTA: IL BASSO VOLTURNO NON HA BISOGNO DEL WELFARE…PERCHE’ E’ GIA’ IN AGONIA

CASERTA Il pubblico presente al convegno PD 'Riannodiamo' (1)Si è svolto il convegno ‘Riannodiamo’ promosso da PD Campania e Federazione provinciale di Caserta
CASERTA: IL BASSO VOLTURNO NON HA BISOGNO DEL WELFARE…PERCHE’ E’ GIA’ IN AGONIA
Quasi del tutto assenti gli esponenti dei Circoli PD aperti nella pianura che va da Capua al mare

CASERTA (Raffaele Raimondo) – “Riannodiamo la rete del welfare a garanzia della fragilità sociale”: così il manifesto di annuncio del convegno promosso da PD Campania e Federazione provinciale di Caserta e svoltosi nella serata di venerdì 26 febbraio all’Hotel Royal. Occasione preziosa per un confronto in due tempi: il primo “a porte chiuse” e riservato ai presidenti e ai coordinatori degli Ambiti sociali, ai sindacati e ai responsabili Asl; il secondo aperto ad un confronto più ampio onde “declinare le misure generali previste dal Piano sociale in base alle specifiche esigenze del territorio”. Entrambe le fasi dedicate, come il lettore ha intuito, alla migliore discussione possibile intorno al “Piano sociale regionale 2016-2018” che – aveva detto Paola Vairano, responsabile regionale per le Politiche dell’Infanzia e dell’Adolescenza – “la Giunta guidata da De Luca ha licenziato nei tempi giusti”. Insomma “un documento importante che consente di programmare concretamente le attività”. Coordinatrice dell’evento Lucia Esposito, del Gruppo PD per il Sociale di Caserta, felice di evidenziare l’importanza dell’ascolto di rappresentanti delle associazioni e del volontariato. Vip istituzionale assoluto del duplice meeting nientedimeno che l’assessore regionale alle Politiche Sociali, Lucia Fortini, deputata alla presentazione del Piano. Operazione che ha svolto con tanto garbo, invitando tutti gli operatori del settore “a dare una mano” giusta per l’implementazione. Ma, almeno nel suo discorso di apertura, senza alcun supporto informativo video o cartaceo, alla maniera che s’usa in analoghe circostanze. Degli interventi in scaletta abbiamo seguito quello della Vairano, che ha esaltato l’iniziativa e la “nuova governance delle Politiche sociali” provenienti “da due anni di lavoro” di una Commissione voluta dalla segretaria regionale Assunta Tartaglione, la quale in precedenza “ha potuto interagire poco su queste politiche” perché l’amministrazione Caldoro “è stata assolutamente silente e muta su questi problemi”. L’assessor Fortini ha ribadito d’aver “fortemente voluto cominciare un percorso attraverso delle tappe nelle cinque province campane, perché credo che sia compito delle istituzioni comunicare il proprio lavoro e coinvolgere tutti gli attori” direttamente impegnati nei processi di sperimentazione e con essi “programmare insieme”: buona, dunque, l’intenzione di sentire analisi e proposte dei responsabili territoriali, per poi consentire al cittadino di decidere in maniera autonoma quali siano i servizi che “soddisfino meglio le sue esigenze”; perfino ottimo l’invito a tutti a dire liberamente le loro opinioni. Ma il “muro del pianto”, coi conseguenti “fazzoletti” richiesti per asciugarlo, si è immediatamente levato allorché il microfono è passato, in successione, fra le mani di Antonella Molese (direttrice sanitaria della Croce Rossa), Liliana Di Giorgio (già responsabile del Dipartimento Politiche sociali del PD casertano), Lella Palladino (presidente della cooperativa sociale Eva) e Simmaco Petrillo (presidente della cooperativa sociale “Al di là dei sogni”). Quattro interventi intensi, tenaci, tipici di chi col disagio si confronta ogni giorno e conosce dinamiche da correggere e vie nuove da intraprendere. Non abbiamo potuto però ascoltare l’ultimo “relatore” in programma, Daniele Romano (presidente di Fish Campania onlus), e gli altri che dopo hanno preso la parola. Tuttavia, lasciando in sala i partecipanti (fra i quali Capacchione, Sgambato, Oliviero, Graziano, sindaci ed assessori di vari Comuni, responsabili degli Ambiti), ci ha sorpreso l’assenza, ad un un’ora e mezzo dall’inizio dei lavori, della Tartaglione, di Caputo, della Picierno, magari trattenuti da maggiori pressanti incombenze. Ma ancor più ci ha colpito la mancanza (quasi totale) di sindaci e dirigenti PD attivi nella pianura che va da Capua al mare. Allora, amaramente, abbiamo così argomentato: se il vero welfare si limita a contrastare la “fragilità sociale”, il Basso Volturno non aveva necessità di interloquire qua, giacché è in agonia e pare che il Piano regionale non preveda misure per queste realtà gravissime da affidare soltanto ai miracoli. In seguito, si delibererà…

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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