Caserta. San Sebastiano, comPatrono della città, ‘eroe senza casa’, celebrato nella casa-santuario di Sant’Anna, comPatrona.

di Paolo Pozzuoli

Il sacro rito, presieduto dal m.r. don Salvatore Frendo, è stato concelebrato dal parroco-rettore don Andrea Campanile.

“Oggi non si lavora ed è festa generale per la nascita del Re e di precetto in Caserta per essere S. Sebastiano Protettore della Città” – scriveva Luigi Vanvitelli il 20 gennaio 1756 al fratello Urbano. San Sebastiano è un Santo molto popolare; Protettore contro la peste (per sua intercessione venne guarito un lebbroso), Patrono delle forze armate e dei militari; tre Comuni d’Italia portano il suo nome e di tanti altri – anche della Città Eterna con i Santi Pietro e Paolo – è il Patrono; ed è altresì Patrono di diverse città europee (presso una ridente cittadina sui Pirenei una bellissima chiesa è dedicata a San Sebastiano); i primi dipinti lo raffigurano con la barba e lunghe vesti; successivamente, in epoca rinascimentale, quando la moda di allora spingeva i pittori a dipingere le donne belle come Venere e gli uomini anatomicamente come tanti Apollo, San Sebastiano, ‘Apollo cristiano’, viene rappresentato come lo vediamo oggi sulle tele e nelle statue che troviamo in quasi tutte le Chiese e in tanti Musei del mondo: giovane, bellissimo, nudo, legato ad un albero, trafitto dalle frecce, ‘un martire di bellezza e fede, nobile atleta di Cristo’.

Qui, a Caserta, è antico il culto per il Santo: la prima notizia certa risale alla ‘Bolla’ dell’Arcivescovo di Capua, Sennete, che nel 1113, assegnando le singole Chiese, menzionò nel ‘Villaggio Torre’ quella di San Sebastiano, una delle prime in Campania.

San Sebastiano è stato anche eletto Patrono del corpo dei Vigili Urbani (Polizia Municipale) d’Italia. I quali tutti, uomini e donne, sentono e vivono in modo particolare la giornata e la celebrazione dedicate al loro Santo avendone una devozione straordinaria, rappresentata con la stupenda preghiera recitata e con i doni portati all’offertorio. Ieri, 20 gennaio, presso il Santuario dedicato a Sant’Anna – come dirà il celebrante all’omelia, sensibilizzando il sindaco, San Sebastiano è da tempo senza casa – è stata rinnovata la tradizione con la celebrazione di un rito solenne presieduto da don Salvatore Frendo, concelebrato da don Andrea Campanile, e l’assistenza degli accoliti Vincenzo Belmonte e Giovanni Pinna. Presenti, nel santuario gremito, il Prefetto di Caserta, S. Ecc. dr. Raffaele Ruberto, il Sindaco, avv. Carlo Marino, il corpo della Polizia Municipale con il Comandante, dr. Luigi De Simone, e rappresentanti delle Istitutizioni, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Polizia di Stato, dell’Aeronautica Militare, dell’Esercito Italiano, dei Vigili del Fuoco e tanti altri ancora. Assolutamente degna e prestigiosamente di spessore l’omelia di don Salvatore che cerchiamo di sintetizzare: “Carissimi, la festa di San Sebastiano, nel Santuario di S. Anna, unisce per la prima volta i due Patroni della città, i due simboli della fede cristiana e segna una pagina storica, proprio perchè inusuale in un momento di festa e di riflessione, in questo giorno di grazia. Un evento che unisce la cittadinanza ed il corpo dei Vigili Urbani qui, nel Santuario, in cui fede e partecipazione popolare creano spunti di autentica Casertanità. Saluto S. Ecc. il Prefetto, il Sig. Sindaco, il Comandante della Polizia Municipale, tutti i Vigili e le Autorità civili e militari intervenute. Con voi tutti, saluto Caserta. Per me, è un privilegio nel quarantesettesimo anno che sono a Caserta dopo il mio arrivo da Malta nel 1973. Casertano d’elezione ma visceralmente legato a questa terra. Questa celebrazione qui, oggi, mi onora e mi rallegra come sacerdote e come uomo.

Sono stato 14 anni in questo Santuario; fino al 1988 ho collaborato con spirito di servizio e devota condivisione con don Tommaso Acconcia a cui oggi rivolgo grato la mia preghiera. Nello stesso anno 1988 sono diventato vice parroco nella parrocchia di San Sebastiano collaborando con analogo spirito di devozione con Mons. Benedetto Bernardo. A seguito della sua morte sono divenuto parroco. Dal 17 aprile 2016, al raggiungimento dell’ottantesimo anno di età, ho lasciato in ossequio alle disposizioni ecclesiastiche ma vincolato a doppio filo con i comPatroni di Caserta che devono ora più che mai calare la loro protezione su Caserta e su questo corpo di Polizia al cui servizio la gente guarda come riferimento di vivibilità ed ordinata quotidianità. Dall’esempio e dal martirio del nostro valoroso San Sebastiano nasce il nostro impegno quotidiano di ‘defensor civitas’ con cui il nostro Vescovo Raffaele Nogaro ha sempre amato definirvi, per esaltare il ruolo, per farvi sentire nel massimo dell’orgoglio di un impegno che è per il cittadino, nella direzione della città. Un giorno di grazia per Caserta, dunque, che chiama a raccolta i suoi due baluardi di fede, per una protezione forte, speciale e di valore in cielo. San Sebastiano è stato martire di fede. Un militare, soldato affabile e valoroso che, avvalendosi dell’amicizia con l’imperatore Diocleziano, offrì soccorso ai cristiani incarcerati e condotti al supplizio. La storiografia ci insegna che fece opera missionaria convertendo soldati e prigionieri. Poi Diocleziano, sentendosi tradito, passò alla persecuzione e al supplizio. Non sapeva Diocleziano che il suo vile atto avrebbe elevato alla storia questo uomo del popolo. Un parallelo lo possiamo senz’altro fare con la nostra quotidiana missione e con la vostra vita al servizio della gente e nelle difficili strade del territorio.

Quanto più difficile è l’impegno, tanto più siete e sarete custodi di tracce di riconoscibilità individuali e di corpo a cui si collega senza alcun dubbio l’amore di Dio. Attingete, miei cari, alla storia di San Sebastiano: leggetela e custoditela nei vostri cuori; solo così il vostro esempio diverrà imperituro. L’essere esempio e riferimento per la rappresentazione e la custodia dei valori della nostra città deve diventare la via per ritornare protagonisti nel nostro impegno e nella testimonianza cui siamo chiamati. Stamattina c’è qui un rinnovo di fede, un giuramento di onore e di lealtà al corpo e alla città attraverso i simboli del nostro essere. Con San Sebastiano facciamo appello al cuore di madre di Maria e di nonna di Gesù, la nostra amata Sant’Anna, affinchè Essa stessa sia scudo per voi e le vostre famiglie, per Caserta e la nostra terra che aspetta di rinascere dopo questa assurda ed inquietante pandemia. San Sebastiano, Sant’Anna pregate per questi valorosi figli, proteggete le loro famiglie, donate coraggio e dolcezza alla loro azione, preservateli dal male e dalle ingiustizie affinchè essi stessi diano fiducia e forza alla città proteggendo tutti noi con l’ardimento ed il coraggio che fecero Santo e Martire San Sebastiano. Oggi, 20 gennaio, è il giorno in cui fu collocata la prima pietra del Palazzo Reale divenuto simbolo della nostra Casertanità nel mondo e bene di valore storico internazionale. Questa coincidenza ci impone ogni giorno di diventare e rimanere costruttori di futuro. Oggi arriva in città il nostro nuovo Vescovo, don Pietro Lagnese, che ha scelto questo giorno per entrare nel suo episcopato dopo la morte del nostro caro e indimenticato Vescovo Giovanni D’Alise. Tanti i momenti per festeggiare. Tanti i motivi per riflettere. Insieme dobbiamo riprendere il nostro percorso di fede e di quotidianità, di impegno per la gente e per la ricostruzione del nostro mondo. Ne abbiamo bisogno per tornare a vivere. Ne avvertiamo l’esigenza per riprendere il cammino. In questo percorso, ho intrecciato pezzi di storia personale con la parola di Dio, con l’esempio e la fede per i nostri comPatroni. Perdonatemi ora se, accanto alla riflessione sul giorno di festa, con il saluto alle istituzioni ed il personale e comunitario benvenuto al mio sesto Vescovo dopo Vito Roberti, Francesco Cuccarese, Raffaele Nogaro, Pietro Farina, Giovanni D’Alise, a cui rinnovo il mio personale impegno di fede e a cui noi tutti siamo chiamati a manifestare una nuova testimonianza di vita, perdonatemi, dicevo, se inserisco un appello che potrebbe apparire di parte ma incrocia, vi assicuro, le aspettative dell’intera Comunità Casertana. San Sebastiano veniva venerato nella Cappella del Redentore, posta in Via del Redentore; solo a seguito della chiusura di questo luogo di preghiera fu portato nell’ex Chiesa di Sant’Agostino che divenne così Parrocchia di San Sebastiano, dedita al culto del giovane martire elevato a simbolo di forza e di coraggio e, quindi, Patrono di Caserta. Ebbene, procediamo insieme per la riapertura della Parrocchia di San Sebastiano ad oggi interessata da lavori da più di qualche anno. Signor Sindaco, riportiamo il culto di San Sebastiano al centro della città e nella sua sede naturale. Facciamo in modo che i Casertani non perdano nè dimentichino il riferimento valoriale e questo giorno di appuntamento. Il nostro eroe di fede non può essere itinerante perchè lasciato senza casa. Caserta non può continuare a tener chiusa una porta che in Via Mazzini e nel cuore dei Casertani costituisce un riferimento di fede ma anche di storia e di speranza. Perdonatemi. È con profonda emozione che vi chiedo questo impegno. Insieme, con la mano del Signore dobbiamo tornare a festeggiare questo giorno di festa di Chiesa e delle Istituzioni nella casa che Caserta ha voluto e riservato per questo eroe. Facciamo della Parrocchia di San Sebastiano, tra le più antiche di Caserta, il luogo intorno a cui ricostruire la nostra appartenenza e lo spirito di una Comunità consapevole delle proprie origini. Grazie San Sebastiano e Sant’Anna per questo giorno. Auguri a tutti i Vigili e famiglie. Auguri Signor Sindaco e rappresentanti delle Istituzioni presenti. Auguri Caserta”.

Caserta. San Sebastiano, comPatrono della città, ‘eroe senza casa’, celebrato nella casa-santuario di Sant’Anna, comPatrona.

Il sacro rito, presieduto dal m.r. don Salvatore Frendo, è stato concelebrato dal parroco-rettore don Andrea Campanile.

“Oggi non si lavora ed è festa generale per la nascita del Re e di precetto in Caserta per essere S. Sebastiano Protettore della Città” – scriveva Luigi Vanvitelli il 20 gennaio 1756 al fratello Urbano. San Sebastiano è un Santo molto popolare; Protettore contro la peste (per sua intercessione venne guarito un lebbroso), Patrono delle forze armate e dei militari; tre Comuni d’Italia portano il suo nome e di tanti altri – anche della Città Eterna con i Santi Pietro e Paolo – è il Patrono; ed è altresì Patrono di diverse città europee (presso una ridente cittadina sui Pirenei una bellissima chiesa è dedicata a San Sebastiano); i primi dipinti lo raffigurano con la barba e lunghe vesti; successivamente, in epoca rinascimentale, quando la moda di allora spingeva i pittori a dipingere le donne belle come Venere e gli uomini anatomicamente come tanti Apollo, San Sebastiano, ‘Apollo cristiano’, viene rappresentato come lo vediamo oggi sulle tele e nelle statue che troviamo in quasi tutte le Chiese e in tanti Musei del mondo: giovane, bellissimo, nudo, legato ad un albero, trafitto dalle frecce, ‘un martire di bellezza e fede, nobile atleta di Cristo’. Qui, a Caserta, è antico il culto per il Santo: la prima notizia certa risale alla ‘Bolla’ dell’Arcivescovo di Capua, Sennete, che nel 1113, assegnando le singole Chiese, menzionò nel ‘Villaggio Torre’ quella di San Sebastiano, una delle prime in Campania.

San Sebastiano è stato anche eletto Patrono del corpo dei Vigili Urbani (Polizia Municipale) d’Italia. I quali tutti, uomini e donne, sentono e vivono in modo particolare la giornata e la celebrazione dedicate al loro Santo avendone una devozione straordinaria, rappresentata con la stupenda preghiera recitata e con i doni portati all’offertorio. Ieri, 20 gennaio, presso il Santuario dedicato a Sant’Anna – come dirà il celebrante all’omelia, sensibilizzando il sindaco, San Sebastiano è da tempo senza casa – è stata rinnovata la tradizione con la celebrazione di un rito solenne presieduto da don Salvatore Frendo, concelebrato da don Andrea Campanile, e l’assistenza degli accoliti Vincenzo Belmonte e Giovanni Pinna. Presenti, nel santuario gremito, il Prefetto di Caserta, S. Ecc. dr. Raffaele Ruberto, il Sindaco, avv. Carlo Marino, il corpo della Polizia Municipale con il Comandante, dr. Luigi De Simone, e rappresentanti delle Istitutizioni, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Polizia di Stato, dell’Aeronautica Militare, dell’Esercito Italiano, dei Vigili del Fuoco e tanti altri ancora. Assolutamente degna e prestigiosamente di spessore l’omelia di don Salvatore che cerchiamo di sintetizzare: “Carissimi, la festa di San Sebastiano, nel Santuario di S. Anna, unisce per la prima volta i due Patroni della città, i due simboli della fede cristiana e segna una pagina storica, proprio perchè inusuale in un momento di festa e di riflessione, in questo giorno di grazia. Un evento che unisce la cittadinanza ed il corpo dei Vigili Urbani qui, nel Santuario, in cui fede e partecipazione popolare creano spunti di autentica Casertanità. Saluto S. Ecc. il Prefetto, il Sig. Sindaco, il Comandante della Polizia Municipale, tutti i Vigili e le Autorità civili e militari intervenute. Con voi tutti, saluto Caserta. Per me, è un privilegio nel quarantesettesimo anno che sono a Caserta dopo il mio arrivo da Malta nel 1973. Casertano d’elezione ma visceralmente legato a questa terra. Questa celebrazione qui, oggi, mi onora e mi rallegra come sacerdote e come uomo. Sono stato 14 anni in questo Santuario; fino al 1988 ho collaborato con spirito di servizio e devota condivisione con don Tommaso Acconcia a cui oggi rivolgo grato la mia preghiera. Nello stesso anno 1988 sono diventato vice parroco nella parrocchia di San Sebastiano collaborando con analogo spirito di devozione con Mons. Benedetto Bernardo. A seguito della sua morte sono divenuto parroco. Dal 17 aprile 2016, al raggiungimento dell’ottantesimo anno di età, ho lasciato in ossequio alle disposizioni ecclesiastiche ma vincolato a doppio filo con i comPatroni di Caserta che devono ora più che mai calare la loro protezione su Caserta e su questo corpo di Polizia al cui servizio la gente guarda come riferimento di vivibilità ed ordinata quotidianità. Dall’esempio e dal martirio del nostro valoroso San Sebastiano nasce il nostro impegno quotidiano di ‘defensor civitas’ con cui il nostro Vescovo Raffaele Nogaro ha sempre amato definirvi, per esaltare il ruolo, per farvi sentire nel massimo dell’orgoglio di un impegno che è per il cittadino, nella direzione della città. Un giorno di grazia per Caserta, dunque, che chiama a raccolta i suoi due baluardi di fede, per una protezione forte, speciale e di valore in cielo. San Sebastiano è stato martire di fede. Un militare, soldato affabile e valoroso che, avvalendosi dell’amicizia con l’imperatore Diocleziano, offrì soccorso ai cristiani incarcerati e condotti al supplizio. La storiografia ci insegna che fece opera missionaria convertendo soldati e prigionieri. Poi Diocleziano, sentendosi tradito, passò alla persecuzione e al supplizio. Non sapeva Diocleziano che il suo vile atto avrebbe elevato alla storia questo uomo del popolo. Un parallelo lo possiamo senz’altro fare con la nostra quotidiana missione e con la vostra vita al servizio della gente e nelle difficili strade del territorio. Quanto più difficile è l’impegno, tanto più siete e sarete custodi di tracce di riconoscibilità individuali e di corpo a cui si collega senza alcun dubbio l’amore di Dio. Attingete, miei cari, alla storia di San Sebastiano: leggetela e custoditela nei vostri cuori; solo così il vostro esempio diverrà imperituro. L’essere esempio e riferimento per la rappresentazione e la custodia dei valori della nostra città deve diventare la via per ritornare protagonisti nel nostro impegno e nella testimonianza cui siamo chiamati. Stamattina c’è qui un rinnovo di fede, un giuramento di onore e di lealtà al corpo e alla città attraverso i simboli del nostro essere. Con San Sebastiano facciamo appello al cuore di madre di Maria e di nonna di Gesù, la nostra amata Sant’Anna, affinchè Essa stessa sia scudo per voi e le vostre famiglie, per Caserta e la nostra terra che aspetta di rinascere dopo questa assurda ed inquietante pandemia. San Sebastiano, Sant’Anna pregate per questi valorosi figli, proteggete le loro famiglie, donate coraggio e dolcezza alla loro azione, preservateli dal male e dalle ingiustizie affinchè essi stessi diano fiducia e forza alla città proteggendo tutti noi con l’ardimento ed il coraggio che fecero Santo e Martire San Sebastiano. Oggi, 20 gennaio, è il giorno in cui fu collocata la prima pietra del Palazzo Reale divenuto simbolo della nostra Casertanità nel mondo e bene di valore storico internazionale. Questa coincidenza ci impone ogni giorno di diventare e rimanere costruttori di futuro. Oggi arriva in città il nostro nuovo Vescovo, don Pietro Lagnese, che ha scelto questo giorno per entrare nel suo episcopato dopo la morte del nostro caro e indimenticato Vescovo Giovanni D’Alise. Tanti i momenti per festeggiare. Tanti i motivi per riflettere. Insieme dobbiamo riprendere il nostro percorso di fede e di quotidianità, di impegno per la gente e per la ricostruzione del nostro mondo. Ne abbiamo bisogno per tornare a vivere. Ne avvertiamo l’esigenza per riprendere il cammino. In questo percorso, ho intrecciato pezzi di storia personale con la parola di Dio, con l’esempio e la fede per i nostri comPatroni. Perdonatemi ora se, accanto alla riflessione sul giorno di festa, con il saluto alle istituzioni ed il personale e comunitario benvenuto al mio sesto Vescovo dopo Vito Roberti, Francesco Cuccarese, Raffaele Nogaro, Pietro Farina, Giovanni D’Alise, a cui rinnovo il mio personale impegno di fede e a cui noi tutti siamo chiamati a manifestare una nuova testimonianza di vita, perdonatemi, dicevo, se inserisco un appello che potrebbe apparire di parte ma incrocia, vi assicuro, le aspettative dell’intera Comunità Casertana. San Sebastiano veniva venerato nella Cappella del Redentore, posta in Via del Redentore; solo a seguito della chiusura di questo luogo di preghiera fu portato nell’ex Chiesa di Sant’Agostino che divenne così Parrocchia di San Sebastiano, dedita al culto del giovane martire elevato a simbolo di forza e di coraggio e, quindi, Patrono di Caserta. Ebbene, procediamo insieme per la riapertura della Parrocchia di San Sebastiano ad oggi interessata da lavori da più di qualche anno. Signor Sindaco, riportiamo il culto di San Sebastiano al centro della città e nella sua sede naturale. Facciamo in modo che i Casertani non perdano nè dimentichino il riferimento valoriale e questo giorno di appuntamento. Il nostro eroe di fede non può essere itinerante perchè lasciato senza casa. Caserta non può continuare a tener chiusa una porta che in Via Mazzini e nel cuore dei Casertani costituisce un riferimento di fede ma anche di storia e di speranza. Perdonatemi. È con profonda emozione che vi chiedo questo impegno. Insieme, con la mano del Signore dobbiamo tornare a festeggiare questo giorno di festa di Chiesa e delle Istituzioni nella casa che Caserta ha voluto e riservato per questo eroe. Facciamo della Parrocchia di San Sebastiano, tra le più antiche di Caserta, il luogo intorno a cui ricostruire la nostra appartenenza e lo spirito di una Comunità consapevole delle proprie origini. Grazie San Sebastiano e Sant’Anna per questo giorno. Auguri a tutti i Vigili e famiglie. Auguri Signor Sindaco e rappresentanti delle Istituzioni presenti. Auguri Caserta”.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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