Castel Volturno -Manifestazione a Roma 18 Aprile

                       Castel Volturno  16/aprile/2012

Egregio Presidente,

 Riccardo Borgo

 

abbiamo ricevuto nei giorni scorsi le comunicazioni a firma dei presidenti delle quattro Organizzazioni che hanno indetto la manifestazione del prossimo 18 aprile a Roma;

nella lettera inviata, si invita i rappresentanti del SIB, i balneari e le loro famiglie a coinvolgere “quali attori” i propri Sindaci, il Presidente della Provincia, i Presidenti e gli Assessori delle proprie Regioni affinché si dia un taglio fortemente istituzionale alla manifestazione; e che i nostri Sindaci, come noi, chiedano che alle imprese balneari e alle loro città sia garantito un futuro;

a tal proposito devo necessariamente sottolineare al SIB Nazionale che purtroppo non è cosi; sembrerà strano ai nostri colleghi della Toscana, del Lazio, dell’Emilia Romagna, delle Marche e cosi via…, ma i nostri Sindaci, i nostri amministratori sia Provinciali che Regionali “sono attori di niente”, non sono protagonisti principali, non danno nessuna importanza all’economia turistica balneare e in modo particolare a quella del “Litorale Domizio”storicamente ritenuta di seconda serie; i due comuni (su quattro) che rappresentano l’80 % dell’intero Litorale Domizio (parliamo di 42 Km. di costa!!!!!) sono commissariati (infiltrazioni camorristiche ecc..ecc..) e quindi a chi consegnare l’invito ad essere “attore”?, loro sono attori di altri film;  la Provincia di Caserta  è stata dichiarata nell’ultimo rapporto del Ministero della Salute, l’ultima Provincia d’Italia per tratti di costa balneabile; è qui, che si è verificato il più grave disastro ambientale riferito all’inquinamento marino, oltretutto denunciato dal SIB Caserta e Ascom Caserta, alle Procure di Napoli e S. Maria C.V. (vedi allegato);  e ancora per chiudere la serie, la Campania, l’unica Regione d’Italia che ha inserito nella prossima Finanziaria 2013 l’aumento del 100% dei canoni demaniali marittimi come addizionale Regionale;

Proprio i nostri amministratori, a tutti i livelli, che nei loro programmi politici hanno sempre cavalcato con destrezza il delicato  tema del“Turismo balneare”, chiaramente promettendo di fare ferro e fuoco, ma di fatto millantando solo il credito, in questi anni hanno messo, con il loro atteggiamento di indifferenza, ulteriormente  in ginocchio le nostre aziende e le nostre famiglie, non curandosi minimamente delle continue sollecitazioni, rivendicazioni, comunicazioni e  richieste di incontri per cercare di trovare una soluzione alle nostre problematiche locali; problematiche legate ad una terra difficile, affamata di lavoro, di sviluppo di vivibilità, riconosciuta solo per fatti negativi; adesso, oltre tutto questo, bisogna combattere per non essere “confiscati”, per non essere messi all’asta, noi abbiamo deciso di non aspettare il  2015 per morire, noi riconosciamo di essere morti già adesso! Ma continueremo a combattere !!!! Non abbiamo consegnato le nostre aziende alla criminalità  non le consegneremo allo Stato, che vengano a prenderle!!

NON ADERIAMO ALLA MANIFESTAZIONE DEL 18 APRILE!!!!  RITENIAMO DI NON DOVER CHIEDERE PIU’ NIENTE A NESSUNO.

Il Sindacato Italiano Balneari di Caserta, è stato affidato al sottoscritto qualche anno fa’ in condizioni precarie e ridotto a qualche decina di associati; dopo qualche anno abbiamo riconquistato numeri importanti riportando gli associati a più di un centinaio  riattivando lo spirito di collaborazione e di condivisione che il modello Nazionale del SIB ci ha indicato; alle tante manifestazioni organizzate, il SIB – Caserta  è stato sempre presente e “orgogliosi di esserci” ci siamo sempre allineati con l’orientamento del Nazionale e continueremo a farlo; IL NOSTRO NO, NON E’ RIVOLTO ALLE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA, MA E’ RIVOLTO  A TUTTI GLI AMMINISTRATORI DELLA NOSTRA REGIONE , DELLA NOSTRA PROVINCIA E DEI NOSTRI COMUNI;  E’ UN NO OGGI E  SARA’ UN NO ANCHE IN ALTRE OCCASIONI A LORO MOLTO PIU’ CARE; NOI  NON CAVALCHIAMO COLORI O BANDIERE, MA RIVENDICHIAMO SOLO IL DIRITTO AL LAVORO!!!

Colgo l’occasione per salutarvi cordialmente,

Sindacato Italiano Balneari – Caserta

Il Presidente

Marcello Giocondo

 

ATTO DI DENUNCIA

ON.LE PROCURA DELLA REPUBBLICA

S.Maria C.Vetere

della Stazione dei Carabinieri di Caserta

Ill.mo Signor Procuratore

E’ costretto a dover ricorrere alla V.S.Ill.ma il sottoscritto Giocondo Marcello,  nella qualità di Presidente  del Sindacato Italiano Balneari, per la Provincia di Caserta e lo fa unitamente e con piena adesione dell’ASCOM / Caserta ( Associazione Commercianti), in persona del suo nuovo Presidente, D’Anna Mario, per rappresentare alla V.S. fatti clamorosi ed incresciosi che oramai “si ripetono” e “si portano avanti” di anno in anno e che hanno determinato, in sede politica, sindacale e sociale, un grosso allarme, così come testimoniato da centinaia di “news” dei mass media nazionali, regionali e provinciali.

QUALI SONO QUESTI “ FATTI ” e QUESTE VICENDE CHE HANNO DETERMINATO GLI ISTANTI A CHIEDERE “CHIAREZZA” E  UN INTERVENTO “DI CODESTA ON.LE PROCURA”, non fosse altro perché, a loro avviso, e con salvezza delle indagini, verifiche, acquisizione di deliberati di carattere pubblico e comunque delle indagini istruttorie di necessità e di opportunità, SI RISCONTRANO OMISSIONI in atti di ufficio E COMPORTAMENTI, dolosi e colposi, da parte di “amministratori pubblici” e “soggetti” agli stessi collegati, DETERMINATIVI DI UN DISASTRO AMBIENTALE correlato ALL’INQUINAMENTO di chilometri e chilometri di spiaggia e di acque  marine CHE NE HANNO FATTO DICHIARARE “DA ANNI” lo stato di “NON BALNEABILITA’”, con ricadute e pregiudizi ampi, tali da “distruggere” letteralmente le attività di balneazione condotte da decine e decine di “operatori” facenti parte del denunciante Sindacato e ancor più, il bene / valore “salute” di tutta la collettività.

Quali “i fatti” :

a)     da anni, dicesi “da anni” la Regione Campania deputata a mezzo dell’ARPAC “Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania”, ha riscontrato ufficialmente che sussistono “tratte di costa” non più balneabili per la presenza, nelle acque costiere,  di milioni colibatteri provenienti da corsi d’acqua,  pubblici e privati, che si scaricano a mare e che “presentano di tutto”, ossia di carcasse di animali e di sostanze “tossiche e nocive” nonché ancora di “liquami”, NON TRATTATI, sversati in detti corsi d’acqua  attraverso canali che non hanno sistemi di depurazione o che li hanno del tutto formalmente e “sulla carta”.

b)    CIO’ DETTO, la Regione  Campania e per essa il Presidente, Antonio Bassolino, nonché il Presidente dell’ARPAC, nominato dallo stesso Bassolino, da anni, dicesi da anni, con atti ufficiali della Giunta Regionale, ASSUMONO CHE “sussiste” questo inquinamento e questi  tratti di costa non balneabili (……..e si tratta di chilometri e chilometri di spiaggia…..attraversanti vari Comuni del casertano…..), non fosse altro perché NE HANNO RISCONTRO ATTRAVERSO LE ANALISI  necessariamente condotte, sicchè, sulla base di tanto, individuano, per ogni stagione balnerare ( 1aprile / 30 settembre), ai sensi del combinato disposto del DPR 470/82 e del decreto l.vo 116 del 30/5/08, le zone “inidonee e le zone idonee”, riportandole in questo deliberato, in uno ai dati di inquinamento.

E conseguentemente a tanto “demandano” alle Amministrazioni comunali competenti per l’adozione dei provvedimenti amministrativi previsti dalla legge 121/03 ogni atto competenziale.

E, conseguentemente a tanto, ogni anno, dicesi ogni anno, si assiste ad una farsa secondo cui :

 – gli amministratori comunali VIETANO LA BALNEAZIONE AI VARI SOGGETTI, titolari di strutture / lido;

– e consentono l’apertura e la utilizzazione degli stabilimenti LIMITATAMENTE alle cure “elioterapiche”.

Dopodichè, ed è evidente, con sola ricaduta negativa sui titolari di questi lidi, per le responsabilità le più gravi e le più ampie, si determina una “balneazione” da parte dei “bagnanti” a loro rischio e pericolo e si determina, ancor più, di anno in anno:

-         la distruzione e il ridimensionamento dell’esercizio in testa a ciascun titolare  di lido, sotto l’aspetto economico / aziendale, non fosse altro perché gli stessi, ANCHE E PARTICOLARMENTE PER LA PUBBLICIZZAZIONE CHE NE VIENE IN ORDINE AL DIVIETO DI BALNEABILITA’ VEDONO SEMPRE PIU’ “RIDURRE” LA CLIENTELA TRADIZIONALE O L’AZZERAMENTO DELLA STESSA, con rischio di fallimento e con necessità di ricorso, per quel che è possibile, sempre più a Istituti di Credito, per prestiti di sopravvivenza.

c)     IL FATTO E’ ANCOR PIU’ GRAVE SE SI CONSIDERA CHE, da anni, SI ASSUME SOLTANTO A CHIACCHIERE che si darà luogo alla attivazione degli impianti di depurazione e comunque alla “eliminazione” di tutte le sorgenti di inquinamento che, in buona parte, sono di carattere “comunale” e che fanno riferimento non solo ai Comuni dell’entroterra casertano ma addirittura ai Comuni, tra cui Benevento, dell’entroterra sannita, Comuni che scaricano, si ripete, “impunemente” tutto ciò che è inquinante in canali e corsi d’acqua che finiscono “a mare” o per meglio dire nel mare che bagna per chilometri e chilometri la costa casertana!.

Non solo.

Si consideri che l’Amministrazione pubblica, a fronte di un servizio di “depurazione delle acque marine” GIAMMAI O SCARSAMENTE intervenuto, anche attraverso una Società (Hidrogest spa), PRETENDE ED INCAMERA somme “a titolo” del servizio di depurazione, di notevole entità, cui sono costretti i titolari dei lidi, come da cartelle e bollettini che si mettono a disposizione di codesta on.le Procura, sicchè si assiste ad una ulteriore farsa, che, sempre ad avviso dei ricorrenti, non è più tale ma che può dar luogo alla configurazione di un reato, di natura pubblica, quale è la pretesa “coattiva” di un esborso pecuniario per un servizio pubblico “giammai reso”, con evidente abuso di potere ed omissione di atti di ufficio.

Non solo.

IL PERCHE’ DELLA PRESENTE DENUNCIA.

A fronte di questa vicenda, SI CHIEDE L’INTERVENTO DELL’ON.LE PROCURA DELLA REPUBBLICA, cosa che, per la verità, si intendeva “non chiedere” non fosse altro perché non si vuole assegnare a codesta on.le “Istituzione” alcun ruolo di “supplenza”, perché, nella riunione / audizione del 13/5/09 avutasi presso la Regione Campania, su iniziativa dell’on.le Michele Ragosta, era presente ed è stato presente anche il SIB, ossia il Sindacato Italiano Balneari, in persona del denunciante, Marcello Giocondo.

E in questa circostanza, come da verbale steso, c’è stata la denuncia di quanto detto nelle righe precedenti, in particolar modo si è messo in luce non solo la vicenda correlata agli impianti di depurazione per i quali ci sono stati, del tutto infruttuosamente, vari incontri istituzionali per il superamento della problematica MA LETTERALMENTE SI E’ DENUNCIATO IL FATTO SECONDO CUI …..LA COSTA DEL LITORALE DOMITIO……E’ INFESTATA DA SCARICHI DI TANTI ALTRI CORSI D’ACQUA (……..E DICESI DI TANTI ALTRI……PERCHE’ GIA’ SI ERA DENUNCIATO LO STATO PROBLEMATICO DEI “ REGI LAGNI”, SEMPRE PIU’ CARICHI DI INQUINANTI E DI SCARICHI ABUSIVI……) e si era portato ad esempio gli scarichi che vengono effettuati nel fiume Volturno e nel canale Agnena  e nel Lago di Patria.

Nel prendere la parola l’Ing. Bruno Orrico, funzionario qualificatissimo, corretto ed imparziale della Regione Campania, lo stesso ha fornito delle informazioni correlate all’impianto di depurazione, informazioni che possono essere utili anche a codesta on.le Magistratura non fosse altro perché detto funzionario ha assunto che:

-         le “coclee” sarebbero state installate, AL MASSIMO NEI PROSSIMI (A PARTIRE DAL 6/5/09) 15 GIORNI;

-         fino a che non fosse state installate, sarebbero state inviate all’impianto depurazione al massimo le portate “fecali” di punta per cui “quando piove” metà della portata totale è, di fatto, scaricata BRUTALMENTE E DIRETTAMENTE ( questi i termini) nei Regi Lagni.

E sempre detto funzionario ha precisato che il progetto per il dissabbiamento dei reflui era stato abbandonato e che ……L’IMPIANTO NON ERA ADEGUATO ALLE NORME VIGENTI IN TEMA DI DEPURAZIONE E CHE la linea fanghi era “fuori servizio” da anni. E così via.  Ci sono stati altri interventi, con la prospettazione di interventi risolutivi.

A FRONTE DI TANTO ORA i ricorrenti temono :

– che  nulla sia stato fatto per scongiurare o per ridimensionare questo fenomeno di inquinamento del mare;

– che sussistano, anche e particolarmente precedentemente a questa  riunione e a queste dichiarazioni delle responsabilità “gravissime” a carico della Regione  e degli Enti collegati alla stessa, tanto più che, di giorno in giorno, si ha notizia, come per il passato, di ritrovarsi oramai con delle fogne a “cielo aperto”, rappresentate dai corsi d’acqua e dai canali de quo e del fatto secondo cui  a danno della stessa famiglia della collettività, NULLA SIA STATO FATTO per  fronteggiare questo inquinamento oramai consolidato, non fosse altro perché basterà riandare anche ad interrogazioni parlamentari, a partire dall’anno 2000, tanto per esemplificare, secondo cui si denunciava questo disastro ambientale, per finire a recentissime interrogazioni che sono intervenute di recente, da parte politica (Partito di Di Pietro / vds. interrogazione  a risposta “immediata” presentata il 21/7/09 dall’on.le Palaggiano Antonio del Gruppo “Italia dei Valori”) per evincersene, si ripete, che si è lasciato nella piena “incuria” la nostra fascia litoranea, determinandosi così questo disastro ambientale.  Aggiungasi ancora che anche le Procure di Napoli e di Salerno   hanno assunto posizione in ordine a questo problema e che occorre una decisa azione della Magistratura al fine di metter fine a queste “omissioni” continuate di doverosi atti, determinativi del più volte richiamato disastro ambientale.

IL PERCHE’ DEI DISASTRO “AMBIENTALE”.

Riteniamo che si sia concretizzata questa fattispecie “criminosa e penale”, di rilevanza e di interesse di codesta on.le Procura della Repubblica, non fosse altro perché:

aa) la distruzione del patrimonio acqueo/marino dell’intera fascia costiera del casertano;

bb) l’avere, colposamente o dolosamente, privato il cittadino del “bene / salute” costituito dal suo diritto alla balneazione, non più praticabile, su questa costa, con dirottamento su coste di altre Regioni, e con la presenza, ufficiale, di milioni colibatteri nelle acque del casertano e con distruzione e avvelenamento di flora e fauna marina, DETERMINA, ad avviso dei denuncianti, questa fattispecie criminosa.

E la fa configurare e rientrare  nella fattispecie ex art. 434 c.p. e  in quella ex art. 449 c.p. ( la prima, intesa come disastro ambientale, la seconda come delitto con l’incolumità pubblica).

Al riguardo ci si permette di riandare, per la configurazione di questa condotta criminale a quanto già egregiamente riportato nella ordinanza di “custodia cautelare” del Gip di S.Maria C.V. 8/11/04 ( a firma del dr. Silvio Marco Guarriello) che, riandando anche a verdetti della Superiore Magistratura e sia pure per una condotta criminale ed illecita correlata non al “mare” ma “all’interno” del territorio del casertano ha giustamente e correttamente ritenuto che si è in presenza di un disastro ambientale con tutte le conseguenze detentive e/o amministrative di pertinenza.

Ed è evidente che la ricaduta “disastrosa e negativa” sulla “economia” degli operatori del settore determinano anche una COSTITUZIONE DI PARTE CIVILE degli stessi, per tutti i danni subiti e subendi e per tutti gli indennizzi dovuti e debendi.

 

 

 

 

Con riserva di ritualizzazione del tutto.

Si è pronti a fornire ogni ulteriore dato elemento e circostanza utile a codesta on.le Procura.

F.to

Sindacato Italiano Balneari

  (Il Presidente della Provincia di Caserta)

                    Giocondo Marcello

 

ASCOM / CASERTA

 ( Il Presidente)

   D’Anna Mario

Arresti eccellenti per i responsabili dell’ inquinamento del mare, sul tratto di costa del Litorale Domizio-Flegreo.

28 Gen 2011

Raffica di arresti nell’ambito di un’operazione per reati ambientali contro il mare. Scorrendo i nomi degli indagati nasce qualche dubbio e si impone un momento di riflessione in attesa di conoscere qualche dettaglio.

A parte il potentissimo Gianfranco Mascazzini che ha gestito – secondo noi – in maniera indecente le emergenze ambientali della nostra amata Regione Campania ed i potenti della Protezione Civile, Marta Di Gennaro, e della Prefettura Corrado Catenacci, soggetti inarrivabili dal comune cittadino e dunque sordi alle istanze provenienti dai territori, pare che siano stati arrestati dai carabinieri nel blitz coordinato dalla procura della Repubblica di Napoli anche tecnici e professionisti ben noti e per qualcuno di essi facciamo fatica a digerire che possa aver commesso crimini contro l’ambiente.

In attesa di saperne di più e di tornare in argomento nei prossimi giorni, va comunque immediatamente inviato un plauso alla Procura della Repubblica di Napoli per l’impegno profuso nella ricerca dei responsabili di gravissimi crimini ambientali.

Il procuratore capo Giandomenico Lepore e il suo procuratore aggiunto Aldo de Chiara sono molto sensibili alle istanze dei cittadini in genere ed hanno prestato orecchio anche alle denunce di quelli privati del mare sul litorale domitio dedicando energie, mezzi e tempo alla ricerca di eventuali responsabili.

Certo che quel che è accaduto al mare del casertano e di Napoli nord grida vendetta e non può non essere colpa di qualcuno e prima o poi qualche responsabile dovrà trovarsi. Vedremo se ce ne sono di responsabili tra gli arrestati ma nel frattempo possiamo sicuramente affermare che tra di loro c’è gente che non si cura di ascoltare le istanze dei cittadini ritenendoli noiosi. Anche i politici spesso, non è però il caso dell’ex assessore Luigi Nocera, durante le campagne elettorali prestano ascolto alle doglianze ma poi si dileguano subito dopo il voto e difficilmente rispondono a telefono.

Nel corso dell’operazione, coordinata dalla procura di Napoli e portata avanti dai carabinieri del Noe e dalla Guardia di Finanza, pare che sia stata accertata l’esistenza di un accordo illecito tra pubblici funzionari e gestori di impianti di depurazione campani. Un accordo che avrebbe consentito, per svariati anni, lo sversamento in mare del percolato (il rifiuto liquido prodotto dalle discariche di rifiuti solidi urbani) in violazione delle norme a tutela dell’ambiente. Secondo gli inquirenti, infatti, il percolato veniva immesso senza alcun trattamento nei depuratori dai quali finiva direttamente in mare, contribuendo ad inquinare non solo il litorale domitio ma anche zone del salernitano..

Sequestri di documentazione sono stati messi in atto in diverse sedi istituzionali, come la prefettura di Napoli, la Regione Campania ma anche la Protezione civile di Roma e in sedi di aziende di rilievo nazionale. L’indagine, durata fino al luglio 2010, è stata sviluppata mediante attività tecniche, nonchè riscontri documentali, che hanno permesso di acquisire gravi indizi di colpevolezza nei confronti di ex uomini politici, professori universitari, dirigenti della pubblica amministrazione e tecnici delle strutture commissariali che si sono avvicendati al Commissariato per l’emergenza rifiuti della Regione Campania dal 2006 al 2008.

Gli stabilimenti balneari del litorale domizio,erano già in festa perché finalmente, dopo 30 lunghi anni, ampi tratti del litorale sono recentemente ritornati balneabili e ciò vuol dire che si sta modificando finalmente la tendenza di fare scempi ambientali contro il nostro mare.
Alla buona notizia della recuperata balneabilità segue ora quella dell’indagine della Procura partenopea che si riferisce ai crimini commessi da chi era deputato negli scorsi anni a difendere l’ambiente e non lo ha fatto trasformando il mare in un immondezzaio.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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