Cerca lavoro e le chiedono: “Ma di seno, che taglia porta?”. Brutta scoperta per una 19enne trevigiana alla ricerca del primo posto di lavoro.

image_resizeSENon solo è diventata un’impresa trovare un posto di lavoro ma accade ancora che ci si possa imbattere in situazioni come quella di una 19enne di Treviso che dopo aver conseguito il diploma, ha tentato di mettersi in contatto via e mail con un potenziale datore di lavoro che offriva un’occupazione a tempo indeterminato con uno stipendio di 2’3000 euro al mese, cosa assai rara al tempo della crisi e della guerra all’rt. 18. La giovane si è vista replicare con una serie di risposte che apparentemente puntavano al sodo come “Quanto è alta e che misure porta?” sino ad arrivare alla fatidica “Ma di seno, che taglia porta?”. Richiesta e domanda che già facevano presagire che qualcosa non andava in quel primo scambio di messaggi. Ma la ragazza ha voluto comunque rispondere, dando all’uomo altezza, peso e taglia di pantaloni e maglietta. Risposta che non avrebbe soddisfatto appieno il titolare, che ha subito insistito. Al che la ragazza replicava “Ma sta cercando una segretaria o un’attrice porno?”. La risposta che ha ottenuto è stata questa: “Sto cercando una segretaria assistente, ma avrei piacere che mi piacesse e che sia ok. Non sono ossessionato dall’aspetto fisico, ma sicuramente seriamente interessato. Penso sappia come funzionano queste cose”. Un primo colloquio che ha sicuramente lasciato l’amaro in bocca alla ragazza.La notizia ha fatto il giro immediatamente dell’edizione on line dei giornali rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, come se non sia una storia normale nella quale i datori di lavoro conoscono quanto sia prezioso ai giorni nostri lo specchietto delle allodole di un posto fisso. Ecco perchè anzichè di diminuire le tutele e demolire i diritti di centinaia di anni di battaglie, Bisogna pensare l’innalzamento delle garanzie a tutela dei i lavoratori stante il difficilissimo periodo che attraversa il Paese perchè non è che con la flessibilità che si risolve il cronico problema occupazionale italiano, come hanno dimostrato le riforme tra cui la famigerata ” Fornero ” che nulla ha cambiato.

Lecce, 23 settembre 2014

Giovanni D’AGATA

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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