COMMENTO DI DON FRANCO GALEONE

Domenica 24 gennaio 2016
Oggi questa Scrittura si è compiuta!
“Commento di don Franco Galeone”
(francescogaleone@libero.it)

* La chiesa oggi ci offre due esempi di prediche: una di Esdra, che spiega la Torah al popolo, e una di Cristo, che attualizza in sé la parola del profeta. Anche io, con questo scritto, sto facendo una predica e forse, per molti, la preoccupazione è che sia breve, perché in noi c’è una mentalità consumistica: occorre bruciare in fretta questi momenti e passare ad altro da consumare. Ma la predica è una preghiera, è un servizio a Dio, un momento forte di ascolto e di appropriazione personale della Parola. L’omelia della domenica va già preparata a partire dal giorno dopo, lunedì, con lo studio e la preghiera, altrimenti faremo prediche come la spada di Carlo Magno: lunghe e piatte. Bisogna arrivare a comprendere che il Vangelo non racconta solo la vita di Cristo ma anche la mia. Non è una semplice lezione di morale, non un malinconico sguardo al passato, e nemmeno un’esaltante proiezione nel futuro: è un impegno nel tempo presente come luogo unico e privilegiato per incontrare Dio. Siamo abituati a sentire ogni giorno la parola “inflazione”: è un fenomeno per cui il nostro denaro vale sempre di meno, e perciò occorre aumentare i prezzi. Così capita anche alle parole: diventano merce svalutata e inflazionata; la famosa Mina cantava Parole, parole … ed anche noi diciamo Parole, parole quando un discorso è inconcludente.
Oggi nessuno fa più contratti sulla parola di un uomo: sarebbe rischioso! Ogni giorno buttiamo tonnellate di parole-stampate, di parole-radio, di parole-televisive, di parole-parlate … Rieducarci all’ascolto significa restituire alle parole valore e dignità. Le parole hanno una loro intrinseca efficacia: una critica o rimprovero ci possono sconvolgere, come anche una lode o un complimento ci possono esaltare. La parola è una forza; lo sanno bene le aziende che spendono milioni di euro per la pubblicità; lo sanno bene tutti i regimi politici che, attraverso i mass-media, veri persuasori occulti, creano opinioni e tendenze nel pubblico.

* Nelle letture di questa domenica troviamo due scene molto simili tra loro. La prima ha come sfondo Gerusalemme, ricostruita dopo l’esilio babilonese; una grande folla è raccolta nella piazza davanti al Tempio; il sacerdote Esdra legge la Scrittura e ne spiega il senso profondo; il popolo ascolta, piange, prega. La seconda scena ha come sfondo la sinagoga di Nazaret. Gesù vi ritorna per offrire alla gente del suo villaggio le primizie della sua rivelazione. Come era solito, Gesù partecipa alle funzioni religiose della sua parrocchia, cioè la sinagoga, ogni sabato (che corrisponde alla domenica, il nostro giorno festivo). La gente lo conosce bene, perché questo suo paesano ha già fatto parlare di sé. Si alzò a leggere. Ogni adulto maschio poteva prendere l’iniziativa di leggere e commentare il testo, anche se di solito era il capo della sinagoga che designava il lettore. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia. Dal racconto non possiamo sapere se Gesù apre il rotolo a caso o se c’era già un segno. Fatto sta che questa pagina di Isaia rappresenta il manifesto programmatico di Gesù, una pagina scritta proprio per lui. Dopo la lettura, Gesù siede, come ogni buon maestro, ma l’evangelista Luca riprende al rallentatore ogni suo gesto: ripiegò il rotolo, lo consegnò all’inserviente e sedette; gli occhi di tutti erano fissi su di lui. La gente si aspetta la predica, ed ecco la predica più breve e densa della storia: Oggi si è compiuta questa Scrittura. Oggi! Cristo entra ancora oggi nelle nostre assemblee liturgiche con la sua Parola letta, spiegata, compresa, così che anche noi passiamo dall’indifferenza alle lacrime e alla gioia della conversione. Con Gesù si apre un giubileo, un anno santo, un anno di grazia che non ha fine.

* Per proclamare ai prigionieri la liberazione. Il Vangelo che Gesù annunzia non è solo liberazione dal peccato o salvezza dell’anima, ma è anche liberazione e salvezza di ogni uomo, da ogni forma di schiavitù, sfruttamento, degradazione. Una salvezza che avrà piena e completa attuazione alla fine del mondo, ma che diviene impegno quotidiano per ogni cristiano che voglia collaborare con Cristo e con la chiesa.
Liberazione è una parola molto abusata; tanti hanno in tasca un progetto di liberazione: i preti, i politici, i sindacati, gli scienziati, i produttori … Va subito sottolineata la specificità della liberazione cristiana, per evitare di trasformare il Vangelo in una ideologia della liberazione. La liberazione di Gesù riguarda tutto l’uomo e ogni uomo, altrimenti si allarga lo spazio della prigione umana. E’ certo importante risolvere il problema della fame di pane, di vestito, di casa … ma anche la fame di ideali, di giustizia, di senso della vita. Oltre alla repressione sessuale esiste anche la repressione del divino nell’uomo. La società permissiva gioca su questo equivoco: dare all’individuo l’illusione e lo stordimento della libertà, lasciandolo scorazzare entro spazi ben precisi, per poi manovrarlo. Questa società è permissiva ma non liberante; reprime dando l’illusione della libertà, come bene hanno spiegato i teorici della Scuola di Francoforte. La vera liberazione consiste nel realizzare l’essere più che l’avere, nel ricercare la sapienza più che l’informazione, nel privilegiare la pienezza più che l’ammucchiata, nell’esercitare la professione come vocazione più che come profitto. Buona vita!

סדר סעודת האדון
רומא מנהג לפי
Eucaristia del Signore – Rito romano
Lingua originale di Gesù di Nazaret.
Un tempo di forte spiritualità
per riflettere sul profeta Isaia
אִמְרוּ֙ לְנִמְהֲרֵי־לֵ֔ב חִזְק֖וּ אַל־תִּירָ֑אוּ הִנֵּ֤ה אֱלֹֽהֵיכֶם֙ ה֥וּא יָב֖וֹא וְיֹשַׁעֲכֶֽם ׃
Dite agli smarriti di cuore: Coraggio! Non temete!
Ecco il vostro Dio! Egli viene e vi salverà (Is 35,4).
Ogni ultimo sabato del mese (a partire da ottobre), ore 17.00
Parrocchia “Gesù Buon Pastore” (Sala G. Moscati) – Caserta
Prossimo incontro: sabato 30 gennaio
Per contatti: francescogaleone@libero.it
Sabato 6 febbraio inizierà anche il corso di mistica e lingua ebraica.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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