Considerazioni conseguenti lo studio della documentazione relativa al Progetto di Costruzione dell’impianto di Biodigestione Anaerobica in località “ASI – ex Macello Comunale”.

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 Lo scopo finale del WWF è fermare e far regredire il degrado dell’ambiente naturale del nostro pianeta e contribuire a costruire un futuro in cui l’umanità possa vivere in armonia con la Natura.

 

  

 Considerazioni  conseguenti lo studio della documentazione relativa al Progetto di Costruzione dell’impianto di Biodigestione Anaerobica in località “ASI – ex Macello Comunale”.

Premesso che:

  • Il Wwf condivide pienamente l’indirizzo assunto dal legislatore comunitario che ha introdotto una normativa, con la quale s’ intende stimolare un processo virtuoso, innanzitutto, volto alla riduzione della quantità e della pericolosità dei rifiuti e, secondariamente, al recupero degli stessi, mediante riciclo, reimpiego o reintroduzione nei circuiti produttivi.
  • Per il Wwf, anche se nel caso specifico non si tratta di fonti naturali rinnovabili ma di riciclo di rifiuti organici, il ricorso alle fonti di energia rinnovabile è una strada obbligata per ridurre l’utilizzo dei combustibili fossili e combattere i cambiamenti climatici, e gli impianti a biogas rappresentano una possibilità importante, in una regione come la nostra ricca di scarti organici zootecnici e agroindustriali.

Esprimiamo le nostre considerazioni in merito all’oggetto:

La documentazione acquisita è riferita ad una fase molto preliminare del progetto pertanto, a ns. avviso, manca la definizione di alcune strutture e processi.

Se un impianto di digestione anaerobica è ben progettato e ben gestito non emette cattivi odori, tuttavia ci sono stati esempi che hanno creato grandi disagi e conflitti sociali a causa delle emissioni maleodoranti. Le cause dei fenomeni odorosi particolarmente intensi possono essere ricondotte soprattutto alla presenza di situazioni critiche processistiche o impiantistiche come: presenza di sacche “anaerobiche” nei cumuli, scarso o intempestivo utilizzo dell’aerazione forzata della biomassa, 􏰀 rivoltamenti inopportuni e/o intempestivi. In tal caso, le molestie olfattive potrebbero coinvolgere sensibilmente le popolazioni residenti nelle zone limitrofe. Anche se nella documentazione non viene riportato nessun rapporto sulle caratteristiche bioclimatiche della zona, considerando che il sito ove è prevista l’ubicazione del biodigestore è circondato da n.4 comuni, distanti tra 900 e 1500 metri, indipendentemente dalla direzione del vento, ci sarebbero fasce di popolazione disturbate da eventuali emissioni maleodoranti. Inoltre, ad oggi, come più volte denunciato dalla ns. associazione, non esiste un monitoraggio adeguato  da parte degli organi competenti e quindi non è possibile, allo stato attuale,  studiare gli effetti delle emissioni del biodigestore sulla qualità dell’aria.

In merito riportiamo una nota della Regione Campania – Commissariato di Governo per l’Emergenza Rifiuti Linee Guida per la progettazione, la costruzione e la gestione degli impianti di compostaggio e stabilizzazione  del 2003 – Allegato 3 – Il problema degli odori negli impianti di compostaggio: natura, sistemi di trattamento, metodi di valutazione.

… Particolare attenzione deve inoltre essere posta nei confronti delle altre potenziali sorgenti di odore di un impianto, poiché non solo gli intermedi volatili di degradazione legati a condizioni processistiche non ottimali (anaerobiosi) generano odore, ma anche in parte quelli generati da rifiuti freschi o dalla miscela in compostaggio ad uno stadio di maturazione già avanzato.

… Oltre alla prevenzione, è bene d’altronde che gli impianti che trattano grosse quantità (es. con capacità operative > 10 ton/die) di matrici fortemente fermentescibili (fanghi, scarti alimentari, ecc.) e/o siano collocati in vicinanza di insediamenti abitativi (es. < 1000 metri) siano dotati di minimi presidi contro la potenziale diffusione di odori all’esterno…

… La presenza di odori sgradevoli va considerata come un fattore di alterazione del benessere psicofisico, o comunque causa di sgradevoli sensazioni di disagio. … Le molestie olfattive quindi sono spesso causate da sostanze presenti in minime quantità. Occorre sottolineare che alla molestia olfattiva, nel settore del compostaggio, in genere non corrisponde un impatto tossicologico; soprattutto nel caso degli impianti di compostaggio di biomasse da raccolta differenziata, che sono costituite da materiali di origine “naturale” (quali scarti di cibo, risulte di potatura, ecc.) le emissioni odorose sono caratterizzate semplicemente da intermedi volatili della degradazione microbica di questi substrati, ovvero molecole naturalmente presenti in natura, con scarso impatto sulla salute umana. (analoghe considerazioni sono state effettuate , in date più recenti, da organi tecnici sul territorio nazionale Arpa comprese)

NeNlle stesse linee guida:

3.1.2 Vincoli da considerare

Per ciascun sito di ubicazione devono essere esaminate le condizioni locali di accettabilità dell’impianto in relazione a:

…

aree collocate entro le fasce di rispetto delle diverse infrastrutture (strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, ferrovie, cimiteri, beni militari, aeroporti, ospedali, case di cura e simili, etc.); … rammentiamo che l’ubicazione del suddetto impianto è prevista a poche centinaia di metri dal costruendo policlinico,

  • Acque superficiali e sottosuperficiali

alla pag.n.7 dello studio di fattibilità, viene riportata la necessità di emungimenti dalla falda acquifera e immissione delle acque di scarico nella rete fognaria:  non viene riportata la stima di tale emungimento e quindi non è possibile ,per noi, esprimere un parere positivo; inoltre ci avrebbe fatto piacere venire a conoscenza che per le acque di scarico si potesse prevedere un recupero e un riutilizzo almeno parziale.

  • Contesto sociale ed economico

Pg.9 …gli effetti positivi … sul territorio… incremento occupazionale, creazione di indotto per il settore commerciale …: non vengono quantizzati e tantomeno valutati gli effetti sugli stessi contesti in caso di mal funzionamento (presenza del cantiere del Policlinico, attività alberghiere, presenza di istituti scolastici e uffici).

  • Effetti sul bilancio energetico.

Non essendo stato realizzato un P.E.C. (piano energetico comunale), allo stato attuale, non è possibile calcolare il reale beneficio sulla bolletta energetica per gli utenti a seguito dell’immissione di energia prodotta dalla combustione del bio-gas.

  • Qualità dell’umido – raccolta differenziata: non essendoci una raccolta differenziata “spinta”, non è possibile, per la presenza di scarti, la realizzazione di un compost di qualità, quindi di valore commerciale, sarà inevitabilmente basso.
  • La fascia di rispetto a verde riportata nei  disegni, risulta assolutamente insufficiente.
  • Ancora una volta, notiamo che vengono ignorati, nella progettazione, i criteri della bioedilizia: utilizzo di materiali naturali, pannelli fotovoltaici, recupero acque piovane e grigie, ecc.
  • Non si comprende cosa si intende per “comuni limitrofi” quando si parla per asservimento del suddetto impianto (Maddaloni, San Nicola la Strada, San Marco Evangelista? O altri?).

 

Le suddette considerazioni sono supportate da ampia bibliografia che sarà fornita su richiesta degli interessati.

Il Panda Team del Wwf Caserta

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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