Danzare la vita

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Scritto da Silvio Mengotto

Mercoledì 05 Marzo 2014 08:53 – Ultimo aggiornamento Mercoledì 05 Marzo 2014 09:00

La danza esprime in orizzontale l’aspirazione verticale. La vita èil palcoscenico sul quale siamo

invitati a “danzare”. Con questa intuizione il 27 febbraio ’14, presso la Scuola L’Arcobaleno dei

Sogni di Sonia Marcomini (Via Frigia 5) si èsvolto un incontro con il teologo Tiziano Izzo cultore

e insegnante presso il liceo coreutico. Tiziano Izzo ha presentato il suo libro

Hai mutato il mio

lamento in danza

 

(Gruppo Editoriale Viator, 2012) e il nuovo calendario della Scuola. La straordinaria presenza di

genitori risponde ad un desiderio inconscio di esplorare gli orizzonti, conosciuti solo in

superficie, della danza.

 

LA DANZA E LA VITA –

Il teologo ricorda che già nelle sue radici antichissime la danza

esprime un linguaggio universale e un legame con la vita. Tra i pellerossa le danze attorno al

fuoco sacro sono espressioni dei propri sentimenti. Si danza per chiedere la fertilità della

pioggia, per una buona caccia, per il successo in battaglia, per ringraziare il Grande Spirito per

tutto ciò che ha dato: il cibo, le pelli degli animali per coprirsi, la saggezza per chi è sciocco.

Quando muore un membro della tribù si danza senza tristezza per il defunto perché ha

compiuto il proprio dovere nella vita. La danza è così contagiosa che nel film Balla coi lupi il

tenete John Dunbar, interpretato da Kevin Conster, ancora solitario nell’avamposto militare

balla sfrenatamente come un indiano siuox attorno ad un falònella notte. Anche nella natura il

corteggiamento tra coppie di animali avviene con una danza. Nella cultura eritrea la danza èintesa come vita di Dio sulla terra. In Africa ci sono danze per il matrimonio, per un funerale, per

celebrare le stagioni. In alcuni villaggi la danza viene aperta dagli storpi della tribù anche per

loro èfesta e sono i primi ad averne diritto. Il nome eritreo Anna Kubula significa il ballo di Dio.

Questa vicinanza alla vita la troviamo nel flamenco, nel tango, nella tarantella e tamburiate

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Danzare la vita

 

Scritto da Silvio Mengotto

Mercoledì 05 Marzo 2014 08:53 – Ultimo aggiornamento Mercoledì 05 Marzo 2014 09:00

napoletane, nelle danze folcloristiche presenti in ogni regione italiana.

Nel XIV secolo in Europa si dipingono nelle chiese le danze macabre con diversi significati. A

Clusone ( val Seriana) è famosa la danza macabra nella chiesa di S. Bernardino. Sulle mura

esterne è dipinto il Trionfo della morte, si tratta di una moltitudine di scheletri che danzano

attorno a quello gigantesco della morte. Un cartiglio sopra il dipinto dice «O tu che servi a Dio di

buon cuore, non avere paura di venire a questo ballo, poichéa chi nasce èpur destino morire».

Il macabro affresco contiene una suggestione e una veritàche rimanda alla danza. Nel

linguaggio della Bibbia la danza si colloca nella benedizione di Dio per il suo popolo per

assicurargli la fertilitàdei campi, la feconditàdelle greggi e la saggezza. Benedizione divina

come capacitàdi Dio di trasmettere la vita alle sue creature come l’amore che si moltiplica per

divisione.

 

LA DANZA E LA FEDE –

Nel salterio si ringrazia Dio perché «hai mutato il mio lamento in

danza». Alcuni passi dei Salmi non solo rimando alla danza, ma vengono recitati danzando.

Dopo il passaggio del Mar Rosso, dove l’esercito egiziano trova la morte, il popolo ebreo canta

e danza la sua liberazione. «Myriam, la profetessa sorella di Aronne, prese in mano un

tamburello: dietro a lei uscirono le donne con i tamburelli e con danze. Myriam intonòper loro il

ritornello: «Cantate al Signore, perchéha mirabilmente trionfato» ( Es 15, 20-21). La figlia di

Iefre apre una danza in onore del padre che ha sconfitto gli Ammonniti (Gdc 11,34); le donne

d’Israele danzano per celebrare la vittoria del re Davide contro il gigante Golia (ISam 18,6-7).

«Lo stesso re Davide –continua Tiziano Izzo – si mette a danzare davanti all’Arca dell’Alleanza,

ci ricorda come la danza fosse diventata una delle forme ufficiali di culto e di preghiera in

Israele (2 Sam 6,5-14)». La danza era parte importante nei festeggiamenti dei matrimoni (Sof

3,16-17) e dei raccolti (Giud 21,21–er 31). Le nozze potevano durare anche 15 giorni

coinvolgendo l’intero villaggio. Per questo si consumava vino in abbondanza e si danzava molto

cantando il Cantico dei Cantici. Gli esegeti sono convinti che Gesùballava, soprattutto da

bambino, in occasione della festa delle Capanne dove si ricorda la liberazione dall’Antico Egitto.

A suo modo la fede èun invito a “danzare” la vita per renderla fertile e ricca di significato.

Danzare significa entrare in movimento, un mettersi in gioco e «permettere di passare –dice

Jean Louis Ska –dalla sterilitàalla fecondità vale a dire da un’esistenza che si sgretola e si

avvizzisce a un’esistenza che fiorisce per portare frutti» . Fa pensare quando Gesùnel Vangelo

dice: «Abbiamo suonato il flauto e non avete voluto danzare» (Mt 11,17; cf. Lc 7,32). Rudolf

Nureyev, danzando anche il respiro della libertà da figlio di contadini èdiventato l’atleta di Dio.

Le suore di clausura all’esterno delle mura del convento lasciano tutto, non la danza.

«Se il ballerino –conclude Tiziano Izzo –non forma il proprio essere alla sbarra invisibile della

vita, potràanche avere una tecnica eccellente, ma saràsempre povero di umanitàe di

sensibilitàartistica, perchénon c’èvera arte che non sia frutto di un pensiero profondo che

nasce anche da una vita sperimentata e donata».

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Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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