Domenica 26 maggio. Festa della Trinità (C)

 

Mistero e luce!

“Commento di don Franco Galeone”

(francescogaleone@libero.it)

*  La domenica “di Dio famiglia di amore”. La Trinità è un  “mistero”, non un “problema” della Trinità. Il problema è qualcosa che non conosciamo, ma che, con l’affinamento della ragione, con lo sviluppo della scienza, potremo alla fine conoscere. Il mistero non è qualcosa di assurdo, ma è una verità superiore: accecante come il sole che, pur nella sua lucentezza, non possiamo vedere se non grazie ad uno schermo oscuro; il mistero è qualcosa che mai comprenderemo, perché lui comprende noi, e ci obbliga a fare un salto, il salto della fede. Il mistero della Trinità ci fa toccare con mano la nostra povertà epistemologica, la fragilità di ogni filosofia e teologia! Dio non si trova alla conclusione di un sillogismo o di una delle cinque vie tomiste. Il dio dei filosofi non è il Dio di Gesù Cristo. A nessuno interessa un dio motore immobile, atto puro, pensiero del pensiero, causa finale, architetto dell’universo … Abbiamo bisogno di un Dio che possiamo chiamare Padre! Le prove, a priori o a posteriori, non hanno mai convinto nessun incredulo. Credere nella Trinità è ragionevole, ma non razionale. Questo mistero può essere nascosto ai sapienti e rivelato ai semplici. La più bella definizione di Dio l’ho ascoltata da un bambino: “Cosa è la Trinità? E’ una famiglia!”. Non lasciamoci invischiare nelle trappole della logica umana. Trinità non significa 1 = 3 ma che Dio è uno sotto un aspetto e trino sotto un altro aspetto. Noi non siamo politeisti! Noi veniamo dagli ebrei, e per loro, come per noi, il monoteismo è un dogma di fede centrale. Anche noi siamo trinità perché fatti ad immagine della Trinità: io sono unico, eppure sono, conosco, amo.

 

*  La Trinità non è un tema per sofisticate esercitazioni teologiche, né una riedizione purificata del politeismo e nemmeno una festa astratta per intelletti metafisici con lancio finale di scomuniche. Abbiamo trasformato nei secoli precedenti questa festa della “Famiglia unita” in uno scandalo della divisione. Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito ne sono costernati! E’ la rivelazione perfetta anche se misteriosa che Dio fa della sua famiglia. Per anni, la Trinità ha suscitato in me un senso di timore: mi spaventava quel vecchio centenario, quel triangolo, quell’occhio scrutatore! Diventato adulto, ho abbandonato quei simboli lontani dalla realtà del Dio-famiglia. Forse questo è capitato anche a molti credenti. Tutto cambia quando si parla di Trinità come Famiglia: il Padre, il Figlio, lo Spirito si amano davvero. La sola parola che ci permette di balbettare qualcosa circa la Trinità è “relazionalità”. Il mistero della Trinità ci rivela che Dio non è silenzio ma Parola, non è monologo ma dialogo, non è solitudine ma famiglia. Padre, Figlio, Spirito non sono solo tre ‘Io’ ma anche tre ‘Tu’.  Proprio perché non è solo un ‘Io’ ma anche un ‘Tu’, Dio può e vuole entrare con noi in dialogo. Amore di Dio significa anche questo: Dio è interlocutore dell’uomo, il Tu di ogni uomo. Quando la solitudine ci stringe, ricordiamo questo misterioso Tu che ci chiama e ci tiene compagnia. Fatto ad immagine di Dio, significa che l’uomo è chiamato ad essere luogo di relazione, a farsi tu per gli altri. Proprio perché Dio non è solo, nessun uomo è mai veramente solo! E’ la vita più bella, una vita davvero divina! Anche nella nostra famiglia, nella nostra vita di ogni giorno i rapporti umani non sono altro che un riflesso, più o meno felice, della Famiglia trinitaria. E’ così che la Trinità è entrata nella nostra vita relazionale. Ci ha insegnato ad accettare, ad amare, a donare all’altro senza nulla chiedere. Amare chi ci sta accanto, ma anche chi incontriamo per caso per entrare nel fascio d’amore del Padre, del Figlio, dello Spirito. La Trinità, una famiglia, dove ogni Persona dona tutta se stessa all’altra. Un progetto di vita!

Un cordiale SHALOM ai miei cinque lettori.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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