Elegia provinciale

libro-mare 

nell’ambito della conferenze pomeridiane di Opera e Dintorni
 
 
Sabato 30 novembre – ore 18
 
presso la Sala “Titta Ruffo” del Teatro Verdi (Via Palestro, 40 Pisa)
 
 
presentazione del romanzo
 
(Fratini editore, Firenze 2013)
 
di Giancarlo Micheli
 
coordina l’incontro Nicola Pagliaro
interventi critici di
Stefano Busellato
Rodolfo Tommasi
letture dal romanzo di
Anna Estdahl
sarà presente l’Autore
 

alcune letture dal romanzo:

dal capitolo V

dal capitolo VIII

dal capitolo X

dal capitolo XXXIV

dal capitolo XXXVIII

 

La FRATINI Editore, distinguendosi dalla prassi editoriale comune, inaugura la collana I Calami, dedicata alla narrativa, con il volume Elegia provinciale di Giancarlo Micheli, il quale non è una novità assoluta, ma la seconda edizione di un’opera che l’Editore considera di alto valore letterario. 

 

È stato scritto a proposito del romanzo:

 

“Siamo di fronte a un fenomeno di anaglittica lessicale, a scelte di finissimo intaglio espressivo: l’autore, prima, descrive la scena, dando l’impressione al lettore che le vicende non sarebbero state plausibili se non inserite in quel preciso contesto, quindi, introduce la sua musica, aprendosi al vento travolgente della poesia e della creatività totale.” Daniele Luti in Alleo discovering contemporary cultures (Giugno 2008)

 

“L’episodio scelto da Micheli per descrivere l’età pucciniana a cavallo tra provincia profonda e contesto europeo è il suicidio, avvenuto a Torre del Lago nel gennaio del 1909, di Doria Manfredi, domestica, di casa Puccini, mentre il Maestro è alle prese con le arie della Fanciulla del West. Da una parte, un contesto sociale umile nel quale la terra e i suoi riti (le coltivazioni, i lavori manuali, la caccia, le funzioni religiose) sono gran parte; dall’altra l’ambizione della borghesia abbiente nel riconoscersi parte di un’Europa ‘comune’ superando le frontiere nazionali.” Giovanni Nardi in La Nazione – Cultura&Spettacoli (Marzo 2008)

 

“Ora voi provate a dilatare a uno scenario più vasto, europeo, quel piccolo mondo torrelaghese, provinciale anzi paesano, egoista e incarognito; applicate su scala più vasta la dinamica del disamore che sovrintende ai comportamenti degli uomini e delle donne di quel ‘mondo minimo’ e avrete la spiegazione della allora incombente finis Europae. Siamo infatti alla vigilia di quella guerra terribile, destinata a spazzare via una civiltà che aveva prodotto straordinarie realizzazioni economiche, civili, scientifiche, artistiche…” Luciano Luciani in Arcipelago (Dicembre 2007)

 

“Si potrebbe qui ripartire da Duby e Le Goff, dalla nouvelle histoire – pensavano (grande illusione) che la Grande Storia venisse fatta dal basso, ignorando che la scrivono sempre i potenti e il corteo dei vincitori (cito il titolo d’una raccolta di poesie dell’ormai dimenticato Pietro Ingrao).” Mauro Baroni nella postfazione alla prima edizione (Baroni, Viareggio 2007)

 

“Grazie alla capacità del Micheli di offrire al lettore una trama non banale e non agiografica – riferendoci alla figura di Puccini – si assiste alla creazione di un romanzo davvero interessante, da cui viene bandita ogni retorica e si mantiene intatta l’attenzione nel seguire la vicenda di ogni personaggio, ben inserita nel contesto principale.” Elisa Davoglio in Literary Nr.11/2008

 

“Tutto questo l’io narrante di Micheli lo ottiene con la sterniana capacità d’intervento nell’opera, di cui è omnisciente direttore, attraverso un sottile dialogo con il lettore, che coinvolge nella conduzione del lavoro.” Fabio Flego in Erba d’Arno Nr. 112/113 (primavera-estate 2008)

 

“Giancarlo Micheli fa il romanziere. Lo fa con passo asciutto ed elegante, scegliendo ora il linguaggio del popolo, con le sue parole così antiche e cariche di vita, ora quello della bella società. Ma soprattutto lavora intorno a una storia minore per raccontare attraverso questa la vita, un pezzo di società di inizio Novecento.” in Il Tirreno – Spettacolo&Cultura (marzo 2008)

 

“Le descrizioni dei paesaggi e degli ambienti, scritte con grande serenità, che riecheggiano Manzoni e Verga, fanno da degna cornice ai fatti del romanzo ed aiutano ad immaginare anche visivamente l’ ambiente in cui si svolgono queste elegie provinciali nascoste dal perbenismo.” Julius Franzot in Literary Nr.11/2007

 

“Con stile colto e raffinato l’Elegia provinciale aggiunge parti ‘ricostruite’ nel rispetto dei dati storici, integrati da note esplicative (oltre duecento) a piè di pagina.” Luciano Nanni in Literary Nr.2/2008

 

“Il romanzo si legge con grande interesse per la mole di informazioni che contiene e per la capacità dell’autore di far rivivere quello scandalo che quasi cento anni fa divampò nel microcosmo torrelaghese. Lo stile di Micheli è ricercato, forbito e letterario, con accensioni poetiche. Un libro intenso.” Umberto Guidi in La Nazione – Viareggio (Marzo 2007)

 

“Al centro di questo nucleo narrativo si pone infatti, quello che una certa ricerca psicologica definisce come «l’impero dei sensi». Micheli ne è un accorto gestore e riesce così a cavarne quella segreta trama che dall’elegia evocata nel titolo passa alla tragedia, e dalla tragedia al grottesco in una lunga filamentazione di occasioni, dialoghi e strutture narranti. Ciò che però più stupisce in queste pagine è la lingua che Micheli usa: una strana lingua davvero che attraversa tutto lo spettro delle sue possibilità, dalla retorica al dialetto, dall’anacoluto alla metafora più ardita.” Giuseppe Marchetti in La Gazzetta di Parma (Settembre 2007)

 

 

 

per ulteriori notizie:

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Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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