Equitalia: ecco il piano segreto per smantellarla

Fonte Virgilio

L’Inps blocca i ruoli 2013, e dal 2014 possono scattare i licenziamenti al personale.

Pubblicato il 04/09/13 in Economia| TAGS: equitalia, riscossione, smantellamento

 

 

Soldi 

COS’E’ EQUITALIA

Il Gruppo Equitalia, partecipato al 51% dall’Agenzia delle Entrate e al 49% dall’Inps, nasce nel 2006 con lo scopo di garantire la riscossione delle somme dovute allo Stato con la massima efficienza possibile e senza i possibili conflitti di interesse che sussistevano con i precedenti riscossori privati (per lo più banche). E’ composto di 3 società: Equitalia per la riscossione dei tributi, che filiali in tutte le regioni italiane, Equitalia Servizi per la tecnologia ed Equitalia Giustizia per riscossione delle delle pene pecuniarie conseguenti a provvedimenti giudiziari.

 

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C’è un piano segreto per smantellare Equitalia? Secondo alcuni precisi segnali, messi in fila da un’inchiesta delle pagine economiche del Fatto Quotidiano, sì. Perchè l’impopolarità della società è andata oltre il contribuente arrivando a toccare la politica, che in campagna elettorale non ha esitato ad additarla come origine di tanti mali dimenticando che è comunque il Parlamento a decidere i poteri dei concessionari di riscossione. Tanto che in commissione Finanze alla Camera la procedura di riforma di Equitalia si è ampliata al punto da poter portare anche ad un tangibile ridimensionamento del personale.

 

INPS ADDIO – L’ente previdenziale, proprietario al 49% di Equitalia (l’altro 51% è dell’Agenzia delle Entrate), ha già iniziato l’opera di “sganciamento”. Dallo scorso dicembre l’Inps ha smesso di passare in automatico i suoi crediti alla società di riscossione, e persino di inviare lettere ai clienti per il cosiddetto “accertamento bonario”, bloccando in buona sostanza il recupero dei contributi non pagati nel 2013. La motivazione ufficiale è che il tutto dipenda dal fatto che si stiano rivedendo le procedure di rapporto con le aziende, in realtà pare che l’ente previdenziale stia per tornare ad affidare la riscossione alle banche tramite RID, sebbene negli anni passati il sistema si fosse rivelato tutt’altro che infallibile. E se l’Inps che detiene Equitalia al 49% opera in questa direzione, appare chiaro che il piano di riorganizzazione in corso somigli più ad uno smantellamento vero e proprio, con la sponda politica di cui sopra.

 

LICENZIAMENTI – Come accennato la procedura di riforma in commissione Finanze alla Camera apre diversi scenari, tra cui quello di un drastico ridimensionamento del personale dipendente. Da qualche tempo esiste anche lo strumento giuridico ad hoc, ossia l’articolo 3 del decreto sulla Pubblica amministrazione intitolato “Misure urgenti in materia di mobilità nel pubblico impiego e nelle società partecipate”. Ciò significa che i dipendenti in esubero possono essere messi in mobilità e spostati in un’altra partecipata anche contro la loro volontà (previo avviso alle rappresentanze sindacali). Chi rifiuta la ricollocazione, va da sè, può venire licenziato.

 

I COMUNI – Al momento Equitalia ha ancora un’utilità di fondo: la riscossione coattiva a livello comunale (seppure in calo del 50% circa rispetto al 2011). Si legge nel bilancio che la “necessità di recuperare risorse, unita al beneficio di sottrarsi all’impatto sociale delle azioni coattive, continuano a spingere gli enti locali a ricorrere ai servizi di Equitalia”. In pratica i sindaci, per non perdere voti, non vogliono recuperare i soldi in prima persona e si affidano ancora volentieri a Equitalia. In attesa che il Parlamento trovi una soluzione, Equitalia resta in vista quasi solo per questo.

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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