EUROPEE, PER DI MAIO DUE SORPASSI DA INCUBO

EDICOLA Fiori

di Elia Fiorillo

Proprio brutta la storia di Giggino Di Maio e le elezioni europee. Il Capitano, Capitone – nel senso che sa ben intrufolarsi in tutte le salse – , Salvini ha stravinto. Certo, un buon risultato Giggino sapeva a priori che il suo amico-nemico lo avrebbe riportato. Ma che arrivasse al 34,3, mentre i grillini precipitassero al 17,1%, superati dal Pd con il 22,7%, nemmeno nell’incubo più terribile lo avrebbe immaginato. Passi pure per il sorpasso salviniano, ma che il Pd facesse super Bingo scavalcando il suo partito, questo proprio no. I tempi in cui Matteo Renzi riusciva a raggiungere il 40% erano un lontano e sbiadito ricordo. Quel 23% conquistato da Zingaretti è qualcosa di inaccettabile. Che cosa succederà ora? Per il momento niente. Anche se il Matteo padano già ha comunicato ai partner di governo che non potranno continuare a dire di “no” alla Tav e via proseguendo. La sconfitta dei 5Stelle è soprattutto una batosta per Di Maio che con molta probabilità già si è preso un vaffan… definitivo dal garante-padrone del MoVimento Grillo. Ma se anche il super-Grillo dei 5Stelle volesse continuare a sostenere Giggino, è la base che ha deciso di voltare pagina. Ma con chi? Con l’eterno viaggiatore Di Battista? Probabilmente no. Diversi i candidati alla successione che il garante- Grillo con molta probabilità già sta valutando per una futura scelta. Non c’è per il momento un “nome” che possa far pensare alla sostituzione di Di Maio, certo è che la lotta per il potere interna ai grillini è cominciata da tempo.

Salvini, dopo il risultato ottenuto, già si sente il nuovo presidente del Consiglio. Darà la spallata definitiva all’attuale primo ministro Conte? Probabilmente no. Sicuramente sta pensando ad elezioni anticipate che la Sorella d’Italia, Giorgia Meloni, invoca forte del 6% conquistato ultimamente. C’è un dato però che non può essere sottovalutato e cioè che l’economia italiana non gira al massimo, anzi. Di problemi ce ne sono tanti e vanno affrontati con determinazione. Meglio, per Salvini, continuare con l’attuale esecutivo, facendo pesare il successo ottenuto. I litigi elettorali sono finiti. I Cinquestelle, in questa fase, hanno tutto l’inte resse a collaborare con la Lega proprio per evitare che questa segua il consiglio di Giorgia Meloni.

La campagna elettorale è finita e non conviene più a questo governo sparare sull’Europa. Anzi, sotto sotto, bisogna trattare con Bruxelles. L’Italia non può assolutamente permettersi blocchi relativi ai finanziamenti che arrivano dal Belgio. Bisogna evitare che le sovvenzioni relative a progetti comunitari tornino indietro per l’incapacità delle Regioni, o di altri soggetti beneficiari di quei contributi, di spendere le risorse comunitarie. Bisogna attrezzarsi come Paese a essere presenti ai tavoli europei con i nostri migliori funzionari, perché la presenza qualificata in Europa non può che dare vantaggi all’Ita lia. Ed anche i politici eletti al Parlamento Europeo devono seriamente impegnarsi nell’interesse del nostro Paese a Bruxelles e Strasburgo. Troppo spesso i nostri eurodeputati non si sono assolutamente impegnati nel Parlamento Europeo, ritenendo lo stesso solo un benefit, un incarico da sfruttare e non qualcosa di estremamente importante per il futuro dell’Italia. E non parliamo solo dei cosiddetti Sovranisti. Ci riferiamo anche a quei europarlamentari profondamente convinti dell’im portanza dell’Europa unita. Sempre più il Parlamento europeo sarà determinante per i destini dell’Europa e per questo c’è bisogno di politici seriamente impegnati.

Una cosa è la campagna elettorale, un’altra cosa è il dopo. La situazione in cui versa il nostro bel Paese non è delle migliori. C’è la necessità che i partiti al governo – specialmente quello che è stato premiato dagli elettori e che ha il vento in poppa – si rendano conto che non ci può essere una perpetua campagna elettorale fatta d’im magini simboliche, di prese di posizioni giornaliere sui fatti più vari, di selfie a go-go. C’è bisogno che la situazione economica del Paese cambi. C’è bisogno di più lavoro, di più investimenti. Di una crescita complessiva del Paese e non di realtà super evolute e ricche ed altre povere e sottosviluppate. La questione meridionale, anche se non se ne parla più come una volta, esiste e va superata non con le solite promesse non mantenute ma con i fatti. L’Ita lia è una e una sola!

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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