Follia razziale

COMUNICATO STAMPA
 
“Abbia rispetto della storia e dei milioni di vittime della follia razziale l’amministrazione comunale di Salerno, che, solo oggi apprendiamo, ha dedicato una strada della città a Sabato Visco, estensore assieme ad altri nove luminari dell’eugenetica fascista del famoso Manifesto degli scienziati razzisti”. Lo affermano il coordinatore di ‘Memoriae’ (la manifestazione-evento che ogni anno ricorda le vittime della Shoah), Nico Pirozzi, e la presidente della Fondazione Valenzi, Lucia Valenzi.

“Appare davvero singolare che, tra tanti nomi, che hanno reso lustro alla città di Salerno, si scelga proprio quello di un uomo moralmente responsabile della morte di migliaia di ebrei italiani, di cui almeno quaranta campani. Quel nome – stigmatizzano Pirozzi e Valenzi – è un insulto alla memoria degli ebrei e di quanti hanno sofferto a causa delle leggi razziali. Leggi che, ricordiamo a chi continua ad avere scarsa memoria, furono peggiori di quelle di Norimberga, perché privarono di tutti i diritti decine di migliaia di cittadini italiani di fede ebraica”.
“Quella targa va rimossa al più presto perché è un oltraggio a quel carro ferroviario sul quale furono stipati come bestie migliaia di deportati italiani, che non più tardi di tre mesi fa abbiamo portato proprio a Salermo, nel museo dello Sbarco. Un carro attorno al quale, lo scorso 27 gennaio, si sono stretti la vedova di Shlomo Venezia, Aldo Pavia, Moni Ovadia e decine di studenti e loro insegnanti che non vogliono dimenticare, perché sanno che c’è un dovere ma anche un ‘diritto’ della memoria. Perché sarebbe paradossale che fossero proprio loro a ricordarci che un popolo senza memoria è un popolo senza storia. E Salerno, la città dello Sbarco e della Svolta, non può subire un simile affronto”.
“Siamo sicuri che il sindaco cambierà al più presto il nome di quella strada. Sì perché – concludono Pirozzi e Valenzi – Sabato Visco prim’ancora che direttore dell’Istituto nazionale della nutrizione e titolare della cattedra di Fisiologia generale dell’università di Roma, resterà sempre e comunque uno dei dieci scienziati razzisti”.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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