GIOVEDI’ 19 APRILE p.v. L’INCONTRO DI LETTERATITUDINI – TEMA: “HERMANN HESSE ED IL SUO SIDDAHARTA”

 

 

CANCELLO ED ARNONE (Elisa Cacciapuoti)  – E’ previsto per giovedì 19 Aprile p.v. alle ore 19,30 l’incontro mensile di Letteratitudini. Tema programmato è “Hermann Hesse ed il suo Siddaharta”.

Hermann Hesse, nato nel 1877 e morto nel 1962, è stato uno scrittore, poeta e pittore.

Figlio di un missionario, ebbe un’educazione rigidamente protestante. Dopo i primi romanzi di tradizione romantica fece un viaggio in India dove venne profondamente influenzato dalla spiritualità orientale. Anche il contatto con la psicoanalisi lasciò tracce nelle sue opere.

L’opera di Hermann Hesse esprime il rifiuto di una società moderna troppo tecnicizzata e il desiderio di recuperare una nuova e più profonda spiritualità. I suoi romanzi e racconti ebbero una forte influenza sul movimento giovanile di protesta degli anni sessanta e settanta.

Nel 1946 gli venne conferito il premio Nobel per la letteratura.

 Egli è uno dei più celebri scrittori tedeschi: convinto pacifista e appassionato orientalista, ha vinto il Premio Nobel grazie a capolavori come “Siddharta” e “Narciso e Boccadoro”   E’ stato considerato, ancora in vita, un guru dalla maggior parte dei suoi lettori, abituati a scrivergli e richiedergli aiuto e consigli per far fronte a problemi di ogni sorta. Così lo scrittore, che all’epoca si era ormai da diverso tempo ritirato a Montagnola, nel Canton Ticino, passava le sue giornate a rispondere agli appassionati, lamentandosi con amici e parenti di non avere più tempo per scrivere altro e di sentirsi sommerso da crucci non suoi. Uno strano destino per un uomo che, intimamente turbato, aveva passato la vita cercando di allontanare il più possibile da sé le intemperanze degli uomini.

 …E tutto insieme, tutte le voci, tutte le mete, tutti i desideri, tutti i dolori, tutta la gioia, tutto il bene e il male, tutto insieme era il mondo. Tutto insieme era il fiume del divenire, era la musica della vita. E se Siddharta ascoltava attentamente questo fiume… allora il grande canto dalle mille voci consisteva in un’unica parola… la perfezione… 

Ma di cosa parla una delle sue opere più importanti, ossia Siddharta?  E’, indubbiamente, un’opera storicamente rilevante nella letteratura mondiale del Novecento,   un romanzo che parla della ricerca di qualcosa che sembra essere fuori, ma alla fine alberga dentro di noi.

Siddharta è un ragazzo indiano che ha bisogno di trovare la sua strada e si incammina nell’India del VI secolo assieme al suo amico Govinda.

Iniziano così il loro percorso, e durante il viaggio incontrano i Samara, che sono degli uomini che riescono a vivere con poco e si immedesimano in tutto ciò che gli sta intorno. Dopo aver condiviso con loro questa esperienza mistica, si dirigono verso il Buddha Gotama. Sarà in seguito a questo incontro che Govinda decide di non proseguire con Siddharta il loro cammino e si aggrega alla setta.

Siddharta prosegue da solo per la sua strada e subito incontra Kamala, da cui imparerà l’arte dell’amore, ma anche i modi per guadagnare e divertirsi.

Inizia proprio a questo punto il processo di conoscenza di se stesso, poiché il giovane si lascia andare alle pulsioni, ai desideri e alle debolezze tipiche degli uomini, cosa che fino ad allora non aveva fatto, anzi aveva considerato come atteggiamenti negativi da evitare, peccati di cui non sporcarsi.

Il senso di colpa e la consapevolezza di essere incappato in uno sbaglio, conducono Siddharta alla fuga, lasciando la sua amata che avrà un figlio da lui che dovrà accudire da sola.
La messa in discussione e l’analisi della propria vita, portano come conseguenza in Siddharta, la necessità di una redenzione, una sorta di purificazione che il ragazzo vorrebbe ottenere tramite il suicidio.

Ma la vita sembra dargli un’altra possibilità, o per lo meno un segnale che distoglie il suo pensiero dall’idea che aveva di morte, quando incontra nuovamente il suo vecchio amico Govinda a distanza di anni e lì, sulle sponde di un fiume dove tutto sembrava volgere al termine, Siddharta ritrova il desiderio di ricominciare.

A quel punto si imbatte in un barcaiolo che insegna al ragazzo l’essenza dell’acqua, mostrandogli il proprio spirito, come se il fiume fosse un’entità viva.

Sono molti ancora gli incontri da cui Siddharta dovrà trarre insegnamenti, sono altrettanti i ricordi che pulsando nelle tempie gli renderanno immagini apparentemente dimenticate, che lo condurranno al suo passato, al suo rapporto conflittuale con il padre, e sono ancora tante le cose da comprendere, su cui riflettere.

Lo scrittore tedesco Hermann Hesse nel libro Siddharta vuole esprimere la necessità di conoscenza del mondo circostante e soprattutto di quello interiore attraverso un percorso spirituale e fisico che conduce a se stessi.

Vuole mettere in luce l’essenza del peccato che si nasconde in ogni uomo, anche quello che appare saggio e puro, ma Hesse vuole, soprattutto, mostrare quante alternative e possibilità ha ognuno di noi per trovare la redenzione e una pace interiore che non sia solo fittizia.
E questo può avvenire solo grazie alla conoscenza, alla messa in discussione e alle esperienze che arricchiscono ogni essere umano.

Gli amici di Letteratitudini già pregustano un’altra bella serata all’insegna della cultura e dell’amicizia ed invitano chiunque volesse partecipare a mettersi in contatto con la promotrice e coordinatrice del gruppo Matilde Maisto, contattandola sulla sua pagina FB. Vi aspettiamo!

 

 

 

 

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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