Grazzanise-A proposito dei 13 indagati grazzanisani della presunta truffa sui photored

Prof. Raffaele Raimondo del Direttivo Circolo PD “N.Jotti” GRAZZANISE

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                                                                                                                       Grazzanise, 23 ottobre 2011                                                          

 

                                                               Ai Sigg DIRETTORI delle Testate Giornalistiche casertane

 

Con cortese preghiera di pubblicazione. GRAZIE!

 

A proposito dei 13 indagati grazzanisani della presunta truffa sui photored

E’ L’INIZIO DELLA FINE PER L’ARROGANTE SVOLTA DI PARENTE?

 

“Nel democratico esercizio delle funzioni di dirigente del PD grazzanisano, sento il dovere di esprimere alcune ferme opinioni sul fatto giudiziario che ha portato ben tredici personaggi della locale Amministrazione comunale a trovarsi iscritti nel registro degli indagati per la vicenda photored-Romatek.

Anzitutto per l’assenza di commenti politici che, nelle prime ore, la stampa ha dovuto incassare sulla spinosa questione. Spero che i responsabili delle forze locali – compreso, naturalmente,  il coordinatore del mio partito, Roberto Parente – vogliano dir la loro e trarne, comunque con equilibrio e prudenza, le conseguenze più scontate, in direzione della massima collaborazione con i giudici che stanno da tempo lavorando al caso. Ogni silenzio si potrebbe prestare, infatti, ad un’obiezione di colpevole indifferenza, se non di vera e propria complicità.

Se è difficile ipotizzare adesso gli sbocchi prossimi e remoti delle indagini attivate, col contributo prezioso delle Forze dell’Ordine, non è affatto fuori luogo o troppo tempestivo parlare di <inizio della fine> dell’arroganza svoltista che per sfortuna e scorno del paese dura da troppi anni. Una compagine, quella inventata dal dr. Enrico Parente nel 2000, che ha captato i consensi elettorali ricorrendo al tracotante strapotere di un uomo che, a mio modesto e ma documentato parere, ha fatto più male a Grazzanise di tutte i precedenti sindaci dal 1948 ad oggi. E l’azione della Magistratura che lo vede attualmente fra i maggiori indagati si iscrive nel contesto di una gestione politico-amministrativa della <cosa pubblica> che definire <allegra> è il meno che si possa dire.

Il termine di paragone, molto in alto, è l’attuale Presidente del Consiglio: la stessa faccia di bronzo, lo stesso strettissimo legame alla poltrona, lo stesso sultanato condito di false promesse e di minacce lanciate a dipendenti comunali ed avversari politici, vigili urbani e perfino a carabinieri e poliziotti. Un sindaco che nel 2007 aveva avallato striscioni inneggianti all’antiStato ed offensivi per i Tutori dell’ordine pubblico non avrebbe dovuto avere l’avallo del <popolo sovrano> per l’elezione del figlio a sindaco, dopo un suo duplice mandato espletato fra mille provocazioni ed ambiguità. Nel 2010, così non è stato. E la dinastia regna ancora.

Eppure, al di là delle perplessità che un tale modo di far politica suscita di per sé e del grave allarme che i fatti già accertati sugli autovelox e sui semafori ed ora al vaglio degli Organi competenti, c’è un dato che traduco in una sfida a quanti conservano una briciola di pudore e di decoro civile e politico: pronunciatevi nel merito delle operazioni finanziarie e delle determinazioni istituzionali e gestionali volute dalle tre consiliature svoltiste. Abbiate il coraggio di dire la verità! Che c’entra l’unico vigile integerrimo Raffaele Petrillo in questa sporca storia? Quale sarà il giorno in cui l’ex sindaco Enrico Parente sarà sazio di strapotere e di vanagloria? Quando l’assessore Salvatore Raimondo si deciderà a mollare il suo assessorato alla P.I. che fa acqua da tutte le parti? Quando dalla minoranza neorizzontese capeggiata dall’ing. Federico Conte comincerà a venire una martellante e giusta opposizione coniugata ad un serio controprogetto politico per lo sviluppo di Grazzanise, paese buggerato dentro e fuori, paese abitato da cittadini che, per la maggior parte, vivono <di privato> senza neppure lontanamente concepire cosa sia il <bene comune>?”

                                                                                                                   Raffaele Raimondo

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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