Grazzanise-Cancello ed Arnone, la stessa tradizione “I FUJENTI”

di Giovanna Pezzera

Ogni anno secondo tradizione il Lunedì dell’Angelo a Grazzanise è dedicato alla sfilata dei ‘fujenti’. Ogni anno decine e decine di nativi del paese, ma residenti altrove per motivi di lavoro, trascorrono a Grazzanise la mattinata del ‘Lunedì in Albis’ e centinaia di persone, che normalmente non frequentano ‘la piazza’, si riversano lungo via Oberdan per assistere al breve spettacolo che i numerosi componenti della squadra dei ‘battenti’ locali allestiscono per l’occasione. L’attesa della squadra paesana cresce a mano a mano ma anche la commozione ha la sua parte, specialmente tra i battenti stessi che più degli altri vivono la realtà e la motivazione interiore della tradizionale sfilata. Non sono pochi, infatti, i volti commossi durante le piccole performance preparate per l’occasione sulle note e le parole dei canti dedicati alla Madonna dell’Arco. Note legate alla tradizione e struggenti che, se cantate con il giusto timbro, non possono non toccare le corde del cuore e dell’animo di quanti, senza preclusioni, assistono a queste tradizioni legate alla vita ed alla storia dei fedeli della zona. Non sono pochi coloro che iniziano i propri figli alla tradizione della sfilata dei fujenti già dai primi mesi di vita, portandoli in braccio lungo tutto il percorso, incuranti delle condizioni climatiche perché “’A Maronna ce pensa!”. Un abbandono filiale nei confronti della Vergine che le popolazioni del territorio trasmettono ancora oggi anche nel quotidiano. Sono di solito quattro le squadre che sfilano per le strade di Grazzanise: Cancello ed Arnone; ‘Poderi’; Brezza e Grazzanise. Troppi da contare. Folcloristico di sicuro ma toccante ogni volta che si incrocia il volto di chi per fede da anni mantiene viva la tradizione e vi partecipa con dedizione assoluta, così come è palpabile la delusione di chi, per motivi magari di salute, non può prendervi parte. Attesa è la squadra paesana, non solo e non tanto per campanilismo ma perché negli anni i componenti hanno allestito un breve spettacolo che rappresenta la storia del giovane sbandato che lancia la palla all’icona mariana mentre lo sbandieratore percorre tutta la strada lungo i cui bordi i fuejenti in ginocchio attendono la fine dei canti; al centro della stessa strada, bocconi, alcuni gruppetti raffigurano varie croci ed alla fine del corteo un grande altare della Madonna viene lentamente trasportato a spalla da un gruppetto di fujenti che procedono in ginocchio. Sempre in ginocchio si procede lungo la navata delle chiese fino agli altarini allestiti con l’immagine della Vergine da baciare e senza dare le spalle all’altare si torna fuori dove si riprendono gli stendardi e  le icone issate lungo il percorso.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *