GRAZZANISE – INCONTRO DI POESIA “SULLA PROSA DI NAPOLI LE ALI DELLA POESIA: SALVATORE DI GIACOMO, LIRICO ECCELLENTE”

 

di Matilde Maisto

 

Prof.Raffaele Raimondo

E’ di sabato 12 novembre u.s. l’ultimo incontro di “Librando”,  evento organizzato dal Presidente dell’Associazione Culturale Tre Grazie, Mattia Parente, presso l’Oratorio dell’Annunziata di Grazzanise.

Tema dell’appuntamento la poesia e più esattamente: “Sulla prosa di Napoli le ali della poesia, Salvatore Di Giacomo, lirico eccellente”.

Lettore d’eccezione delle splendide poesie del poeta è stato il professore Raffaele Raimondo, che, dopo aver salutato gli ospiti e dedicato la serata a Peppe e Pino, due amici conosciuti da tutti, si è dimostrato un vero istrione nella recitazione. Egli, ancora una volta, con la sua eccellente mimica ha dimostrato che la genialità è in lui, che la teatralità scorre dentro di sé, facendo brillare le poesie stesse, già bellissime, del fuoco sacro acceso nel suo cuore. E’ un vero istrione, quindi, a cui è molto difficile rubare la scena, infatti egli è riuscito ad incantare la platea degli ascoltatori che sono rimasti in religioso silenzio per circa un paio d’ore.

Ritornando al poeta, cerchiamo di dargli una connotazione storica e temporale ricordando che Salvatore di Giacomo nasce a Napoli 12 Marzo 1860. Avviatosi a seguire la professione del padre, lascia dopo pochi esami gli studi di medicina, scoprendo la propria vocazione poetica e letteraria. Ben presto comincia a collaborare con riviste e giornali, pubblicando articoli e novelle. Nel 1893 diviene bibliotecaro, ricoprendo negli anni seguenti tale funzione in varie biblioteche e istituzioni culturali di Napoli. Nel 1929 è nominato Accademico d’Italia. Muore a Napoli, il 5 Aprile 1934.
Autore di novelle, poesie, testi di canzone, Di Giacomo rappresenta una delle più intense voci poetiche di Napoli e dell’Italia di fine Ottocento e senza dubbio una delle più alte espressioni raggiunte dalla lingua napoletana. Alcune delle sue poesie, musicate da compositori dell’epoca, sono oggi capolavori indiscussi della canzone napoletana come Marechiaro, Era de maggio, Carulì, Palomma ‘e notte.

Salvatore Di Giacomo, straordinaria voce poetica di Napoli: «Ncopp’a lu mare passano, cantanno
d’ammore e gelusia, li rondinelle quando a n’ato paese se ne vanno» (da Fronna D’Aruta.)

Nel corso della serata sono state recitate le seguenti poesie:

-          Da ‘O MUNASTERIO: Chiove…tutto na vota; Stanotte all’una e mezza; Avummaria!…Chiagnenno…adennucch; Quanno more io vogl’esse accumpagn; Comme sta frà Salvatore?; Fartiè, scavate ‘o fuoco ‘int ‘o ciardino.

-          Da ZI’ MUNACELLA: Nu poco doppo ‘o fatto ‘e Masaniell; Salve Regina! Armuniosa e bella…; Ah, sfortunata, sfortunata a te!…;

-          Da  ‘O FUNNECO VERDE: ‘A fattura; ‘A suooresa ‘o jiuoco piccolo; ‘O ‘interesse:

-          Da VOCE LUNTANE: ‘O vico d’ ‘e suspire; Donn’Amalia ‘a Speranzella; ‘O vico d’ ‘e Scuppettiere.

-          Da ARIETTE E SUNETTE: Comme va?…; Piannefforte ‘e notte; Buono Natale.

-          Da ARIETTE E CANZONE NOVE: Mammema dice…

-          Da VIERZE NUOVE: Lassammo fa’ Dio

La recitazione delle bellissime poesie è stata accompagnata da un dolcissimo sottofondo musicale: Era de Maggio; Ave Maria; Popolo po’; Preludio; S. Lucia lunt; Anema e Core; Notturno; Tu scendi…; Spartacus; Adagio g-moll; Morricone, nonché da slides raffiguranti una foto di Di Giacomo, Notturna luce, Ave Maria, Monaco Sant, Rivolta a Napoli, Duomo, Fogliame, Ficus gigante, rose rosse, plenilunio, tramonto, natività, auaria, Piazza Dante, fuochi, la quiete.

Possiamo concludere, precisando che si è trattato di un evento molto bene organizzato per il quale facciamo i più vivi complimenti al Presidente Parente, nonché a tutti i componenti dell’Associazione Culturale “Tre Grazie”

 

 

 

PIANEFFORTE ‘E NOTTE

Nu pianefforte ‘e notte
Sona lontanamente
E ‘a musica se sente
Pe ll’aria suspirà.

E’ ll’una: dorme ‘o vico
Ncopp’a sta nonna nonna
‘e nu mutivo antico
‘e tanto tempo fa.

Dio, quanta stelle cielo!
Che luna! E c’aria doce!
Quanto na bella voce
Vurria sentì cantà!

Ma solitario e lento
More ‘o mutivo antico;
se fa cchiù cupo o vico
dint’a all’oscurità.

Ll’anema mia surtanto
rummane a sta funesta.
Aspetta ancora. E resta,
ncantannose, a penzà.

 

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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