I GEMELLI DIVERSI

Matteo-Renzi

Benito-MussoliniRenzi_matteo
di Raffaele CARDILLO
Speriamo che perdoniate il parallelismo tra le due immagini, ci sono, a nostro modesto avviso, degli atteggiamenti anatomo-morfologici abbastanza analoghi, una trasposizione temporale, una migrazione corporale, una reincarnazione tale da introiettare il corredo genetico della persona vissuta in precedenza e assumerne gli atteggiamenti, il modo di porsi e, soprattutto, quello di pensare.
Non vorremmo essere accusati di blasfemia se abbiamo osato inoltrarci in questo terreno tortuoso e di difficile percorso, pur tuttavia, rileviamo caratteristiche similari tra i due statisti nel tragitto, nell’escalation per la conquista del potere.
L’istituzione del partito unico è strettamente correlata al Partito della Nazione, l’insofferenza verso il sindacato dei lavoratori è simile a quello odierno verso il duo Camusso-Landini con relative manganellate agli operai dell’Ast di Terni; l’insofferenza verso gli avversari politici è perfettamente identica a quella verso i vari Bersani, Cuperlo, Civati e altri frondisti macchiati d’ignominia per non essersi allineati all’opinione dominante.
A ogni piè sospinto, si sente ripetere la frase di portare rispetto delle idee altrui, ma che non se ne tiene minimamente conto, un tireremo dritti vecchia maniera!
Non ci faremo irreggimentare dai diktat dell’UE, la nostra storia ci impone di reagire con le spezzare le reni alle plutocrazie occidentali: strani proclami che riecheggiano vecchi ritornelli che hanno innescato certamente non delle piacevolezze.
Assumere atteggiamenti da guascone senza avere alle spalle una solidità economica che permetta di trattare nel contesto internazionale, perlomeno, su un piano paritario, si perviene al risultato di creare polveroni, che provocano inevitabilmente i risolini sbeffeggianti di chi detiene le leve del potere nel contesto europeo.
Sarebbe opportuno che ogni tanto si facessero dei bagni di umiltà, delle abluzioni catartiche e rifuggire da quegli assalti alla baionetta che sono abbastanza anacronistici e tipici di una visione ristretta del governo di uno Stato, e rientrare nei ranghi dell’alta politica ove si respira aria purificatrice, che guarda ai destini delle nuove generazioni.
Confessiamo che all’inizio avevamo accolto con simpatia il nostro personaggio, le sue idee sembravano al passo con i tempi, uno spirito innovativo molto pervasivo, un eloquio che catturava le masse con la sua freschezza di contenuti, insomma un uomo nuovo che si affacciava con prepotenza nella vita pubblica italiana.
Purtroppo nello snocciolare i programmi e circa la tempistica di attuazione, sono cominciate ad apparire le prime crepe, le prime avvisaglie di un vizio tutto italiano di mantenere le promesse, il voler rimandare nel tempo delle riforme che sono di vitale interesse per la crescita del paese, dilazionarle alle calende greche, per i veti delle lobby, significa far sprofondare ancor di più la nostra economia, senza che vi sia una possibile via di scampo.
Il marketing della politica se è sostanza è utile, se è solo cosmesi è dannoso.
E’ fondamentale un cambio di marcia, un cambiare verso e scaricare quegli strani compagni di viaggio che hanno compromesso e pregiudicano ogni possibile resurrezione per far uscire la nostra amata Italia dalla palude del nulla.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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