Il diktat che Marchionnne ha imposto a Mirafiori e
Il diktat che Marchionnne ha imposto a Mirafiori e
 Pomigliano, con l’accordo di
 Fim,Uilm, Fismic,Ugl rappresenta il più grave
 attacco al lavoro e alla democrazia del
 dopoguerra. Il peggioramento pesantissimo
 delle condizioni di vita e di lavoro va di pari
 passo con un attacco a diritti garantiti dalla
 Costituzione di una gravità senza precedenti.
 È la volontà di riportare il lavoro ad una
 condizione servile, è la volontà di
 distruggere la Fiom per fare in modo che
 nei luoghi di lavoro esistano solo sindacati
 asserviti ai comandi dell’impresa.
 Si cancella il contratto nazionale per
imporre condizioni di lavoro pesantissime:
 per i ritmi, il taglio delle pause, il lavoro
 notturno, gli straordinari comandati senza
 contrattazione, il rifiuto
 dell’azienda di pagare i giorni di malattia a
 suo carico.
 Si cancella il diritto di sciopero, stabilendo che chi viola le clausole dell’accordo è passibile di
 infrazione disciplinar e quindi di licenziamento.
 Si elimina la possibilità per le lavoratrici e i lavoratori di poter eleggere i propri rappresentanti
 sindacali e si stabilisce che solo le organizzazioni sindacali che hanno sottoscritto l’accordo separato,
 abbiamo diritto ad esistere in fabbrica, eliminando per chi dissente ogni agibilità sindacale.
 È il lavoro schiavistico, la cancellazione della democrazia e della Costituzione. È un modello
 che non rimarrà confinato alla Fiat, ma che se non sarà contrastato e battuto diventerà il modello
 generale dei rapporti di lavoro nel nostro paese.
 NON CI STIAMO!
 È necessario che tutte le forze che non ci stanno, le forze di sinistra, si oppongano
 unitariamente a quanto sta avvenendo.
 È necessaria l’unità dei movimenti, per i diritti del lavoro, per la scuola e
 l’università pubblica, per la difesa dellÂ’ambiente e dei beni comuni.
 È necessario lo sciopero generale.
 www.federazionedellasinistra.com – www.controlacrisi.org.
La società civile
 con la Fiom:
 “Sì ai diritti,
 No ai ricatti”
 Firma l’appello di Camilleri, Flores d’Arcais e Hack
 Il diktat di Marchionne, che Cisl e Uil hanno firmato, contiene una clausola inaudita, che
 nemmeno negli anni dei reparti-confino di Valletta era stata mai immaginata: la cancellazione
 dei sindacati che non firmano l’accordo, l’impossibilità che abbiano una rappresentanza
 aziendale, la loro abrogazione di fatto. Questo incredibile annientamento di un diritto
 costituzionale inalienabile non sta provocando l’insurrezione morale che dovrebbe essere
ovvia tra tutti i cittadini che si dicono democratici. Eppure si tratta dellÂ’equivalente funzionale,
 seppure in forma post-moderna e soft (soft?), dello squadrismo contro le sedi sindacali,
 con cui il fascismo distrusse il diritto dei lavoratori a organizzarsi liberamente.
 Per questo ci sembra che la richiesta di sciopero generale, avanzata dalla Fiom, sia
 sacrosanta e vada appoggiata in ogni modo. L’inaudito attacco della Fiat ai diritti dei
 lavoratori è un attacco ai diritti di tutti i cittadini, poiché mette a repentaglio il valore
 fondamentale delle libertà democratiche. Ecco perché riteniamo urgente che la societÃ
 civile manifesti la sua più concreta e attiva solidarietà alla Fiom e ai lavoratori metalmeccanici:
 ne va delle libertà di tutti.
 Andrea Camilleri, Paolo Flores d’Arcais, Margherita Hack
 Primi firmatari: don Andrea Gallo, Antonio Tabucchi, Dario Fo, Gino Strada, Franca Rame,
 Luciano Gallino, Giorgio Parisi, Fiorella Mannoia, Ascanio Celestini, Moni Ovadia, Lorenza
 Carlassarre, Sergio Staino, Gianni Vattimo, Furio Colombo, Marco Revelli, Piergiorgio
 Odifreddi, Massimo Carlotto, Valerio Magrelli, Enzo Mazzi, Valeria Parrella, Sandrone
 Dazieri, Angelo d’Orsi, Lidia Ravera, Domenico Gallo, Marcello Cini, Alberto Asor Rosa.
 (4 gennaio 2011)