IL FANTASIOLOGO MASSIMO GERARDO CARRESE DIVENTA CUSTODE DELLA PAROLA “INIMMAGINABILITÀ”

 

La parola, tra le altre, rischia di scomparire dal dizionario della lingua italiana

La Società Dante Alighieri sul sito beatrice.ladante.it da molti anni stila un elenco di parole da adottare. Parole che rischiano di scomparire dai dizionari della lingua italiana perché obsolete o non più utili a descrivere la realtà dei tempi. Ma ci sono parole in cui si conserva la storia dell’essere umano e non possono andare perdute. In questa dimensione, il fantasiologo Massimo Gerardo Carrese, studioso di Storie e caratteristiche della fantasia e dell’immaginazione (www.fantasiologo.com), adotta le parole. Da diversi anni lo studioso cerca di prendersi cura di alcune parole che rischiano di scomparire nella lingua italiana e di “proteggerle” divulgandole il più possibile: attraverso le sue pubblicazioni (Ngurzu Edizioni), discutendone durante le sue lezioni (universitarie e scolastiche) o ai suoi incontri culturali (performance interattive) dedicati alle due facoltà della mente, la fantasia (facoltà del possibile) e l’immaginazione (facoltà dell’azione). Nel corso del tempo ha adottato parole come “fantasiosità”(carattere fantasioso), “onomaturgo” (chi crea parole nuove), delle parole “alfabetiere” e “alfabetario” (supporto didattico per insegnare l’alfabeto) sarà custode fino al 2020. La nuova adozione dello studioso per il 2016 riguarda invece la parola “inimmaginabilità”, vocabolo che conserva in sé non solo il carattere di ciò che è “difficile da immaginare” ma, come rileva lo stesso Carrese, un duplice aspetto: “Perché ho scelto questa parola? Per il suo duplice senso: l’impossibilità di immaginare qualcosa; la straordinarietà di un evento che si realizza. Parola che descrive la presenza del potenziale, del possibile, in ognuno di noi.” Adottare parole vuol dire conservarne la presenza nel dizionario (e tutti possiamo contribuire a questo gesto, basta andare sul sito della Dante e seguire le indicazioni) o quantomeno garantirne una tracciabilità negli scritti, un ricordo. Adottare parole vuol dire custodire un valore che, come per la parola “inimmaginabilità”, descrive un aspetto fondamentale dell’essere umano il quale, in una società che tende all’omologazione, dimentica le proprie potenzialità: l’abilità a immaginare anche l’impossibile e tendere alla sua realizzazione. La storia dell’umanità è colma di eventi “inimmaginabili”. Nel bene e nel male.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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