IL PREMIO CAMPIELLO 2015 HA INCONTRATO IERI GLI STUDENTI CAUDINI

Il Premio Campiello 2015 ha incontrato ieri gli studenti caudini

Grande soddisfazione di alunni, docenti e dirigenza

Lo scrittore Balzano e gli allievi del “Vanvitelli”: il romanzo strumento di conoscenza e dialogo

 

Nell’ambito delle attività previste dal progetto “Incontro con l’autore”, incluso nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF) e dal progetto “Scuola Viva”, per l’inclusione e il dialogo interculturale,  gli allievi delle classi seconde e terze dell’Istituto Comprensivo “Luigi Vanvitelli” di Airola-Arpaia-Paolisi hanno incontrato ieri, mercoledì 10 maggio, lo scrittore e docente liceale Marco Balzano, autore del romanzo L’ultimo arrivato (Sellerio, 2014), presso l’Istituto Penale Minorile di Airola.

Nel contesto di una serie di attività dedicate alla promozione della lettura come momento significativo per avvicinare gli studenti ai libri, durante l’intero anno scolastico il romanzo è stato letto, discusso e analizzato dai docenti insieme agli allievi, che ieri hanno finalmente potuto “interrogarne” l’autore.

L’ultimo arrivato, parabola sull’emigrazione meridionale al Nord con protagonista il bambino siciliano Ninetto, è una riflessione più ampia e profonda sul tema dell’emarginazione del diverso: ieri il meridionale, oggi i migranti. Marco Balzano, scrittore e docente liceale milanese, con questo romanzo, tradotto anche in Francia, Germania e Olanda, ha conquistato il prestigioso Premio Campiello 2015.

L’autore meneghino si è immediatamente congratulato con il “Vanvitelli” per aver adottato un’opera narrativa normalmente letta e studiata nelle secondarie di secondo grado o all’Università.  

Sulla scorta delle sollecitazione di una platea giovanissima e molto partecipe, Balzano ha sottolineato l’importanza del collegamento tra passato e presente, per cui il bambino Ninetto degli inizi della storia si trasforma in un adulto dei giorni nostri, alle prese con i vorticosi cambiamenti socio-culturali avvenuti tra il secondo dopoguerra e gli anni Duemila. Inoltre, tale nesso passato-presente permette di stabilire un legame tra il bambino migrante dal Sud al Nord del romanzo e i migranti siriani dei giorni nostri.

Non sono mancate le domande sull’autobiografismo del racconto: pur ricordando il trasferimento del nonno dalla Puglia a Milano e la fatica con cui il padre ha ottenuto la licenza media alle scuole serali, Balzano ha affermato di essersi ispirato ad una quindicina di testimonianze di emigrati meridionali al Nord, più che alla storia della propria famiglia, anche se – ha specificato Balzano – “è impossibile non parlare di sé quando si scrive”, e quindi qualcosa di Ninetto è sicuramente dell’autore.

In piena consonanza con le finalità del progetto “Scuola Viva”, lo scrittore ha poi rivendicato l’importanza della scrittura, come “un modo di stare al mondo, di ascoltare il mondo, di avvicinare il dolore degli altri e di essere curiosi”. Rispondendo alla domanda di uno studente, Balzano ha confessato la sua predilezione per le donne del suo romanzo, ed in particolare per Maddalena, “modello di coraggio tutto femminile”.

Ad un preciso quesito sul titolo, il docente milanese ha quindi spiegato che “l’ultimo arrivato” si riferisce non solo a Ninetto, ma alla condizione esistenziale di ognuno di noi, spesso “ultimi arrivati” non necessariamente in un’accezione negativa, ma anche come “portatori di nuovi messaggi”.

Inevitabile, viste le radici sicule del protagonista e l’ambientazione iniziale, un paragone dei giovani studenti con Verga, dal quale però Balzano ha dichiarato di essere lontano, poiché nel suo romanzo non c’è alcun “coro” che giudica (l’intero racconto è in prima persona) né alcuna volontà di ricostruire antropologicamente un intero mondo come nell’opera verghiana e, infine, ne L’ultimo arrivato il cambiamento è un momento positivo di crescita, al contrario di quanto avviene nella letteratura di Verga. Dal siciliano il romanzo mutua la struttura sintattica del parlato, che tuttavia con il passare delle pagine si contamina con il milanese, producendo un linguaggio movimentato, con l’obiettivo dichiarato di “far concentrare il lettore non sulla drammaticità dei fatti narrati, ma sulla vivacità del bambino”.

Altro passaggio delicato è stato dedicato al tema delle migrazioni; Balzano, dichiarando che non sopporta “la tendenza dei media a parlare della migrazione come se fosse un fenomeno solo di oggi” e che “gli Italiani sono il popolo più emigrante della storia”, ha aggiunto: “non ci sono migranti, migrati, clandestini. Ci sono persone che scelgono di spostarsi e chi parte ha la stessa dignità di chi resta”.

Colpo di scena finale quando, ad una domanda su quanto di autobiografico ci fosse nel personaggio del maestro Vincenzo, lo scrittore ha svelato che ad ispirarlo è stato il preside Vincenzo Di Lauro, suo maestro elementare e figura fondamentale per la sua scelta di diventare scrittore, che è stato invitato a salire sul palco essendo presente in platea. Balzano ha pertanto sottolineato agli adolescenti quanto sia decisiva “la volontà di scegliere i propri maestri”, “la volontà di imparare” e, “soprattutto per le generazioni più giovani, l’esperienza di provare ad ‘aggiustare’ ciò che si ha”.

Al termine dell’incontro, lo scrittore si è intrattenuto con gli alunni per autografare le loro copie.

Molto soddisfatto il Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo “Vanvitelli”, Giovanni Marro, che afferma: “Queste esperienze del contatto diretto con uno scrittore di tale portata arricchiscono e sono di forte valenza culturale e sociale per i nostri alunni”.

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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