IL PROF TUFARIELLO: “SE N’È ANDATO UN ACUTO INTERPRETE DEL RINNOVAMENTO ECCLESIALE”

 

L'arcivescovo di Capua, mons. Salvatore ViscoMons. Elpidio Lillo, vicario generale dell'Arcidiocesi capuana

 

SANTA MARIA CAPUA VETERE (Raffaele Raimondo) – Scendeva candida la neve, nella tarda mattinata di ieri, lunedì 26 febbraio, mentre si svolgevano al duomo i funerali di monsignor Domenico Di Salvia venuto a mancare domenica 25 nella Città del Foro, dov’era nato nel marzo 1940.

Il suo profilo biografico è stato ufficialmente proclamato dal vicario generale dell’Arcidiocesi di Capua, mons. Elpidio Lillo, prima che avesse inizio la solenne liturgia funebre presieduta dall’arcivescovo mons. Salvatore Visco, il quale ha anche pronunciato una tenera e profonda omelia alla folta presenza di autorità locali, presbiteri, suore, diaconi, esponenti di Confraternite ed Associazioni, fedeli e semplici cittadini che, nonostante il freddo pungente, hanno voluto stringersi intorno ai familiari e agli amici più cari, per dare l’estremo saluto, con gratitudine e rimpianto, all’amato parroco di Santa Maria Maggiore e San Simmaco, nonché secondo primicerio della cattedrale capuana.

Terminata la concelebrazione, abbiamo chiesto ad un personaggio importante del mondo scolastico casertano, il prof. Saverio Tufariello, di rievocare i passaggi essenziali di una testimonianza umana e pastorale sicuramente intensa.

«Mons. Domenico Di Salvia, per tutti affettuosamente “don Mimì”, nacque in una famiglia di salda tradizione cattolica» ha anzitutto ricordato Tufariello. «Entrò giovanissimo nel Seminario vescovile di Capua, dove frequentò il Ginnasio e il Liceo, per poi passare al Seminario maggiore di Benevento ove conseguì la licenza in Teologia. Nel 1966 fu ordinato prete dall’ordinario dell’Arcidiocesi di Capua, il compianto mons. Tommaso Leonetti, e assegnato alla chiesa collegiata di S. Maria C.V. come vice parroco coadiutore. Con limpido e infaticabile zelo esercitò il suo ministero nell’amministrazione dei sacramenti, nel sostegno spirituale agli ammalati e nell’insegnamento di Religione presso il locale Liceo ginnasio statale».

Così, fin dalla giovinezza si manifestò il fervente dinamismo che nel tempo don Mimì – sempre affabile, semplice, equilibrato – avrebbe impresso anche su altri versanti della promozione sociale e culturale. Non a caso Tufariello ha aggiunto: «Con spiccata sensibilità pedagogica si distinse promuovendo l’apostolato dei laici come assistente parrocchiale dell’allora G.I.A.C. (Gioventù Italiana di Azione Cattolica). Attento studioso delle vicende conciliari e acuto interprete del rinnovamento ecclesiale secondo l’insegnamento del venerato papa Paolo VI, don Mimì fu chiamato a far parte della struttura diocesana dell’Azione Cattolica quale assistente dell’Azione Cattolica dei Ragazzi (A.C.R.). Eretto parroco di Sant’Agostino in S. Maria C.V., dopo un periodo di fecondo ministero in un contesto non facile sotto il profilo socio-economico, per volontà dell’arcivescovo Luigi Diligenza si trasferì a Capua quale parroco della cattedrale e canonico del Capitolo metropolitano.

A Capua don Mimì visse anni fervidi di lavoro pastorale e di proficua collaborazione, onorando peraltro gl’incarichi di vicedirettore dell’Ufficio Catechistico diocesano e responsabile dell’Ufficio Scuola con il compito di organizzare i docenti di religione cattolica nelle Scuole di ogni ordine e grado».

Ma non fu quello l’epilogo. Aveva ancora tanto da dare alla comunità d’origine. Infatti, il prof. Tufariello ha detto in conclusione: «Da alcuni anni era rientrato nella nativa S. Maria C.V. quale parroco del duomo cittadino. Apprezzato e benvoluto per la sua sensibilità umana e per lo stile sacerdotale al quale era rimasto sempre fedele, nel 2016 aveva celebrato il cinquantenario dell’ordinazione, circondato dall’affetto e dalla gratitudine dei fedeli e di quanti ebbero modo di sperimentarne la profonda cultura religiosa e lo spessore spirituale. Ora se n’è andato, affidandosi alla misericordia salvatrice di Dio, ma la sua figura e il ricordo di Lui restano e rimarranno saldi e imperituri nella memoria e nel cuore della sua gente».

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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