IL SONNO DELLA RAGIONE

Tricolore

 

 di Raffaele Cardillo

Siamo un Paese quasi al collasso, nello stesso tempo la politica si distrae con i suoi compromessi, con i governi di larghe intese, con i governi di scopo e via dicendo, noncurandosi del declino ormai conclamato della nostra economia.

Un gruppo di potere che si trastulla con i suoi privilegi, che si azzuffa per la difesa dello scranno, mercificando la loro dignità pur di avere una prossima rielezione nel supremo consesso legislativo.

Si assiste a dei continui cambi di casacca che ha del vergognoso, alcuni personaggi che dovrebbero rappresentare il popolo italiano e avere una caratura di rango sotto ogni profilo, risultano invece degli avventurieri adusi a ogni forma di compromesso, dei senza Dio che offendono il comune senso del pudore.

Sgrammaticati, senza cultura, azzeccagarbugli prestati alla politica, pressappochisti che perseguono un unico obiettivo lo arraffare quanto più possibile, in totale dispregio di ogni etica comportamentale.

Spettacoli indecorosi si susseguono con un ritmo incalzante nei talk-show televisivi, risse verbali, baruffe ai limiti del trivio, discorsi insipienti, senza costrutto, ci sono propinati ogni giorno dai soloni di turno, senza che all’orizzonte s’intraveda una pur minima soluzione ai problemi italici.

La Nazione si avvia inesorabilmente verso la deindustrializzazione, complice l’assenza di una seria politica  ad hoc e la disavvedutezza di chi dovrebbe dettare la linea economica.

Assistiamo impotenti alle vacue diatribe, tra personaggi da operetta, prossimi a scomparire dalla scena politica, che tuttavia non mollano, un estremo patetico tentativo per ritardare un destino ormai segnato.

Imprese ritenute eccellenti costrette a chiudere i battenti e naturalmente fagocitate dalle concorrenti estere a prezzi di saldo, con una progressione incontrollabile i gioielli di famiglia sono acquistati dai COMPRORO di turno, un effetto DOMINO dagli sviluppi devastanti e destabilizzanti.

Aziende ritenute a tutte gli effetti decotte e, quindi incapaci di produrre utili, vengono a tutte i costi sostenute, con gran dispendio di fondi delle nostre esauste finanze, per un’idea balzana di difesa dell’italianità, rifiutando delle vantaggiose offerte di partners internazionali che avrebbero potuto risollevarne le sorti.

Fiumi di denaro prelevati in maniera coatta dalle tasche dei contribuenti e, riversati in operazioni finanziarie cervellotiche e dissennate, che hanno un unico fine quello di appagare i sensi di onnipotenza, sventolando la bandiera di un nazionalismo becero, precursore di un futuro pregno d’incognite e privo di progettualità, una deriva d’immani proporzioni.

Siamo stanchi di guardare uno Stato, parafrasando la canzone di De André “ Don Raffaè” che: si costerna, s’indigna, s’impegna, poi getta la spugna con gran dignità!

Alla luce di queste inquietanti prospettive, ci ritroveremo a non poter più onorare i nostri impegni, il nostro Debito Sovrano sarà sganciato dagli investimenti internazionali e quindi destinato al tracollo.

Sinistri presagi si affollano alla mente, il più lugubre s’identificano con la Repubblica di Weimar, uno spettro che aleggia implacabile sui destini della nostra penisola, sarebbe oltremodo tragico che si ripetesse quanto accaduto nella vicina Germania.

Vi sono delle agghiaccianti analogie che concorrono a determinare lugubri valutazioni, speriamo fallaci, e tra queste, l’instabilità politica, un’economia arrancante e un popolo che vorrebbe protezione ed è alla disperata ricerca di un movimento che lo tuteli e lo faccia uscire dalle sabbie mobili della povertà.

In questi casi mai affidarsi a chi millanta soluzioni portentose, a dei novelli taumaturghi depositari di ricette miracolistiche che, hanno come unico obiettivo l’abbattimento della democrazia e l’instaurazione di un regime totalitario: LA STORIA DOCET!

La disperazione è cattiva consigliera e ci viene in mente il famoso dipinto del pittore spagnolo Francisco Goya denominato “Il Sonno della Ragione” che mostra un uomo addormentato, mentre intorno a lui prendono forma delle figure mostruose, terrificanti, esse non sono altro che il parto della sua mente tormentata, angariata dai travagli quotidiani.

In chiave allegorica l’artista tendeva a dimostrare che quando gli animi sono esacerbati e si tende a rifuggire dalla ragione, s’imbocca una china pericolosa e i risultati saranno fatalmente perniciosi, da qui l’enunciato:

“Il Sonno della Ragione genera Mostri”.  

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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