Il successore di Papa Benedetto XVI

N O T A

N O M E N              O M E N

Si apre oggi il conclave che eleggerà il successore di Papa Benedetto XVI, Pontefice che – al di là del personale e straordinario atto di coraggio col quale ha preferito lasciare la cattedra di Pietro per servire la “sua” Chiesa nel silenzio della preghiera – ha operato in  profondità e con grande umiltà,  servendosi di una rara cultura e di una fede solida.

Il collegio cardinalizio dovrà così eleggere il nuovo Pontefice. decisione sempre difficile per l’importanza e la delicatezza della scelta ma questa volta determinante per i fedeli e perl’intera umanità perchè il nuovo Papa dovrà guidare, e rinnovare, una Chiesa chiamata ad affrontare un mondo che ha vissuto, e sta vivendo, uno dei più rapidi cambiamenti delle categorie culturali, sociali ed economiche mai registrato, quasi una “rivoluzione antropologica”.

Presi dal normale e comprensibile esame dei possibili “papabili”, anche questo orientato da aspettative e speranze derivanti dalle biografie e dai profili ecclesiastici e culturali dei vari porporati, è sfuggita una circostanza che potrebbe essere considerata una mera “curiosità” ma che – se approfondita – rivela quanto alcune scelte di Papa Ratzinger siano state provvide. 

Sì perchè tra i Cardinali elettori figura questa volta un tal Marx, non Carlo come quello del “Capitale” ma Reinhard – cardinale di Santa Romana Chiesa e Arcivescovo di Monaco di Baviera. Ma le analogie non si fermano qui perchè il Vescovo Marx – il più giovane tra i Cardinali  ed elevato a quella dignità proprio da Benedetto XVI° – è anche autore di un libro intitolato proprio “Il Capitale. Una critica cristiana alle ragioni del mercato”, e  sembra essere stato tra i collaboratori del Papa nella stesura della  fondamentale enciclica  “Caritas in veritate”.

Prima di confinare anche uno studioso eccezionale ed un pastore di grande profilo come il Cardinale Marx nella abusata categoria dei “cattocomunisti” o “teologi della liberazione”,  sembra giusto osservare come Ratzinger – il quale altrettanto  semplicisticamente è stato arruolato tra i “conservatori” – abbia intuito il valore dell’uomo e la necessità di approfondire il tema, mai sufficientemente esplorato e valorizzato, del rapporto tra la Chiesa ed il suo messaggio ed il liberismo.

Ecco perchè l’esordio del citato libro del Cardinale,  ironico ma profondo,  appare di grande attualità ” Egregio Karl Marx, caro omonimo, lei è stato a suo tempo, un ateo convinto e battagliero avversario della chiesa. Perciò, ad alcuni marxisti, che si credono suoi eredi legittimi, sembrerà una sorta di ‘delitto di lesa maestà‘ che io, un vescovo cattolico, le scriva questa lettera. Ma lo faccio lo stesso. Le scrivo perchè ultimamente c’è una domanda che non mi da pace alla fine del xx secolo, quando nella lotta tra i due sistemi ‘l’occidente capitalista’ ha avuto la meglio sull’est comunista”, non era troppo presto per condannare lei e le sue teorie economiche ?”.

I dubbi ed i timori che tale esordio possono suscitare  in ogni cattolico vengono fugati dal sottotitolo del libro “una critica cristiana alle ragioni del mercato”, coerente con le tesi del Cardinale in quanto  critica ispirata alla tradizione ed al pensiero sociale della Chiesa, che nel valutare il pensiero del  Marx economista,  ben distinto dai suoi eredi politici,

attualizza anche la necessità per il pensiero cattolico di porsi in maniera originale e con coraggio a difesa di coloro i quali vivono sulla propria pelle le conseguenze di una globalizzazione selvaggia, figlia degli interessi di coloro che vogliono – attraverso le presunte “esigenze” del mercato – difendere egoisticamente i propri privilegi.

Del resto il pensiero ed il conseguente coraggio delle tesi del Cardinale sono figlie di una tradizione – talvolta ostacolata e frenata dalle contingenze storiche – che prende le mosse sin dalla “Rerum novarum” ed è proseguita anche per quanto affermato dai Papi in passato. Occorrono ora  uomini di cultura e di fede i quali, come Reinhard Marx,in questi tempi tanto confusi e difficili favoriscano  la nascita di  un grande progetto che faccia, come giusto, della Chiesa un baluardo per l’uomo, le sue necessità e la sua dignità.

Auguriamoci pertanto che il nuovo Pontefice sappia interpretare il tanto necessario ed auspicato rinnovamento della Chiesa anche in campo sociale,  giovandosi appunto delle tesi e del pensiero di uomini come l’Arcivescovo di Monaco. 

Carta ’48

(la nostra riflessione sarà  pubblicata anche sul sito www.carta48.org)

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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