In Sicilia.

di Vittorio Russo

Ho visto quello che qui appresso ho provato a descrivere:

Sicilia, terra cara alle genti. Terra di mari furiosi tra Scilla e Cariddi, tenebrosa di morti antichi pianti da madri puniche e romane. Terra di battaglie d’acque tra Capo Ecnomo ed Egadi. Terra di venti indomati che solo Eolo regge e dona a Odisseo per un non voluto ritorno a Itaca. Terra di vampe furiose che bruciano le piane dove pascolano i buoi del Sole Iperione.

Terra di miti raccontati senza posa da generazioni innumeri di vecchi dai volti fioriti di aedi e rapsòdi. Terra di tempi lunghi in file interminabili di secoli dove gli spazi sono vuoti ma cantano il passato di guerre, di amori, di profumi di zagare e pomelie. Terra di suoni d’idiofoni e di arpe nell’aria dove il gabbiano gracida e racconta l’affanno del mare.

Terra di animali raminghi, di cani che latrano quasi con dolcezza amica. Terra di navigatori solitari, di pescatori nati con reti sul corpo come manti regali, con dita a forma di ami e occhi acuti di uccelli di rapina. Terra di contadini muti e donne che nascondono volti di bellezza perché non la profani la luce. Terra di vini forti come il fuoco etneo che arde negli abissi dell’Erebo. Terra di sangue, di sudore, di faville e di acque amare, di spazi infiniti e di glorie insepolte.

Terra madre e officina insonne dove rimbomba il maglio di Efesto e scintillano spade di ossidiana eolia. Terra di sale, di sole, di capperi e di pini, di colonne agrigentee come pilastri del cielo. Terra di Fenici senza terra e di Arabi di terra affamati, di conquistatori vichinghi avidi di luce e di hidalgos in cerca di nuovi orizzonti. Terra di cento popoli senza storia che qui ne hanno fatta tanta e hanno scritto pagine immortali lasciandoci eredità di miti, di sogni, di musica e di speranza.

Terra di gente che vive oltre il tempo dei ricordi, da Archimede a Sciascia, da Gorgia a Bellini.

Qui c’è tutto.

Qui gli dèi hanno ricamato il percorso della perpetuità del bello. Questa è Terra mai sazia di cultura e di attesa.

Per tentare di capirla bisogna sospendere il tempo. Provateci!

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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