“Istituto da rimodulare. Stiamo raccogliendo istanze, troppi assassini per strada”

(Comunicato Stampa 26/08/2020) Patteggiamento, il grido dell’AIFVS
Onlus:
“Istituto da rimodulare. Stiamo raccogliendo istanze, troppi assassini
per strada”
ROMA. Casi di patteggiamento in aumento nei tribunali del 10,1% per
omicidi stradali. E’ questo il dato statistico inerente il procedimento
speciale sempre più attuale nei processi italiani, che sta facendo
infuriare i familiari delle vittime della strada.
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In effetti, il patteggiamento, disciplinato dall’articolo 444 del
codice
di procedura penale, concede l’opportunità all’indagato di ottenere una
pena pecuniaria (diminuita di un terzo) o una pena che prevede una
detenzione massima di 5 anni (reclusione o arresto) o una sanzione
sostitutiva. Ad avanzare la richiesta può essere anche il Pubblico
Ministero.
Abbiamo chiesto al presidente dell’Associazione Italiana Familiari e
Vittime della Strada Onlus, Alberto Pallotti, quali siano gli aspetti
negativi di tale istituto: “Con l’accettazione del patteggiamento,
vengono favoriti gli interessi degli assassini della strada, i quali
ricevono una condanna senza lo svolgimento fattivo di un processo e,
quindi, senza permettere alla famiglia della vittima di esternare il
suo
dolore in Tribunale. Inoltre, la parte offesa non può chiedere il
risarcimento pecuniario in sede penale ed è costretta a ricorrere alla
fase successiva civile, la quale può perdurare diversi anni. Qualora si
seguisse l’iter giudiziario penale, è prevista una quota previsionale.
Bisogna anche precisare che se la condanna patteggiata è inferiore ai
due anni, essa non risulterà iscritta sul casellario giudiziale
dell’imputato, grazie al beneficio della non menzione. E’ quanto, ad
esempio, accaduto alla famiglia Crisafulli per la morte del 28enne
Mimmo: l’imputata, seppur non si sia fermata allo stop, ha ottenuto,
tramite patteggiamento, una condanna di soli cinque mesi e dieci giorni
di reclusione, con la condizionale, la non menzione e revoca della
patente di guida. Dulcis on fundo, il procedimento con patteggiamento,
la cui chiusura avviene, nella maggiore delle volte, anche in meno di
24
ore e che sottende inappellabilità, si svolge in camera di consiglio
con
udienza senza pubblico. Chi chiede patteggiamento è, nel più dei casi,
un imputato cosciente della sua colpevolezza, che rischia una pena più
grave di quella che potrebbe ricevere in un processo ordinario e che
evita costi aggiuntivi legati alla parcella da corrispondere al proprio
avvocato. La fortuna è che ci siano ancora giudici che respingono le
richieste di patteggiamento, ritenendo troppo gravi i comportamenti
tenuti dagli autori degli omicidi stradali, spesso sotto effetto di
sostanze stupefacenti, al cellulare, ubriachi e irrispettosi dei limiti
di velocità. Il messaggio che passa, tramite il patteggiamento, è che
in
Italia si può uccidere un essere umano senza ricevere una pena che
possa
rendere giustizia alle vittime ed alle loro famiglie condannate
all’ergastolo del dolore”.
In questa fase storica, l’A.I.F.V.S. Onlus, con il responsabile della
sede Aversa ed agro aversano, Biagio Ciaramella, sta affrontando il
caso
di Giorgio Galiero, investito ed ucciso il 17 agosto del 2019 in via
della Acacie a Castel Volturno, all’altezza del locale “Bambusa”. Alla
guida del Bmw X6, con targa polacca, un uomo ucraino senza permesso
soggiorno che, dapprima, ha ricevuto una condanna a 5 anni di
reclusione, per poi, dopo appena 7 mesi, essere destinato ai
domiciliari, dove viene controllato attraverso ad un braccialetto.
Sviluppi della condanna che hanno aumentato l’angoscia della famiglia e
di Francesca Valente, compagna della vittima. La donna, in compagnia di
Ciaramella e della presidente dell’associazione “Mamme Coraggio”, Elena
Ronzullo, ha incontrato, lo scorso 28 luglio, il Sottosegretario alla
Giustizia, Vittorio Ferrarese, presso il Ministero competente in Roma.
“Alle nostre perplessità inerenti il patteggiamento – ha affermato
Biagio Ciaramella -, il sottosegretario ha sottolineato che, in tal
senso, i lavori sono in corso. Ringraziamo per la vicinanza il
giornalista Geo Nocchetti, che sta dando voce a tutte le vittime della
Strada sul territorio”. A partire da settembre, riprenderà il suo corso
il programma “Ingiustizie – Uccisi sulle Strade, Impuniti dalla
Giustizia”, diretto da Pietro Crisafulli e supervisionato da Biagio
Ciaramella.
Sito web https://www.vittimestrada.eu/

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Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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