LA CADUTA DI UN IMPERO

 

Obama

Obama

 

 di Raffaele Cardillo

Lo spettro della bancarotta sta calando inesorabilmente sugli Stati Uniti d’America, un evento senza precedenti sta mettendo in ginocchio una delle economie più fiorenti della Terra, uno “shutdown” ovvero chiusura degli uffici pubblici, dai risvolti destabilizzanti, uno incrociare di braccia dei lavoratori federali statunitensi con effetti devastanti sull’intero comparto economico, con ripercussioni gravissime per l’immagine dello” Stato a Stelle e Strisce “.

Il mancato pagamento delle competenze comporterà una chiusura parziale dell’attività di governo, privilegiando i servizi pubblici essenziali.

La genesi di tale iattura e la perenne lotta tra i Repubblicani e i Democratici, i primi detengono la maggioranza alla Camera dei Rappresentanti mentre i secondi la possiedono al Senato.

Questa discrasia istituzionale fa sì che vi è un perenne conflitto, un gioco al massacro, un muro contro muro, che stanno minando l’affidabilità e, soprattutto, la solvibilità del colosso nordamericano.

Il motivo del contendere, un vero braccio  di ferro, è da addebitarsi all’”OBAMACARE” la riforma sanitaria fortemente voluta dal Presidente e osteggiata dai repubblicani, che vorrebbero come contropartita al nuovo piano di spesa, un taglio alla predetta riforma e addirittura prorogarne l’attuazione di un anno.

Proposta ritenuta inaccettabile dal partito democratico, da qui l’innesco di tale incresciosa situazione.  

Le casse dello stato sono ormai esangui, vi è disponibilità solo per trenta miliardi di dollari, una cifra ridicola da far impallidire anche il più serio ottimista, tanto, si dice, che si dovrà far ricorso alla stampa di nuova carta moneta.

Un innalzamento del tetto del debito pubblico ormai è irrinunciabile, ed è una scelta obbligata dalla quale non si può prescindere, ma deve essere condivisa dalle parti in lotta.

In mancanza di un accordo, la più grande economia del globo dovrà dichiarare default.

Una catastrofe d’immani proporzioni si abbatterebbe sull’economia mondiale, ci sarebbe naturalmente un abbassamento di grado da parte delle agenzie internazionali di rating, con effetto contagio planetario.

Tal evento getterebbe nello scompiglio l’ordine economico globale, un’ipotesi da respingere fermamente, auspicando l’avvio di serrati negoziati tra le parti che, portino a un sereno accomodamento, teso alla soddisfazione di entrambi gli schieramenti.

Un’intesa sul bilancio, quindi, dovrà essere il primo passo per riaprire i rubinetti delle risorse federali, avviando in tal modo il finanziamento dei “servizi non essenziali” annullando l’effetto pernicioso dello “shutdown”, riavviando un percorso virtuoso atto a ristabilire la serenità perduta del popolo statunitense.

Solo per dovere di cronaca, è opportuno segnalare, che non è la prima volta che si verifica questo sconvolgimento, ci sono state altre diciassette volte che l’America ha subito questo incidente di percorso.

Segnali preoccupanti che rappresentano la spia di un declino annunciato, vi dovrebbero essere dei ravvedimenti nell’Amministrazione americana, in una parola bisogna rendersi conto che non si può misconoscere il sovvertimento dei mercati e la nascita di nuove economie emergenti che si configurano nell’acronimo BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) paesi che stanno soppiantando la leadership mondiale degli USA.

Non si possono considerare in eterno “il gendarme del mondo”, è opportuno che rientrino nei ranghi e facciano un doveroso mea culpa, adottando delle misure draconiane, una politica tutta lacrime e sangue, senza sconti per alcuno, provvedimenti necessari per cercare di sanare un sistema ormai ridotto al collasso.

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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