LA MORTE DEL BANDITO GIULIANO FU TUTTA UNA MESSINSCENA?

di Daniele Palazzo

A sessanta anni dalla morte, avvenuta a soli 27 anni, Salvatore Giuliano continua a far parlare di se. La Procura della Repubblica di Palermo, infatti, ha aperto una inchiesta su di lui e fatto riesumare il suo corpo. I Magistrati palermitani, che hanno avviato una indagine per omicidio e sostituzione di cadavere, vogliono essere sicuri che quello sia proprio il corpo del bandito più famoso d’Italia. Secondo l’ipotesi investigativa da loro formulata, più di un elemento lascerebbe supporre che il corpo appena riesumato non appartenga al celeberrimo Turiddu, ma ad un suo sosia che sarebbe stato ucciso e reso irriconoscibile onde far credere che si trattasse del bandito che, nell’immediato dopoguerra, aveva messo a ferro e a fuoco mezza Sicilia e, quindi, assicurare al vero Salvatore Giuliano una tranquilla latitanza. E’ quanto sostenuto anche dallo storico Giuseppe Casaburrea, da un cui esposto ha preso le mosse l’indagine de quo. Per fare chiarezza su questo mistero, che contribuisce a conferire maggiore fascino alla figura di un fuorilegge la cui vicenda umana, ancora oggi, presenta angoli e sfaccettature tutte da chiarire, è dato disposto l’esame del DNA, che dovrebbe chiarire il dilemma. Tanto più che, essendo venuto a mancare nel maggio dello scorso anno, non è più possibile interrogare in merito l’unica persona che potrebbe fornire qualche elemento chiarificatorio in merito, l’Avvocato Gregorio De Maria, nel cortile della cui abitazione, in Castelvetrano, fu trovato il cadavere oggi tanto oggetto di attenzione. In base a quanto si è sempre detto e scritto, Salvatore Giuliano sarebbe stato tradito e fatto uccidere dal suo luogotenente, Gaspare Pisciotta, poi morto in carcere per avvelenamento da stricnina. Si registrano, però, voci e testimonianze di persone che sono di tutt’altro avviso. Uno tra tutti il collega giornalista Tommaso Besozzi, che ha sempre ritenuto che la morte di Giuliano fosse tutta una messinscena per distogliere l’attenzione dal vero bandito di fuggire dalla Sicilia, dove evidentemente era diventato un personaggio molto scomodo. Per chiarire questo mistero, dovremo attendere la risposta di laboratorio sui campioni di DNA ricavati da quello che resta del corpo dato per quello ddel famigerato capobanda siciliani.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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