LA PADANIA 12 GIUGNO TOH, ANCORA L’IRA DI ZEUS SU FOLIGNO

Quarta puntata di Good morning Umbria. La penna di Stefania Piazzo… infilza  con freddezza e tecnica eleganza Foligno e il suo palio, dove la storia si ripete.

Leggiamo: “Giostra della Quintana. Per il secondo anno un cavallo muore  sul tracciato. Il fato lo vede infilzarsi su un paletto. Sventrato, cade a  terra, trafitto dalla vendetta dell’Olimpo che non tollera la perfezione di Fise, Unire, Comitati e Rioni”.
D’altra parte il titolo non cade negli equivoci: “Toh, ancora l’ira di Zeus su  Foligno”.
Poi, l’altra vera notizia: il cavallo “non è morto”.

Dalle comunicazioni datate  9 giugno, un giorno dopo quello che il sito ufficiale bolla come “incidente alle  prove ufficiali” – comunicazioni inviate dalle autorità locali alle autorità di
vigilanza – non si parla di decesso ma si informa sull’inciampo dell’equide e sul soccorso. Fantastico. Epico.
Infine…. qualche domanda: si correrà il 18 giugno con gli stessi paletti del fato? E poi, ancora, sempre il cavallo protagonista anche nello Statuto  dell’Ente della Giostra della Quintana.

All’articolo 3, Scopi, si legge che…  “l’Ente promuove la conoscenza e la diffusione della storia e della cultura  della città di Foligno nella sua tradizione di luogo di convergenza, di  confronto e di integrazione multietnica e pluriculturale”.

Pensavamo fosse al  primo posto per statuto il benessere di cavalieri e cavalli.

Ma la Padania  scopre anche altro. Con una precisione che non perdona.

Occhio a non farsi infilzare.

E come sempre, buona lettura e buona indignazione!

Chiliamacisegua

www.chiliamacisegua.org

Articolo
“Forse, la vera notizia, è che il cavallo a Foligno, non è morto. E l’altra  notizia è una domanda: correranno la Quintana il 18 giugno con le stesse  bandierine causa della apparente… (fatale) morte del cavallo del Morlupo? A Fise, Unire,  Comitati, Rioni, piacciono da morire quei paletti? Non è forse a rischio  l’incolumità di cavalieri e cavalli o serve un’altra fatalità?
Ma tornando ai paradossi e alla prima notizia esclusiva, il cavallo non sarebbe
morto.
Almeno, sembrerebbe… stando alle prime, si fa per dire, comunicazioni o  informative ufficiali delle autorità competenti, compresi gli organizzatori.
Informative inviate agli organi di controllo, e qui sta la seconda vera notizia,  nella data, il giorno dopo.

E neanche il giorno dopo il cavallo sarebbe risultato morto. Ancora della dipartita equide nulla.

Ma come? Si dà notizia del fatto… ma non una riga sulla fine, atroce. Eppure  quella bandierina segnaletica divelta dal terreno e che si è conficcata con  violenza nel fianco destro è stata micidiale. Ma della morte, non una parola. E  se così, perché?

La femmina del rione Morlupo è stata poi abbattuta o è morta invece nel tragitto  da Foligno in ambulanza alla clinica veterinaria di Perugia? Un altro dettaglio  non da poco.

Ma si va avanti… con “Spironi e tonducci, nasce la prima guida gastronomica  alle taverne della Quintana”. Era l’apertura in questi giorni della pagina web  ufficiale della Quintana.
La prima preoccupazione è e resta, per carità, la salute del cavallo, a Foligno.
Anche se non si può mettere in secondo piano la salute alimentare, la festa, la  tradizione.

L’indomani de l’“Incidente alle prove ufficiali” (perché titolano  così, sul sito dell’Ente autonomo Giostra della Quintana, la notizia della morte  per ferita da paletto conficcato nel fianco così ampia da aver fatto uscire le  viscere al cavallo in corsa), si volta pagina. Dopo un titolo da Osservatore  romano, si torna alla Quintana con la pasta e la bistecca.
D’altra parte se in due anni una seconda fatalità offusca la festa è solo perché  appunto il fato e gli dei se la prendono con Perseo e il suo tentativo di  rivendicare l’autonomia e l’ambizione di correre senza l’obolo del sacrificio.

Ma anche questa volta Ade ha convinto Zeus che il sacrificio a volte è  ineluttabile, nonostante lo sforzo degli uomini di tutelare il benessere con i  paletti sul percorso, approvato e vidimato dai tecnici Fise o Unire previsti  dall’ordinanza che regolamenta i pali e le manifestazioni come la Quintana. I  tecnici sono i garanti superpartes, garantiscono loro dall’alto della propria
comprovata esperienza sul campo. Reduci, si immagina anche, dai corsi di  formazione previsti dall’ordinanza.

Che recita, nell’allegato A: Requisiti tecnici e condizioni essenziali per la  tutela dell’incolumità pubblica e del benessere degli animali”:
a) Il tracciato su cui si svolge la manifestazione deve garantire la sicurezza e  l’incolumità dei fantini, dei cavalieri e degli equidi, nonché delle persone che  assistono alla manifestazione;
b) Il fondo delle piste o dei campi su cui si svolge la manifestazione deve  essere idoneo ad attutire l’impatto degli zoccoli degli equidi ed evitare  scivolamenti;
c) Il percorso deve essere protetto con adeguate paratie tali da attutire  eventuali impatti o cadute;
d) Il tecnico di cui all’articolo 1, comma 2 è abilitato attraverso specifico percorso formativo certificato dagli enti tecnico sportivi di riferimento ed  inserito in apposito elenco tenuto dagli stessi”.
L’articolo 1 recita, al comma 2 che “Le manifestazioni (…) a tutela delle  tradizioni, usi e consuetudini locali, devono essere autorizzate previa  presentazione di una relazione tecnica del comitato organizzatore e previo  parere favorevole della Commissione Comunale o Provinciale per la vigilanza  (…) integrata da un veterinario dell’Azienda Sanitaria Locale  territorialmente competente e dal tecnico di cui alla lettera d) dell’allegato  alla presente ordinanza”. Che fa la Commissione? “… verifica il rispetto dei  requisiti tecnici e delle condizioni essenziali finalizzate alla tutela  dell’incolumità pubblica e del benessere degli animali di cui all’allegato alla  presente ordinanza”. I paletti dunque rappresentavano (visto che c’erano prima)  e rappresentano essendoci anche ora, pur essendo causa fatalistica di morte, un  elemento che tutela il benessere degli animali.

Di sbagliato non c’è niente,  solo il destino.

Oh, pensa che di paletti in 65 anni non se ne era mai conficcato uno che fosse  uno nel torace di un cavallo al galoppo in curva mentre affrontava l’otto del percorso nelle prove cronometrate.

Non lo puoi prevedere che una bandierina palettata lo trafigga come Cristo in  croce. Il tecnico che ha fatto il corso di formazione previsto dall’ordinanza  (giusto?), certificato dagli enti, ha fatto il suo dovere, come tutti. Anche il  cavallo, anche il paletto.

“Tuttavia – recita il comunicato ufficiale dell’Ente – anche per rispondere  obiettivamente a coloro che traggono giudizio negativo sulla manifestazione ed  anche per non sottrarci a qualsivoglia responsabilità l’Ente non può che  ribadire quanto fatto in questi anni per garantire la crescita della  manifestazione ponendo al primo posto la salute del cavallo”.

Salute o sicurezza? Antidoping o ostacoli in sicurezza?
Vige un regolamento che prevede «una Commissione Sanitaria in grado di vigilare  sulla idoneità e sanità dei cavalli che sono stati iscritti alla competizione».
Viene giudicata la loro idoneità, vengono sottoposti a visita dell’ippiatra e a  controlli antidoping. Al momento del soccorso della cavalla del Morlupo erano  quattro i veterinari intervenuti, ma il numero dei veterinari in pista non ha  salvato il cavallo dal paletto.

E se il problema, per due anni consecutivi, è il  “durante”, quando il cavallo entra in pista, è sul durante che le attenzioni e  le ispezioni vanno poste.

O il prossimo anno, stessa fatalità, stesso palo?
Certo, due anni, due morti. Due incidenti. Tutto bene anche quest’anno? A colpi  di fatalità, quale è il prezzo da pagare? Se non si muore per doping, si muore  per gli impicci fatali in gara. Che, lecito e legittimo chiedersi, sono proprio  così a tutela del benessere, sempre al centro dei primi pensieri?

Zeus è Zeus, ma gli uomini immortali e non infallibili si chiedono perché si muore su un…
dettaglio? I tecnici che hanno vidimato il percorso, forti delle loro decennali  esperienze sul campo, cambieranno la natura dell’asta delle bandierine? Saranno  le stesse che incontreranno cavalieri e cavalli alla Quintana finale?

Fise e Unire ed Ente Quintana tutti d’accordo?
Non sfugge intanto ai folignati più attenti il recente sforzo per rinnovare il  sito internet della Quintana, con una nuova e più accattivante veste grafica: ci  si può iscrivere alla newsletter, prenotare i biglietti, visionare i video più  suggestivi sul corteo storico, sul palio. In nome del benessere degli equidi,  primi e veri protagonisti della Quintana, naturalmente.

È sottinteso.
Allora vediamo lo Statuto dell’Ente (approvato il 14 dicembre 2009).  Dall’articolo 3 – Scopi – “…Seguendo un percorso scientifico di ricerca  storica ed antropologica per la ricostruzione del contesto socio-culturale,  culminante con la celebrazione dell’evento della “Giostra” seicentesca, l’Ente  promuove…”

 Cosa promuove?
Il benessere del cavallo? Un po’ di pazienza che è sottinteso. Poi ci si arriva.
“L’Ente promuove la formazione e la crescita dei fenomeni di partecipazione alla  vita sociale cittadina, nonché allo studio, alla conoscenza e alla diffusione  della storia e della cultura della Città di Foligno nella sua tradizione di  luogo di convergenza, di confronto e di integrazione multietnica e  pluriculturale”.

E’ l’obiettivo principe della Quintana.

 Quasi quasi, si può  fare a meno del cavallo, visto che non è citato. Ma è sottinteso, le razze equine sono tante. Anche i cavalli sono multietnici.
“Nella rievocazione dell’evento ludico della “Giostra”, inserito nella  ricostruzione del suo contesto storico, culturale, artistico e scientifico – si  legge ancora – l’Ente promuove la consapevolezza dei cittadini alla concordia e  all’amore per la Città aperta”.

Amore anche per il cavallo? È sottinteso.

Tanto che nello statuto c’è sempre spazio anche per lui, protagonista nella vita  e nella morte – per fatalità – per garantire la continuazione dell’evento  ludico.
Eccolo qua. Articolo 4 – Attività: prima però viene la “promozione di progetti  di ricerca scientifica per lo studio del periodo storico”, (col cavallo,  sottinteso), poi viene la “promozione di progetti per la tutela e il recupero  del patrimonio … architettonico della città”. Mica che cada una tegola sul  cavallo in corsa.

È sottinteso.
Poi c’è, sempre all’articolo 4, la “conservazione, la gestione e diffusione dei  risultati dei predetti programmi… al fine di far conoscere la Città, le sue  tradizioni… oltre all’evento spettacolare della Giostra della Quintana”.

Col  cavallo, più che sottinteso.
Eccolo, il cavallo!!! Abbiamo atteso ma non invano.
Il comma d recita che nelle attività c’è la “promozione dello sport equestre  mediante l’organizzazione e la gestione, sia in forma diretta che per tramite di  convenzioni con istituzioni e associazioni pubbliche e private, di programmi di insegnamento e addestramento giovanile dilettantistico”.

Ah, ecco. Ma non solo:
“Celebrazione, come momento finale, della rievocazione storica della  competizione cavalleresca seicentesca”.

Ah, ecco ecco. Sempre la salute del  cavallo.
Riepilogando… il cavallo l’8 giugno del rione Morlupo è morto o non è morto?
In ogni caso ne hanno dato – triste e molto sommesso annuncio, dopo aver  fatto il proprio dovere statutario scientifico storico e celebrativo, l’Ente  della Giostra composta dai rioni; l’asl veterinaria, che ha fatto il suo dovere,  comunicando nel rapporto l’immediato soccorso nel rispetto dell’ordinanza.

Ha fatto il suo dovere l’Olimpo che ha vendicato la spavalderia di chi scommette  sui cavalli al centro del benessere sottinteso, dimenticando che anche il fato  chiede pegno e la sua parte di vincita.
Un vicino di casa, trecento anni prima della Quintana, tal Giovanni da Firenze, in un allegro madrigale scriveva:
Per ridda andando ratto al terzo cerchio
tanto menommi quel zentil pensiero,
che giunto mi trova’ sott’un bel pero.
Su n’avea assai e sotto di cadute:
onde mi fece ricordar sì come
per sé po’ cade ciascun nato pome.
Poscia, più stando, pur immaginai
che chi ben face quel non cade mai.

Intanto spironi e tonducci per tutti, e se si ha nostalgia, una capatina sul web  per rivivere le pagine più belle della storia multietnica, multiculturale di  Foligno, città aperta all’amore. Quale?
s.piazzo@lapadania.net
(90-continua)

  

VIAGGIO NELL’ITALIA BESTIALE A CURA DI STEFANIA PIAZZO

NOVANTESIMA PUNTATA

TOH, ANCORA L’IRA DI ZEUS SU FOLIGNO

 

Giostra della Quintana. Per il secondo anno un cavallo muore sul tracciato. Il fato lo vede infilzarsi su un paletto. Sventrato, cade a terra, trafitto dalla vendetta dell’Olimpo che non tollera la perfezione di Fise, Unire, Comitati e Rioni

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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