LA PADANIA 7 AGOSTO PALIO DI SIENA MITO METAGIURIDICO

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http://www.chiliamacisegua.org/2011/08/06/la-padania-7-agosto-palio-di-siena-mito-metagiuridico/

  Il Gioco dell’Oca, nuova puntata. Un altro bel colpo giornalistico che mette a nudo un interrogativo inquietante: perché i palii sono zone franche, intoccabili? Persino il Tar si chiama fuori nel prendere posizione rispetto alle decisioni delle Contrade e del Comune di Siena e si giustifica dicendo che …” il Palio è un fatto metagiuridico.”

….. Meta che? …..Meta, sì. Così….. meta che chi fa richiesta di accesso agli atti quando vuol capirne di più, si vede sbarrato l’accesso per intero, dal “Segreto di Stato”.

Capperi e olive! “Segreto di Stato…..”

Persino la Prefettura, davanti alla richiesta di sicurezza della conchiglia che ospita la calca umana stipata per l’occorrenza, fa capire come la sicurezza del Palio sia derogata dalla storicità dell’evento…

Eppure durante il corso degli anni più tardi i vigili del fuoco incalzeranno e chiederanno misure certe, ma rimarranno senza …..certe risposte.

La vita e la morte fanno parte del gioco. Si rischia tutti, è la tradizione, ammetteva con orgoglio nel 2004 persino uno come Ermete Realacci al Corriere della Sera.

Tar, Prefettura, corrispondenze…. perle di giornalismo…. tutto scovato e minuziosamente  spiegato da Stefania Piazzo, che pesca in preziose cantine e scatoloni d’archivio ciò che dell’Italia nessuno racconta.

Con una semplicità di scrittura che disarma e appassiona.

E intanto da Foligno c’è chi insorge per l’esclusione della Quintana dal Premio dei Patrimoni d’Italia.

Stessa aria: non si può guardare con pregiudizio la storia.

E allora forza, chi sta con la “storia” e chi con le inchieste di Stefania sul Re, mostrato oscenamente nudo?

Buona lettura e come sempre buona indignazione!

Chiliamacisegua

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LA PADANIA 7 AGOSTO PALIO DI SIENA MITO METAGIURIDICO

VIAGGIO NELL’ITALIA BESTIALE A CURA DI STEFANIA PIAZZO

Novantasettesima puntata

MITO METAGIURIDICO

  

La “Repubblica” del Palio di Siena

 

E a Foligno questione d’orgoglio e pregiudizio

ARTICOLO

“ I palii in Italia sono un dogma. Ma non se si fruga nei cartoni di un cantina e si ripescano carte che la dicono lunga sulla loro natura di intoccabili, qualcosa a metà strada tra siccome è tradizione e siccome è storia, allora non si mettono in discussione.

La storia è l’elemento giuridico che viene prima di ogni altra argomentazione. La storia consente deroghe. Ma ci sono poi evoluzioni del pensiero che portano il palio ad essere preso in considerazione come un evento metagiuridico.

E così, sveliamo il segreto. Tac, eccola qua, sentenza del Tar Toscana n. 572 del 12 luglio 1989.

Tutto nasce dal dover giudicare la legittimità della delibera comunale di esclusione di una Contrada dalla partecipazione ad una edizione del Palio di Siena. E il Tar, nella motivazione della sentenza, ricorda l’origine storica: «Competizione ludica fra le Contrade secondo modalità rette da ordinamento tipico della comunità senese».

E secondo quell’ordinamento la struttura organizzativa del Palio l’esercizio, da parte del Comune di Siena, di poteri non assegnati dalla legge statale, bensì discendenti dall’esercizio di originarie prerogative delle Contrade e del commune civitatis…» bla bla bla… fa sì che  l’evento sia metagiuridico.

Il Tar non ha competenza nella “Repubblica” dei palii.

Un santo, insomma, un fenomeno “parametanormale”, attorno al quale fanno poi scudo tutti coloro che guai a parlare di maltrattamento degli animali. Che tuttavia vi muoiono.

Il palio non è dunque un trattamento di bellezza, né un esercizio retorico per ricordare all’animale che si vive e si muore, passando alla storia, naturalmente. Ma qualcosa per la storia si può e si deve sacrificare.

Il fenomeno metagiuridico è sentito trasversalmente, da destra a sinistra al centro, da Siena a Foligno. Iniziamo ad appendere al muro qualche quadretto da incorniciare, ripescato da quella cantina e dai suoi cartoni abbandonati.

Il primo ad esempio è quanto pubblica il Corriere della Sera del 18 agosto 2004. La discussione è su Siena e sulla morte del cavallo baio Amoroso. «Certo, mi dispiace che quel cavallo sia morto – dichiara al quotidiano Ermete Realacci, deputato eletto nel collegio di Siena e per anni numero uno di Legambiente -.

Ma questo non basta per cancellare una manifestazione come il Palio che fa parte della nostra cultura, della nostra storia».

Quindi, un morto non basta. Prima la storia, poi la vita?

Poi il deputato si vanta di altro, in merito alla promulgazione della legge 189 che prevede il carcere per chi maltratta un animale. «Ho firmato l’emendamento, poi approvato dal Parlamento, che ha salvato il Palio stabilendo un’eccezione per le manifestazioni storiche autorizzate dalle Regioni».

Ai tempi, sindaco a Siena è Maurizio Cenni.  «Una modifica proposta da Francesco Vigni – lo incalza il giornalista – un deputato senese». E lui risponde: «Politico in gamba, preparatissimo».

Allora, altra domanda: «E l’altro ieri è morto un altro cavallo. Gli animalisti l’accuseranno di tradimento». Risposta: «Rispetto ad altri loro “colleghi”, i cavalli che partecipano al Palio sono addirittura fortunati».

Non male, per essere una roulette in cui si corre e si muore. «Fortunati?», chiede esterrefatto il giornalista. «Il Palio non ha come obiettivo la violenza – argomenta Realacci -. È una corsa rischiosa in cui ci può anche scappare il morto, non solo tra i cavalli ma anche tra i fantini. Ma non si fonda sulla crudeltà».

Ci può anche scappare il morto, la deroga è la storia.

Ma la solita cantina ci riserva altro di meglio, un quadro da appendere al muro in soggiorno, come la nota della prefettura di Siena sulle “condizioni di sicurezza nella Piazza del Campo in occasione del Palio”.  Il problema, va detto, è garantire la sicurezza per la conchiglia. Vie di fuga o d’uscita? Fascia di sicurezza? Prezioso e interessante documento del 19 agosto ’02, un pezzo di storia: dice la prefettura che la problematica della sicurezza «ha condotto ad adottare, pur nell’innegabile peculiarità storica delle modalità di svolgimento della manifestazione, alcuni interventi soprattutto a carattere progettuale e manutentivo, migliorativi delle condizioni di sicurezza. Altri – conclude la prefettura – e per quanto possibile più incisivi (per quanto possibile? ndr), interventi sono allo studio e verranno quanto prima tradotti in ipotesi progettuali per la successiva verifica in ordine alla loro concreta attuabilità».

Dobbiamo farci incantare dalla morbidezza del linguaggio manutentivo e di progetto o pensare che, di fatto, la sicurezza del Palio sia  derogata dalla storicità dell’evento? E che considerando la peculiarità storica, si fa quel che si può?

Infine, un terzo quadro, questo: qualcuno tenta di accedere agli atti, in Comune, ma il Comune oppone la segretezza delle carte in nome della natura “metagiuridica” della corsa dei cavalli, in quello stesso agosto della sicurezza in deroga. Vedi Tar.

Poi, arriva anche il terrorismo internazionale a dare una scrollata alla deroga. Due anni dopo, il 13 aprile 2004, i Vigili del Fuoco di Siena mettono le mani avanti. Ricordate gli attentati a Madrid e Londra?  «Al fine di consentire le più tempestive ed opportune valutazioni, attesa anche la contingente situazione internazionale che vede direttamente coinvolta l’Italia, si richiede alla S.V. (la prefettura, ndr), di produrre per le esigenze di questo Ufficio, la relazione tecnico-illustrativa, redatta in conformità del d.m. 19/08/1996 e, laddove ritenuto più congruo, del d.m. 18/03/1996 dell’area interessata compresa la “conchiglia” posta al centro della piazza. In tale ambito – rammenta il comando dei vigili – particolare attenzione dovrà essere posta nella gestione dell’emergenza di cui ai citati dispositivi, in ottemperanza agli obiettivi del d.m. 10/03/1998 e agli obblighi della S.V. imposti dal d.lgs. 626/1994 e sue successive modifiche e integrazioni».

Avranno sistemato la questione? Hai voglia…  Ma il linguaggio ci spiega come attorno ai palii la storia sia tutto. Di come dirima le controversie, giustifichi i sacrifici dei cavalli, in fin dei conti più fortunati, come magari quello che di recente alle prove della Quintana di Foligno si è visto sventrare  per casuale infilzo nel paletto. Storico.

Chiudiamo allora con Foligno, perché di cavalli da quelle parti se ne intendono. Il ministro del Turismo, Michela Brambilla, ha pubblicato l’elenco dei Patrimoni d’Italia escludendo questa città e il suo Palio dall’elenco delle bellezze. Un anno, due cavalli morti secchi.

Se non è questo un Patrimonio alla memoria, di che si parla? È insorto l’assessore regionale  umbro Fabrizio Bracco, cui ha replicato il presidente Enpa Carla Rocchi («La Quintana  è costata la vita a un cavallo, evento che contrasta drammaticamente con gli intenti del  “Patrimonio d’Italia” e che offende le coscienze di quanti hanno a cuore il benessere degli animali»).

È insorta l’assessore provinciale di Perugia alla Cultura, Donatella Porzi. Che dice: «Il pregiudizio di qualsiasi natura esso sia non deve mai influire sulla valutazione di eventi culturali e rievocazioni storiche che rappresentano le radici e una fonte di ricchezza del popolo umbro».

Siamo sulla stessa lunghezza d’onda di Realacci. Mica che la morte, che fa parte del gioco, diventi pregiudizio… E mica si vorrà che la sicurezza, per animali o persone, possa sfuggire dal maglio della storia. Vedi prefettura.

Ma aggiunge  l’assessore: «Gli animali delle giostre non sono strumento, ma protagonisti amati, rispettati e invocati».

Chi li invoca? Ma la storia, naturalmente. E semmai si usassero frustini, sono «omologati per le gare internazionali».

Il benessere di una relazione uomo-animale sta nella frusta omologata della storia: una frustata ai pregiudizi. Una deroga metagiuridica della tradizione, toscana, senese, umbra…

Chi se ne discosta è un pregiudizievole soggetto. 

s.piazzo@lapadania.net

( 97 – continua)

 

PUNTATE PRECEDENTI

http://www.chiliamacisegua.org/2011/07/02/la-padania-3-luglio-tamavo-pio-bove-asino-chi-legge/

LA PADANIA 3 LUGLIO T’AMAVO PIO BOVE ASINO CHI LEGGE

http://www.chiliamacisegua.org/2011/07/10/la-padania-10-luglio-e-tira-sto-obelisco/

LA PADANIA 10 LUGLIO: E TIRA STO OBELISCO

http://www.chiliamacisegua.org/2011/07/16/la-padania-17-luglio-ma-porca-l%E2%80%99oca/

LA PADANIA 17 LUGLIO MA PORCA L’OCA…

http://www.chiliamacisegua.org/2011/07/23/la-padania-24-luglio-il-maiale-corre-avvolto-nel-tricolore/

LA PADANIA 24 LUGLIO IL MAIALE CORRE AVVOLTO NEL TRICOLORE

 

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Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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