La Rete dei Comitati vesuviani in uno con Legambiente onlus e Slow Food Vesuvio denunciano il ritrovamento di una vasta area demaniale adibita a discarica abusiva di rifiuti tossici e pericolosi.

Comunicato stampa
 
A monte della strada Panoramica, in territorio di Boscotrecase, località Fruscio-Ciaramella, a poche centinaia di metri dalla Rotonda di Terzigno, una vasta area demaniale, di pineta e lave vesuviane , in piena area protetta del Parco nazionale del Vesuvio, è stata adibita a discarica di rifiuti “differenziati” per lo più tossici-nocivi.
Accanto a carcasse d’auto bruciate e migliaia di pneumatici di ogni ordine e foggia, a cumuli di vetro e spoglie di elettrodomestici, sono stae ritrovate tonnellate di amianto, tubi e tegole di Eternit, bidoni di ogni tipo di oli esausti, materiale edilizio e fusti contenente chissà quali porcherie.
Di certo la scoperta, parzialmente registrata dalla Polizia municipale di Boscotrecase appena qualche mese fà e mai messa in sicurezza e chiusa all’accesso, si trova lungo la strada dei vigneti del Lacryma Christi e dentro la sentieristica del Parco, all’ordine quindi della vigilanza del CTA del Parco che, come spesso succede da un pò di tempo, non è riuscita ad impedire questo ennesimo, colossale scempio dell’area di competenza.
Protette da sbarre di accesso e dallo sguardo dei contadini quest’area costituisce di certo la più grande discarica a cielo aperto di amianto dell’intero Parco del Vesuvio.
La caratteristica inquietante è la presenza di blocchi di tubi di amianto imbustati, come se fossero stati smaltiti illegalmente e a costo “zero” da chi ha conoscenza della tecnica di manipolazione di tale pericoloso elemento.
Toccherà ora alla magistratura, a cui ha annunciato di ricorrere Legambiente, capirne la provenienza, decretare l’isolamento dell’area ed ordinarne, per conto dell’ASL la bonifica(?). Ma sui modi e sopratutto sui tempi non c’è certezza, per la vastità dell’area.
” Un’area da tenere sotto una campana di vetro, regno della straordinaria biodiversità dell’ambiente vesuviano, da rendere fruibile a tutti – spega amareggiato Pasquale Raia di Legambiente – invasa da uno sconcio simile è qualcosa davvero di inaccettabile e la dice lunga su chi ha la responsabilità del controllo del territorio”.
” Pineta vesuviana e vigneti straordinari, natura e opera umana devastati da questa vergogna che purtroppo sempre più spesso vede l’area del Parco nazionale del Vesuvio come discarica illegale – sottoline il responsabile vesuviano di Slow Food Alberto Capasso.
” A poche centinaia di metri da quì i forestali del CTA contrastavano i cittadini che difendevano il Vesuvio dalle discariche di stato. E sotto i loro occhi in questo luogo, criminali senza scrupoli sversavano di tutto devastando un ambiente straordinario e bellissimo – incalza Franco Matrone della Rete dei Comitati vesuviani. Eravamo quì per visionare nuovi percorsi dove condurre i visitatori nell’ambito delle manifestazioni di “Girando per il Vesuvio ” con l’Associazione Cittadini del Parco e ci siamo imbattuti in questa vergogna. Ma è chiara in ciò la responsabilità dei Governi. Dove si autorizzano discariche tal quale e tossiche in aree protette come il Parco del Vesuvio, si lancia un messaggio devstante di illegalità a tutti i criminali dell’ambiente. E questi sono i risultati”.
 
Rete dei Comitati vesuviani
Legambiente onlus
Slow Food Vesuvio
 
 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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