Laboratorio Italia: Fatta l’Italia, stiamo rifacendo gli Italiani.
L’approvazione ‘miracolosa’ della manovra dimostra che questo Paese, dopo 150 anni di unificazione, sta finalmente abbozzando una sua unità .
Speriamo che il fenomeno arrivi a compimento al più presto e, soprattutto, che riesca ad essere guidato con maggior trasparenza, efficacia ed equità .
Giovanni Napolitano
 è stato proprio un bel momento! finalmente possiamo ricominciare ad alzare la testa in modo efficace! Che quelli che osano chiamarsi nostri rappresentanti colgano rispettino e mettano a frutto questa nostra rinnovata coscienza!
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mariarosaria
grazie di quorum a tutti i 58% di Italiani che non sono andati al mare.
Mentre silvio era a Portofino il popolo del referendum ha incominciato a cambiare l’Italia.
Adesso c’è da rimboccarsi le maniche e continuare a credere nella forza che abbiamo.
igor napoli
(tra l’altro autore del romanzo da 2000 copie Alta marea)
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Napoli, più che insegnare la speranza si è ribellata al non fare, alle parole.Napoli vuole concretezza.
Piazza Municipio lunedì sera era piena di gente festante che in un batter d’occhio si è riunita.
La speranza è che in un batter d’occhio si riunisca sempre ogni qualvolta c’è bisogno di protestare, per non farsi più calpestare.
Non dobbiamo più farci calpestare. Â
Teresa Savonardo Maggi
Intesa Sanpaolo
Servizio Relazioni con il Personale
Ufficio Amministrazione del Personale
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 Napoli insegna la speranza, credo. W Napoli!
Rita Imperatori
    Ieri in Italia sono finiti gli Anni Ottanta. Raramente nella storia umana un decennio era durato così a lungo. Gli Anni Ottanta sono stati gli anni della mia giovinezza, perciò nutro nei loro confronti un dissenso venato di nostalgia. Nacquero come reazione alla violenza politica e ai deliri dell’ideologia comunista. L’individuo prese il posto del collettivo, il privato del pubblico, il giubbotto dell’eskimo, la discoteca dell’assemblea, il divertimento dell’impegno. La tv commerciale – luccicante, perbenista e trasgressiva, ma soprattutto volgarmente liberatoria – ne divenne il simbolo, Milano la capitale e Silvio Berlusconi l’icona, l’utopia realizzata. Nel pantheon dei valori supremi l’uguaglianza cedette il passo alla libertà , intesa come diritto di fare i propri comodi al di fuori di ogni regola, perché solo da questo egoismo vitale sarebbe potuto sorgere il benessere.Purtroppo anche il consumismo si è rivelato un sogno avvelenato. Lasciato ai propri impulsi selvaggi, ha arricchito pochi privilegiati ma sta impoverendo tutti gli altri: e un consumismo senza consumatori è destinato prima o poi a implodere. Il cuore del mondo ha cominciato a battere altrove, la sobrietà e l’ambientalismo a sussurrare nuove parole d’ordine, eppure in questo lenzuolo d’Europa restavamo aggrappati a un ricordo sbiadito. La scelta di sfidare il Duemila con un uomo degli Anni Ottanta era un modo inconscio di fermare il tempo. Ma ora è proprio finita. Mi giro un’ultima volta a salutare i miei vent’anni. Da oggi si guarda avanti. Che paura. Che meraviglia. Â
Gramellini
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