L’amministrazione comunale affossa i diritti dei lavoratori. Invece di tendere una mano agli esercenti, pone limiti, divieti e alza le tasse.

Dopo un anno di stremi e stenti, considerando i progressi quotidiani cui stiamo andando incontro grazie al  vaccino, l’Italia vorrebbe ripartire, così come anche la nostra comunità. Le categorie commerciali più fragili, quelle che hanno più patito a causa delle prolungate chiusure, hanno bisogno di un valido appiglio per poter riemergere dallo stallo creatosi a loro danno, per potersi riallineare a una discreta sensazione di benessere. Sembra, però, che da parte dell’amministrazione comunale di Guardia Sanframondi non vi sia alcuna volontà di tendere una mano a esercenti e cittadini che patiscono un grave andamento economico.

“Nella seduta dello scorso consiglio comunale – dichiarano i consiglieri di minoranza di Guardia Sanframondi, rappresentati dal capogruppo Gabriele Sebastianelli – abbiamo presentato un emendamento riguardante il Regolamento Comunale per la disciplina del canone patrimoniale di occupazione del suolo pubblico e la gestione dei dehors, gli spazi all’aperto degli esercizi commerciali. Questo perché abbiamo ricevuto parecchie istanze da parte di esercenti preoccupati dal Regolamento vigente, richieste di aiuto concreto per poter dar loro la possibilità di ripartire. L’amministrazione ha ritenuto che il punto all’ordine del giorno non dovesse essere rinviato, tantomeno che vi fosse alcunché di cui discutere. Eppure, la nostre proposte di modifica andavano incontro ai commercianti, affinché venisse favorita al massimo la fruizione degli spazi all’aperto, nel rispetto delle regole sanitarie e delle normative anticovid”. La risposta evidente, da parte del governo cittadino, è stata di chiusura massima nei confronti di tale emendamento che andava incontro ai commercianti, esercenti, artigiani, affinché si potesse dar loro una possibilità di ripresa e, al contempo, si desse l’input per la ripresa dell’economia guardiese stessa. Modifiche che andrebbero a manifestarsi come una mano tesa verso i lavoratori e i loro diritti che in questo periodo difficile, di vera e propria crisi economica data dalla pandemia, avrebbero almeno la possibilità di poter recuperare, quanto più possibile, in termini di profitto e di efficienza lavorativa.

Continuano i consiglieri di opposizione: “Sembra che l’amministrazione non voglia guardare in faccia le problematiche reali dei commercianti preoccupati delle normative in corso. Abbiamo proposto piccole modifiche che avrebbero permesso a molti di loro di tirare un sospiro di sollievo, mentre con le norme attuali colgono soltanto paletti e vincoli. Evidentemente agli attuali amministratori risulta difficile guardare in faccia la sofferenza dei cittadini in crisi”.

Una faccenda molto delicata che va a braccetto con la questione tasse. Proseguono i consiglieri di “Guardia sei tu”: “Ci aspettavamo una riduzione dell’addizionale IRPEF a causa della pandemia, immaginando di vedere una diminuzione dell’aliquota a causa di questo periodo critico. Lo stesso dicasi dell’IMU. E vogliamo parlare della TARI? Non solo non è stata confermata la tariffa dell’anno precedente, ma è addirittura aumentata di tredicimila euro rispetto al piano finanziario 2020. Non andava fatto, non vi è nulla di umano. Piuttosto andava ridotta data la minore produzione di rifiuti, soprattutto da parte delle attività commerciali. Saremmo dovuti andare in direzione di agevolare i cittadini, non di ulteriori aumenti delle tasse. In ogni caso, si sono visti primi tentennamenti in maggioranza, dato che un assessore e una consigliera si sono astenute dal voto. Voto che da parte del nostro gruppo è stato contrario: non voteremmo mai a favore di un danno ai lavoratori. A quanto pare i voti a favore sono stati soltanto cinque”.

Del resto, la pandemia ha toccato in maniera profonda tutte le famiglie, nessuna esclusa, sia dal punto di vista sociale che psicologico e ovviamente economico, mettendo a nudo le tante crepe che ci sono nella stabilità e nel benessere di molti cittadini. Ci siamo trovati al cospetto di saracinesche che non si sono più alzate, nuclei familiari che hanno subito perdita di lavoro, reddito saltuario o dimezzato, sussidi ai minimi storici. “Per non parlare delle scadenze – conclude il gruppo consiliare guidato da Sebastianelli – Quelle scadenze che arrivano con la loto puntualità e che ci fanno fare i conti con le nostre difficoltà quotidiane. E infatti, come sempre, ci tocca parlare di tasse, mentre, in questo particolare momento di emergenza sanitaria, una riduzione della pressione fiscale, seppur minima, avrebbe dato il giusto valore alla sofferenza  vera che sta minando anche la dignità dei nostri concittadini e delle nostre famiglie. Non è questo il momento di fare cassa, ma è il momento della solidarietà e della vicinanza. Amministrare significa anche saper andare incontro alle difficoltà del singolo cittadino e governare momenti difficili come questi. Evidentemente, questa visione umana non appartiene alla nuova amministrazione comunale”.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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