LAVAVETRI ANCORA VIOLENTI AI SEMAFORI DELLA ROTONDA, IMBRATTANO VETRI, IMPRECANO E MINACCIANO GLI AUTOMOBILISTI

 

SAN NICOLALA STRADA – Avere 22 anni ed aver paura di restare in auto da sola. È quello che racconta giovane casertana che si è trovata sola alle prese con i lavavetri, tornati alla carica, anzi non se ne sono mai andati dagli incroci semaforici della Rotonda di San Nicola la Strada, a pochi passi dal centro città. “Ultimamente” – ci ha confessato impietrita dalla paura – “noto che a ogni semaforo della Rotonda ci sono circa dieci e più lavavetri. Sono molto insistenti e maleducati e nonostante gli si dica che il loro servizio non è gradito continuano imperterriti. Essendo una ragazza giovane mi capita spesso di essere vittima di loro minacce. Addirittura ad un mio rifiuto uno di loro mi ha aperto lo sportello dell’auto minacciando di picchiarmi. Alle mie urla di chiamare i carabinieri se né andato”. Questo è quello che accade quotidianamente agli incroci semaforici della Rotonda di San Nicola la Strada, a quelli di San Marco Evangelista all’altezza dell’Hotel “Vanvitelli” (che in questo modo si vede penalizzato nel suo commercio basato sul turismo) ed ai semafori interni alla Città sannicolese. Siamo punto e a capo, e le istituzioni continuano a tenere la testa nella sabbia e fanno finta di non sapere nulla. Anche ieri è successo ad un automobilista che ha osato reagire al danno inflitto da un lavavetri alla sua auto (gli ha rotto il tergicristallo), ed ha preso pure la mazzate ed è stato costretto ad andare in pronto soccorso. Poi oggi, 1° giugno 2017, mi arriva una e-mail di un professionista molto serio che mi ha scritto: “Buongiorno Nunzio. Ieri sera alle ore 21.00, lavavetri imbratta tergicristalli delle automobili in attesa al semaforo, senza ripulirli, ingiuriando e scontrandosi con alcuni di loro. L’automobilista chiama il 112 che giungono in loco e “identificano l’automobilista”. Lavavetri extracomunitario violento continua imperterrito al semaforo”. È un fatto inaudito, increscioso, fuori da ogni raziocinio: il lavavetri mi imbratta i vetri dell’auto, mi ingiuria e si scontra con me ed i Carabinieri invece di identificare il lavavetri violento, identifica me. Ma dove siamo arrivati, qui abbiamo perso il lume della ragione. Ho letto l’articolo pubblicato su “CasertaCè.net” del collega giornalista Gianluigi Guarino laddove ha scritto: “Perchè ormai è stato ampiamente assimilato, da parte degli automobilisti il concetto di pericolo che si corre viaggiando lungo viale Carlo III, quindi, tra la possibilità di fare il giro del mondo allungando la propria percorrenza di 6 0 7 km e mollare quell’euro alla squadra dei lavavetri, la seconda opzione viene scelta dalla stragrande parte degli automobilisti i quali arrivano, stile pedaggio, con la moneta in mano già pronta ai semafori per evitare guai. Una scelta che, tra le altre cose ben si adatta alla sociologia e all’antropologia di questo territorio che per decenni ha fatto del pizzo camorristico la sua industria più importante e quindi, come si suol dire ha una certa attitudine psicologica. Va da se che avendo percepito la maggiore disponibilità di chi passa dai semafori a versare l’obolo senza problemi, i lavavetri prendono coraggio e, da un lato abbassano ulteriormente la loro soglia di tolleranza di chi rifiuta, oggi aggredito molto più facilmente di quanto non lo potesse essere un anno fa, dall’altro continuano nell’applicazione della minaccia nell’atto di violenza affinchè altri automobilisti, venendo a conoscenza di tali episodi, si pieghino docili alla dittatura dei lavavetri”. È giunto il momento di porre fine a tutto questo, poiché la solidarietà ed il rispetto delle persone disagiate non passa per la finta e buonista tolleranza di questo tipo di attività e chi si ostina a negare l’evidenza è un irresponsabile ed andrebbe perseguito come “Istigazione alla violenza”. Oltre a tutto ciò non possiamo far passare il messaggio che il lavavetri sia un lavoro a tutti gli effetti ed una attività che può essere esercitata liberamente, fuori da ogni regola e da ogni controllo, praticata spesso con metodi violenti e con prevaricazione nei confronti degli automobilisti. Purtroppo però, la cronica mancanza di personale non permette al Prefetto di Caserta, nonché al Questore ed al Comandante Provinciale dei Carabinieri di Caserta, di poter disporre di più mezzi sul territorio per contrastare, in modo continuo e quotidiano, questo fenomeno criminoso che pian piano ha ripreso il ritmo dei passati mesi di terrore, quando molte donne addirittura optavano per strade alternative pur di non subire e far assistere ai propri figli scene di paura causate da queste persone, che qualcuno si ostina ancora a definire “lavavetri”. Preciso ancora una volta che non c’è nessun preconcetto nei confronti di questi soggetti che, sicuramente, vengono da realtà disperate ma non possiamo permettere che la nostra comprensione diventi un loro diritto che giustifichi il poterci maltrattare impunemente. È assurdo che queste persone continuino ad ogni ora del giorno a terrorizzare gli automobilisti fino a tarda sera, fra l’atro ora si sono impadroniti anche delle strade interne alla Città. Nei mesi scorsi sono stati numerosi gli episodi dove mamme e bambini piccoli hanno pianto per la paura di qualche reazione di questi lavavetri che non sempre si limitano a cenni verbali. Come cittadino sono stanco e stufo di dover assistere inerme a queste storie di inciviltà commesse da questi individui, mentre come giornalista posso solamente far conoscere ai cittadini ed alle Istituzioni competenti, Sindaci in primis i quali hanno l’obbligo di garantire la nostra sicurezza, di continuare a vigilare impedendo che continuino ad essere i padroni incontrastati del territorio. Rifiutare di dare una mancia per una pulitura del parabrezza fatta con arroganza e prepotenza non deve essere un alibi per queste persone, per poterci aggredire, neanche se ciò fosse fatto verbalmente. Sia chiaro per tutti: le nostre mogli, sorelle, mamme ed i nostri figli non devono essere terrorizzati da nessuno, tantomeno da questi lavavetri! Chi ha il compito di garantire la sicurezza, in tutti gli ambiti, deve intervenire immediatamente.

Nunzio De Pinto

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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