LE ORME DEL DRAGO DI ALVIGNANELLO: SEMPLICE ANIMALE MUTANTE O CREATURA MITOLOGICA?

 

 

 

Di Mauro Costantino

 

Strani ruggiti acuti registrati nel cuore della notte, orme gigantesche e carcasse di animali selvatici predati nelle campagne. Da almeno 8 mesi, ma a intervalli periodici e non continui, in un piccolo paese del casertano, Alvignanello, costellato da vaste colline, sembrano accadere cose strane, ai limiti del possibile, tuttavia accadono, e così scattano le indagini. Fatti attestati da esperti, ricercatori indipendenti, gruppi di Ricerca  di Benevento ( C.I.S.P), Caserta e Roma, ma anche Zoologi, Veterinari e Autorità Forestali locali accorsi sul posto.  Il ”tracciato” del presunto animale  consiste in gigantesche orme di 70 cm con una sezione al vertice cosidetta ”tre ungulata” e con deambulazione similare a un bipede, apparse, secondo la testimonianza di due contadini, anche  nelle campagne del vicino paese di  Ruviano, nell’aprile scorso. I massimi  esperti di orme di grossa taglia, dopo uno studio accurato delle tracce, hanno tendenzialmente escluso che si tratti di una specie di razza  felide o canide nota, non solo per le enormi dimensioni delle impronte e per il numero di artigli, il cui ”imprinting” esula dalla casistica zoologica del regno animale conosciuto,  ma anche per le sue caratteristiche anatomiche. Gli esperti inoltre non hanno escluso che possa trattarsi anche di un animale noto che ha subito un’alterazione congenita agli arti inferiori, costringendolo al bipedismo. Animale mutante, una specie esotica  o una chimera mitologica ricollegabile agli antichi fasti del  folklore locale? Nessuno lo sa. Sarebbe interessante saperne di più. Entrando nel dettaglio delle testimonianze,  Agata Cusano di Alvignanello dichiarò di aver percepito, un pomeriggio di Febbraio 2019, dietro  ad alcuni cespugli nei pressi del Fiume Volturno uno strano sibilo sonoro accompagnato da  dei passi pesanti, luogo nel quale furono poi rinvenute nei giorni seguenti le orme tre ungulate. Inoltre almeno altri due testimoni oculari del posto, uno di Alvignanello e un altro di Ruviano (che in questa sede preferiamo non identificarli per motivi di privacy richiesta ma le cui identità  sono inserite nell’archivio di chi ha indagato) hanno  addirittura asserito di essere stati testimoni dell’osservazione diretta di  un criptoanimale vagante di grossa taglia, con fattezze canguromorfe, muso allungato e peluria squamosa,  di cui alcuni brandelli sarebbero stati addirittura rinvenuti imbrigliati tra alcuni rovi, nei boschi di Alvignanello, durante le sue numerose transizioni. Possibile? Ognuno è libero di farsi la propria idea. Importante però sapere che, a quanto ci viene detto, tutto ciò arriva da persone serie, lucide, ed estranee alle luci della ribalta. Perchè raccontare di essere stati testimoni di un fatto così eclatante e al limite se non fosse veramente accaduto? Su questo caso si sono esposte molte personalità del mondo scientifico che familiarizzano da tempo con la tematica tra cui  Sebastiano Di Gennaro, nato a Torre Annunziata e Docente di Chimica Organica Applicata e massimo esperto in Materia. Dopo un confronto con chi ha seguito il caso come ad esempio Vincenzo Tufano, Di Gennaro è arrivato alla conclusione che si tratta di  orme tridigitali ungulate, forse non proprio le stesse ma comunque somiglianti alle medesime rinvenute negli anni ’80 nei territori  del Nord Est dell’Italia, precisamente nel Polesine, seppur con alcune variazioni nelle descrizioni sui dettagli anatomici della presunta creatura. Il filone di studio che si occupa di catalogare questi avvistamenti è  ”La criptozoologia”. Con questo termine si sottintende  ”lo studio degli animali la cui esistenza è ipotizzata su basi indiziarie. Le ipotesi possono riguardare animali non conosciuti dalla scienza oppure l’esistenza attuale di animali già descritti, ma ritenuti estinti o la presenza di specie conosciute in un’area distante dai luoghi dove sono attestate”.

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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