Le professioni intellettuali pronte per le riforme del comparto e del Paese

di Marina Elvira Calderone

Marina Calderone presidente Nazionale Consulenti del Lavoro

 Il mondo delle professioni intellettuali ha raggiunto un ruolo primario nel sistema Paese divenendo un valore aggiunto per lo sviluppo economico e sociale dell’Italia.

 Le attività professionali non si rivolgono  solo ai cittadini ma sono continui i rapporti dei Consigli degli Ordini con le Istituzioni e la Pubblica Amministrazione per l’elaborazione e lo sviluppo di politiche attive a favore della collettività.  Ciò è dovuto soprattutto all’alta preparazione e specializzazione dei professionisti che operano sul territorio. La diffusione territoriale e la conoscenza delle diverse realtà economiche e produttive permette ai professionisti di fornire il loro apporto di proposizione sia a livello nazionale che a livello locale. Ed è ormai riconosciuto l’apporto delle professioni al buon andamento della vita amministrativa, politica ed economica della nazione. I singoli comparti professionali hanno contribuito, ognuno per le proprie specificità e caratterizzazioni, alla modernizzazione e all’introduzione di criteri di efficienza nell’attività delle pubbliche amministrazioni. La semplificazione amministrativa è uno dei temi su cui gli ordini professionali operano da tempo e per il cui raggiungimento i singoli iscritti effettuano costantemente ingenti investimenti in termini di allocazione di risorse umane ed economiche, senza per questo percepire alcuna forma di compenso a carico della finanza dello Stato.È importante ribadire il valore delle libere professioni intellettuali quale punto di riferimento privilegiato per il sistema economico e sociale nazionale e dell’Unione Europea che, con gli obiettivi previsti dalla Strategia di Lisbona, si è posta lo scopo di favorire la transizione verso un’economia competitiva e dinamica fondata sulla conoscenza e sulla specializzazione anche attraverso politiche coordinate di valorizzazione del capitale umano e della libera imprenditorialità. E nel contesto più ampio dell’Unione Europea i professionisti hanno imparato a rapportarsi con norme e politiche differenti riuscendo a garantire sempre servizi efficienti e di qualità; ormai anche il mercato delle libere professioni è un mercato integrato in senso europeo che si globalizza sempre più a livello mondiale. Per tale motivo gli Ordini professionali operano affinché i professionisti siano nelle condizioni di competere efficacemente nei confronti dei colleghi di altri paesi e delle multinazionali che aggrediscono sempre di più i mercati nazionali. Questo è il ruolo sociale delle professioni intellettuali in Italia confermato dai dati pubblicati nel Rapporto Cresme, commissionato dal CUP e presentato il 26 novembre scorso alla presenza di rappresentanti delle Istituzioni, della politica e del mondo delle professioni.
Il numero degli iscritti agli Albi professionali,  a cavallo tra il 2009 e il 2010, si attesta ad oltre 2 milioni e 108 mila professionisti, suddivisi tra 973 mila sanitari, 745 mila professionisti di area tecnica e 490 mila professionisti di area economico-sociale-giuridica.
Il peso delle professioni ordinistiche sull’economia italiana è di primaria importanza, anche e soprattutto in un periodo di crisi economica ed occupazionale del Paese. Gli oltre 2 milioni di professionisti iscritti agli Albi, nel 2008,  hanno mosso un volume d’affari complessivo nell’ordine di 196 miliardi di euro arrivando a garantire il 15,1% del PIL nazionale.Le professioni, inoltre, creano lavoro con un volume occupazionale dell’indotto pari complessivamente a quasi 2,15 milioni di unità, suddivisi tra circa 1 milione di dipendenti degli studi professionali (308 mila professionisti e 690 mila non professionisti) e 1,15 milioni di occupati nell’indotto allargato. Nel complesso, quindi, tra occupazione diretta (2,1 milioni) e indotto, il bacino occupazionale delle professioni è stimato in circa 3,9 milioni di posti di lavoro, pari al 15,9% dell’occupazione complessiva, con l’8,5% di occupazione diretta ed il 8,7% nell’indotto.
Il mondo delle professioni non vive certamente di assistenzialismo ed è ormai la scelta di lavoro e di vita di molti giovani laureati che vedono nell’esercizio della professione un giusto coronamento del percorso di studi affrontato ed un valido metodo di inserimento in un mercato del lavoro sempre più specialistico e concorrenziale.Questi dati sono sicuramente importanti e rappresentano la vitalità e la dinamicità di un mondo, quello delle professioni, che garantisce il proprio apporto e la propria professionalità a beneficio dei cittadini e dello Stato.
Le  professioni devono mandare, però, un messaggio forte alla politica e alle Istituzioni, dimostrando la loro unità interna, pronti ad assumersi la responsabilità di fare proposte per il miglioramento sia del sistema professionale che dell’intero Paese. Un primo importante passo, ma non di certo l’ultimo, è stato la consegna al Ministro della Giustizia Angelino Alfano di un documento condiviso da CUP e PAT con i principi che dovrebbero ispirare  la legge di riforma delle professioni.
I rappresentanti degli Ordini e Collegi  si sono dimostrati pronti a rinnovare il sistema, un rinnovamento che non si basi però sul depotenziamento del sistema ordinistico, come molti detrattori vorrebbero, ma punti su misure che valorizzino il ruolo economico, sociale ed occupazionale assunto nel Paese.Una riforma che deve interessare soprattutto alcune categorie, in primis i giovani, il futuro sia delle professioni che del Paese. Prevedere misure di welfare per i giovani professionisti, creare una rete tra professioni e mondo delle università e della formazione aiuterebbe a garantire un apporto ancora più forte sull’economia nazionale.

Sapersi sedere ad un tavolo, mettendo da parte gli interessi specifici e personali, per discutere di riforme strutturali è quello che ci chiedono i cittadini. E le professioni, conoscitrici del territorio e delle sue esigenze, sono pronte a confrontarsi con le Istituzioni, la società civile, le parti sociali per elaborare un vero piano di riforma del Paese.

 Marina Elvira Calderone

(www.cuorecritica.it)

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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