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L’ECO INTERNAZIONALE DELLE FOTO DENUNCIA DI GIOVANNI IZZO SUL DEGRADO E LA VIOLENZA CHE IMPERANO SUL LITORALE DOMIZIO, NON TENDE A DIMINUIRE ED ANZI, RIMBALZA TRA LE AULE UNIVERSITARIE ITALIANE ED INGLESI.

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Dalll’università di Bath alla ‘Federico II’ e dopo l’università ‘Suor Orsola Benincasa’  di nuovo nel Regno Unito, a Cambridge.

La prestigiosa Università inglese dedica un pomeriggio di studio e dibattito alle foto ed al video di Giovanni Izzo, che ha prepotentemente portato alla ribalta internazionale i problemi che per decenni erano stati volutamente accantonati dalle istituzioni: camorra, mafia nigeriana, prostituzione, droga, abusivismo edilizio… Tutto è stato portato alla luce dagli scatti di Giovanni Izzo che ha continuato imperterrito a denunciare, raccontando le persone vittime delle situazioni di violenza e del territorio martoriato dall’indifferenza.

Il suo ‘grido’ di aiuto è stato raccolto da documentari televisivi, da testate nazionali ed internazionali (il mese scorso il Corriere della Sera ha dedicato l’inserto ‘La lettura’ al suo lavoro); firme del giornalismo d’inchiesta hanno dato voce alle sue immagini.

All’università di Cambridge parte oggi un convegno di due giorni sul tema ‘Crimine organizzato e vita di ogni giorno: suoni e immagini dalla strada’.  Nel pomeriggio odierno si avrà modo di approfondire la tematica durante la proiezione di ‘The Domitiana’ di Izzo. L’organizzazione dell’evento è stata curata da Magda Maszczynska, che ha conosciuto Izzo a Bath e gli ha subito chiesto, di presentare il lavoro agli studenti di Cambridge.

Felia Allum, studiosa del fenomeno mafia, aveva voluto ad ogni costo il lavoro di Giovanni Izzo a Bath perché avesse la dovuta risonanza ed a quanto pare aveva ragione perché, da quel momento, si continua a parlare del ‘fenomeno Domiziana’. A proposito del video, ella scrive:

‘In questo video Giovanni Izzo ci porta in un viaggio inquietante e stimolante lungo la Domiziana. La Domiziana è una strada costruita dai Romani che collega Pozzuoli al Lazio,  attraversa due fiumi, costeggia il mare, attraversa molti paesi, città e borghi di una strada importante.Un tempo era piena di fascino locale, bellezza naturale e importanza archeologica. Oggi si è ridotta ad essere un enorme bordello all’aperto, una discarica a testamento del degrado urbano.

Le foto in bianco /nero di Izzo narrano la storia potente del mondo, dove si incontrano la prostituzione, i tossici, palazzi pericolosi, immigrazione illegale, la malavita africana, la Camorra, le attività di corruzione, sofferenza endemica e povertà. Racconta queste storie con onestà e tristezza ma costringe tutti a pensare al nostro ruolo nella società‘.

Stefania Anzelmo, docente di Storia dell’Arte, invece, sull’artista Izzo scrive:

‘Il lavoro di Giovanni Izzo è profondamente civile e politico: allontanandosi dal sensazionalismo mass mediologico e dalla retorica buonista, è pura documentazione, è narrazione che diventa impegno umano. Un fotografo dunque che non si nasconde dietro la sua macchina ma che anzi la usa come strumento di dialogo e di introspezione, con il riguardo e l’umiltà necessaria e per incontrare e lasciarsi incontrare, nel rispetto delle differenze e alla ricerca delle similarità.

L’uso del bianco/nero è da sempre il suo campo di specializzazione e la sua formazione, corredata da esperienze pittoriche a contatto con i grandi maestri, ha reso le sue pose, i suoi toni, caldi e sfumati, le sue inquadrature degli inconfondibili capolavori.

Considerato oggi uno dei maggiori fotografi italiani, egli ci restituisce una documentazione imponente, umana, delicata, compassionevole, ma che -allo stesso tempo- non concede tregua: Izzo interroga e tenta di raccontare l’umano. Le sue fotografie sono un coro di sogni, delusioni, rabbia, felicità, stupore, lacrime e gioia’.

Della Domiziana si parlerà ancora nelle aule universitarie: a Settembre il lavoro di Giovanni Izzo sarà parte integrante dei corsi di studio all’Università Americana ‘John Cabot’.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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