Ma parla come t’ha fatto mà mmeta
Ormai è ufficiale: la cialtroneria linguistica e il servilismo ideologico sono entrati nelle istituzioni. L’ultima: un manifesto del Ministero della Difesa, sfidando coraggiosamente e impudentemente il ridicolo, recita – scusate la volgarità –: Be cool and join the Navy, per invitare i giovani ad arruolarsi nella Marina Militare. Quella italiana, sia chiaro, non quella americana. E presenta la foto di una ragazza a braccia conserte in atteggiamento tutto americaneggiante, con il viso sporco di grasso e con in mano una chiave da meccanico. Una foto e una scritta che buttano all’aria tutta la tradizione marinara italiana, dalla flotta dell’Impero Romano a Colombo, dalle Repubbliche Marinare a Vespucci.
Non sono piú solo i giornalisti alla Sever gnini con i suoi Italians, i commercianti che non gestiscono piú negozi ma stores, i ciabattini che non vendono scarpe ma shoes, i programmi televisivi che non danno notizie ma news e non trasmettono spettacoli ma show, né film, ma movies. Ora ci sono le istituzioni e la gazzetta ufficiale a normalizzare e ufficializzare il piú cialtronesco provincialismo. Prima con le famose tre I berlusconiane poi con l’inglesizzante renzismo (Renzi: «Clicca Mi Piace e ricevi tutte le news sul tuo wall!»). E con il presidente del Consiglio che non è piú “presidente†ma premier.
Verrebbe voglia di dire «Parla come t’ha fatto mà mmeta», come si diceva al mio paese a chi cercava di ostentare una lingua che non era la sua e un atteggiamento snob tale da manifestare, anziché occultare il suo cialtronesco provincialismo.
Ma tant’è: ci siamo ridotti a ostentare il cool della Marina.
Amerigo Iannacone
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