MARIA VALTORTA – MISTICA

 

MariaValtorta

di Paolo Pozzuoli

Meritano approfondimento e riflessione le parole pronunciate da don Franco Galeone all’omelia tenuta nel pieno della celebrazione eucaristica nella ricorrenza della II domenica di quaresima. Parole con le quali ha messo in guardia i fedeli a stare lontano dai falsi profeti che si materializzano sotto le spoglie di maghi, cartomanti, fattucchiere, santoni, guaritori, ritenuti purtroppo da tanta gente più attuali e credibili della Parola del Vangelo. Parole con le quali ha ammonito i presenti a non cadere in tentazione partecipando a pratiche da un inveterato denominatore pagano (fede e superstizione sono inversamente proporzionati), a non cercare fra le righe dell’oroscopo l’input determinante a risolvere ogni problema, ad essere molto prudenti con le apparizioni miracolose, con le madonne che lacrimano e sudano sangue. Parole con le quali ha preso le distanze da talune correnti di pensiero che fondano il loro principio sulla tesaurizzazione dei Santi e, nel suo modo di essere sacerdote, senza tanti giri di parola, mezzi termini e/o sotterfugi che dir si voglia, ha teorizzato la dismissione degli incommensurabili tesori di rara bellezza e fattura che sotto l’aspetto del bello impreziosiscono le chiese, per fronteggiare, sostenere e venire incontro alle esigenze vitali dei poveri, dei  bisognosi, degli emarginati. Merita approfondimento e riflessione il pensiero espresso da un eminentissimo cardinale sulle creature che portano i segni delle stimmate “in Vaticano non c’è nessuno che sappia analizzare, pronunciarsi, spiegare, gli stigmatizzati”, in particolare, su Teresa Musco, il cui iter per la beatificazione, sostenuto dal padre spirituale, don Franco Amico, è più duro di una corsa ad ostacoli.

Meritano approfondimento e riflessione le parole pronunciate per inciso su Teresa Musco ‘i vescovi vogliono rallentare il cammino per portarla agli onori dell’altare, lei, la stimmatizzata votata a Cristo, che ha sofferto e subito le violenze del demonio’ giovedì scorso presso il Santuario di Leporano da don Luigi Maria Marone.

Meritano approfondimento e riflessione i raduni oceanici – addirittura è stato scritto di una ‘Napoli in delirio’ – motivati dalla presenza di Mirjana Dragicevic-Soldo, sposata e madre di due bambini, la veggente di Medjugorje che riferisce i messaggi ricevuti dalla Madonna durante l’apparizione.

Meritano approfondimento e riflessione le parole con le quali don Giovanni Gionti, dopo un incontro a S. Giovanni Rotondo con un gruppo di preghiera toscano, di Firenze, che si ispira a Maria Valtorta, casertana di nascita, ha esortato ad evidenziarne il forte impegno cristiano in costanza di una sofferta vita terrena.

Bene! Non possiamo però non riferire gli ‘eventi’ – di alcuni ne siamo stati testimoni ed il ricordo è ancora vivo sicché ogni e qualsiasi motivo riferibile ad autosuggestione e/o altro è da escludere tassativamente – legati ad un commerciante a posto fisso, sposato e padre di due figli, e del suo vissuto particolarmente sofferto durante il periodo della quaresima, in particolare nella giornata del venerdì santo, passata in casa (… qui, visibile a tutti, c’era un Crocifisso di modeste dimensioni che trasudava olio profumato), a letto, in estasi, pronunciando parole in una lingua incomprensibile, forse aramaico (… al Santuario di Leporano, un pomeriggio del mese di giugno di 4/5 anni fa, sempre in estasi, ha riferito – e la voce ‘era’ di san Padre Pio – un messaggio della Madonna), il corpo piagato con fuoriuscita di sangue che improvvisamente si arrestava al risveglio, verso le ore 15, quando cominciavano a scomparire anche altri ‘segni’ impressi.

È altresì nota, in un territorio ben circoscritto, la storia di un ragazzo – oggi uomo di successo – passato dalle piccole offerte in danaro ricevute da uno stuolo incredibile di gente attratto dalle sue ‘visioni’ ai fondi concessi da alcune amministrazioni comunali per le case famiglia realizzate, fondi che, a volte, sono serviti per assicurare uno stipendio ai rampolli di taluni consiglieri.

Tutti questi pensieri, tutti questi temi paradigmatici e gli esempi citati non sembrano come sono. Forti ma non impossibili, pur mettendo a dura prova la nostra vita terrena, il nostro vivere quotidiano, ci spingono a trovare conforto nella fede (… che, ‘quando viene meno, la nostra vita diventa un contenitore stupido e pericoloso’) e ristoro nelle pagine del Vangelo, ‘una forte lezione di spiritualità’, la cui Parola, unico rifugio sicuro per l’essere umano, va letta, meditata, osservata e messa in pratica nella quotidianità non essendosi mai prestata – oggi come più di duemila anni fa e lo sarà fino alla fine dei secoli – ad interpretazioni di comodo.

Poco nota, nonostante ricordata con la targa ‘Maria Valtorta XIX XX Sec. Mistica’ apposta sul ‘VICOLO II’ di Via G. Verdi, fra i civici 41 e 43 non ha avuto l’eco sperata, la storia di Maria Valtorta cominciata proprio qui, a Caserta 115 anni fa con la nascita, il 14 marzo 1897, ed il sacramento del battesimo che le fu impartito presso la Parrocchia di S. Vitaliano. La sua vita terrena è stata ‘una storia d’amore e d’amicizia’ nata con la lettura, all’età di 12 anni, della vita di Teresa di Lisieux (Santa Teresa del Bambino Gesù), tutta dedicata ovvero offerta a Gesù, Amore Misericordioso, ed ancora come vittima di espiazione per i peccati degli uomini. Una vita duramente provata e segnata, appena ventitreenne,  da un grave incidente che ne minò il fisico al punto da rimanere allettata per oltre 27 anni, assistita da una giovane orfana, Marta Diciotti, che ne divenne fedele amica e preziosa confidente. Quel corpo minato, sofferente, veniva dominato da una immensa fede e dall’amore per Cristo che, in uno alle visioni, alle profezie, ai messaggi, riportava con dovizia di particolari (c’è stato chi, a conoscenza delle sue condizioni fisiche, è rimasto colpito dalla descrizione minuziosa di fatti ed ambienti che esulavano dalle sue possibilità) nelle migliaia e migliaia di pagine che personalmente scriveva. Quaderni ed opere – impressionante il numero – la cui lettura è di grande beneficio per le anime, ‘un nutrimento spirituale insostituibile’. Ciononostante, l’Opera di Maria Valtorta, ‘anima mistica e poetica’, osteggiata per motivi disciplinari dal Sant’Uffizio e condannata “al fine di neutralizzare i danni che tale pubblicazione può arrecare ai fedeli più sprovveduti” non ebbe l’OK per essere stampata e divulgata. Un successivo parere, altrettanto qualificato, consentì la lettura dell’opera a ‘tutti i cattolici – senza distinzione – così come sta”, ovvero “alla sola condizione che non venga ritenuta di origine soprannaturale”. Insomma, “i lettori cattolici non devono credere che essa sia rivelata fino a quando non lo dirà l’autorità ecclesiastica ”. Il 12 ottobre 1961, a Viareggio, quando ‘finì di soffrire continuando però ad amare’, a coloro che ne venerarono la salma prima della sepoltura, non sfuggì il candore della mano destra che Maria autodefinì ‘penna del Signore’. Il 2 luglio 1973, dal Camposanto della Misericordia in Viareggio, i resti mortali di Maria Valtorta furono traslati a Firenze nel Chiostro grande della Basilica della SS. Annunziata. Recentemente, l’iter per il processo di beatificazione iniziato dall’Ordine dei Servi di Maria dove Maria Valtorta era entrata a far parte del Terz’Ordine si è bloccato sul nascere. Proprio come Teresa Musco, tanti anni dopo.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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