Se provate a porre questa domanda ai genitori italiani le risposte che vi daranno sono quasi certamente tali da escludere loro responsabilità.

Ma se date un’occhiata al Rapporto nazionale Ocse-Pisa 2003 sul livello di competenze dei quindicenni nei paesi sviluppati, vi renderete conto che quando in famiglia non nascono piccoli geni, ma neanche normali futuri adulti che sanno far di conto, la colpa è principalmente, se non esclusivamente di mamma e papà.

Non solo: ma questa colpa, nei modi che spiegheremo tra poco, è addirittura più grave se si considera che i bambini con alte competenze in matematica hanno anche maggiore autostima, meno ansia, più autoefficacia e sono più interessati alle materie scientifiche. In una parola  per loro si apre un futuro migliore.

Ma c’è un modo per far piacere la matematica ai bambini? Ed i genitori possono adottarlo anche se loro stessi non hanno grande dimestichezza con i numeri? La risposta è si e si basa su 6 semplici consigli che qualunque genitore anche meno matematicamente dotato può adottare.

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I bambini italiani e la matematica

I ragazzi italiani non sono in cima alla classifica delle competenze matematiche nche se negli ultimi anni hanno recuperato posizioni, ma hanno una percezione migliore della media Ocse sull’utilità della matematica, sulla capacità della scuola di insegnarla, e soffrono meno le differenze sociali esterne; imparano cioè  a prescindere se provengono da una famiglia ricca o povera.

Lì dove le differenze si manifestano, invece, sono proprio nelle condizioni di contesto familiare. Se cioè sono ragazzi che vivono dove si parla  dialetto (nell’8%  delle famiglie), o se i genitori sono  con un basso livello di istruzione o con situazioni difficili o carenti dal punto di vista dell’occupazione, i ragazzi imparano meno matematica e ne sanno anche meno.

Laddove invece  i genitori hanno istruzione maggiore, un lavoro stabile, ed in casa si parla italiano, i ragazzi  hanno   più competenze matematiche, più autostima, meno ansia e più fiducia nell’affrontare incognite o difficoltà.

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Le regole per far piacere la matematica ai bambini

Ma allora il problema non è la scuola o l’intelligenza dei bambini (che comunque un ruolo certamente ce l’hanno) ma sono i genitori. Ecco dunque  l’utilità di tale 5 piccoli consigli per i genitori che possono aiutare i  bambini ad amare e ad imparare la matematica.

Li ha elaborati Carlo Tomassetto, docente di psicologia dello sviluppo e dell’educazione dell’Università di Bologna , relatore anche al Festival “Fin da piccoli”, organizzato a Trieste per fare il punto sui modi migliori di superare il rifiuto dei numeri da parte dei bambini .

Secondo lo psicologo i modi per favorire l’amore per la matematica e le scienze sono 5 e andrebbero elaborati fin da piccoli. Eccoli:

Differenze tra maschi e femmine– Uno degli errori più frequenti commessi dai genitori è ritenere che i maschi siano più dotati delle femmine di fronte ai numeri e di conseguenza  investono più sui bambini che sulle bambini. I risultati lo confermano: in Italia  sono i maschi i più competenti. I genitori devono invece abbandonare l’idea di questa naturale predisposizione e ricordare che bambini e bambine di fronte ai numeri hanno uguali potenzialità. All’estero, laddove ciò avviene  i dati lo dimostrano: le ragazze orientali infatti hanno  risultati più brillanti dei coetanei maschi.

  1. Stimolare l’autostima matematica– I genitori devono far credere ai bambini che possono eccellere in matematica ed in generale dei campi scientifici a prescindere dal sesso. Il chè significa imparare fin dai giochi  di ruolo in casa  che si fanno  da piccoli, che l’ingegnere, il dottore o il pilota non sono necessariamente figure maschili e l’infermiera,  la maestra, e la sarta non sono necessariamente femminili.
  2. Esempi personali – Mai raccontare ad  figlio che da piccoli  il papà o la mamma erano delle schiappe in matematica. L’atteggiamento dei bambini dipende molto dall’esempio dei genitori. Dire che il papà o la mamma erano negati per la matematica potrebbe   essere percepito dai bambini come una auto convinzione o autoassoluzione che possono esserlo anche loro.E favorire la pigrizia mentale.
  3. L’incapacità  matematica vera è molto rara- Si chiama discalculiaed è la dimostrata incapacità di manggiare i numeri per condizioni intrinseche del bambini. Ebbene i genitori devono sapere che nel 98% dei casi  le difficoltà matematiche dei bambini sono solo apparenti. La discalculia colpisce infatti non più del 2% dei casi.
  4. I bambini pensano diversamente – I genitori non devono pensare che il bambino poichè  piccolo ha minori quantità di pensiero sviluppabile, Il bambino non pensa meno ma diversamente dall’adulto. Per questo motivo occorre trovare il linguaggio giusto per parlargli di matematica; per esempio includendola nel gioco, nell’esperienza, nell’osservazione dei fenomeni naturali.
  5. Il ruolo dell’esperienza – La conoscenza della matematica non deve cadere dall’alto,  ma deve venire dal basso, dall’esperienza quotidiana. Bisogna partire dall’utilità dei numeri nella vita reale e sfruttare la curiosità dei bambini.  Dire ad un bambino che può avere 3 caramelle ma le guadegnerà una alla volta,  se  aiuta ad apparecchiare la tavola, guadagna  la prima, se si siede composto la prima e la seconda e se mangia con la bocca chiusa  la prima, la seconda e la terza, non è solo una lezione di galateo ma anche un modo  imparare addizioni  o, in caso contrario, sottrazioni.