Monti Tifatini-Cave, che catastrofe!!!

Al Ministro dell’Ambiente, on. Andrea Orlando

Ai Parlamentari Caserta 2

Ai Consiglieri Regionali della Campania

Ai Sindaci e Consigli Comunali di Caserta e Maddaloni

Alla stampa

                La corta visione politica e la scarsa sensibilità ambientale degli amministratori locali ci impongono ancora una volta di evidenziare il caso delle cave, che da decenni stanno distruggendo i Monti Tifatini nell’area casertana. Sotto gli occhi distratti e collusi delle classi dirigenti territoriali si sta perpetrando un vero e proprio dissesto idrogeologico, anche con gravi danni sulla salute delle popolazioni.

                Per queste ragioni chiediamo alle più alte autorità dello Stato e della Regione di  fermare questa folle corsa verso la distruzione dell‘eco-sistema in una delle aree a più alta densità urbana e produttiva. A questo punto occorre un intervento autorevole per fermare questo scempio assurdo e vergognoso, nel pieno rispetto delle regole e delle prerogative istituzionali, anche in base al principio della sussidiarietà e dell’etica della responsabilità nell’uso e gestione dei beni pubblici.

                Negli anni scorsi più volte è stato riproposto con forza all’attenzione dell’opinione pubblica uno degli scandali più evidenti: la devastazione ambientale delle cave. Continua un’ opera di escavazione e distruzione ecologica, che ha già prodotto una situazione di dissesto idro-geologico per molti versi irreversibile. Un incredibile silenzio, accompagnato da disattenzione (o per meglio dire connivenza), caratterizza le istituzioni locali fino a quelle culturali ed educative, che rimangono inerti e “distratte”  di fronte a questo immane scempio, in una situazione di incompatibilità tra il costruendo Policlinico e la persistenza di industrie insalubri in un territorio distrutto dalle cave, dai cementifici e dall’illegalità – come è stato sottolineato in modo autorevole.

                Tra l’altro, come hanno messo bene in evidenza alcune indagini (come quella dei giudici Donato Ceglie e Paolo Albano), è proprio dalle attività estrattive e dalla lavorazione del calcestruzzo che prende corpo uno dei filoni più redditizi dell’economia criminale e camorrista. Ricordiamo che alcuni anni fa il Vescovo Nogaro denunciò con forza lo scandalo delle cave. Purtroppo è rimasto isolato ed inascoltato (anche dalla stampa locale). Invece è arrivato il momento di ribellarsi e di indignarsi per lanciare un appello in primo luogo alle massime autorità istituzionali (dal Presidente della Provincia fino ai sindaci di Caserta e Maddaloni): cosa  aspettano ad intervenire prima che avvenga qualche altro disastro per poi gridare alla fatalità naturale!

                Ed i vari intellettuali casertani, alcuni di fama nazionale, tante altre persone di cultura sempre pronte ad intervenire su tante questioni (e purtroppo è anche il caso di tanta stampa locale, a partire dal più diffuso quotidiano): perché tacciono su un tema di vitale importanza per tutti; perché non scendono in campo per fermare questo disastro così devastante per l’ecosistema in cui viviamo e per la salute dei cittadini?

                Lo stesso richiamo vale anche per le associazioni di promozione sociale e del terzo settore (laiche e cattoliche), per tutte le forze politiche, per le organizzazioni imprenditoriali e sindacali. Ci permettiamo di osservare che a nessuno può essere consentito di barattare un bene primario come l’ambiente in cui viviamo, con la giusta difesa del diritto al lavoro ed al salario. Al riguardo, come è avvenuto in tante altre realtà, si possono

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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