NAPOLI –Sei paracadutisti campani nella tragedia di 40 anni fa. Commemorazione alla Brigata Folgore

 

 

di  Nunzio De Pinto

 Il 9 novembre 1971 è una data che rimarrà per sempre indelebile nella Storia del paracadutismo militare italiano e del nostro Paese, perché scritta con il sangue di tanti giovani di appena venti anni tutti paracadutisti di leva in forza alla Brigata “Folgore”. Quel 9 novembre di quaranta anni fa, 46 giovani militari di leva, volontari nelle aviotruppe della Folgore, perirono inabissandosi con il loro aereo al largo della Meloria. Tra questi sei parà erano campani (tre di Napoli), ma tutti loro si sentivano fratelli e come tali vanno ricordati, al di la di ogni campanilismo o regionalismo. Questa mattina saranno ricordati nel corso di una cerimonia a Livorno sede della Brigata “Folgore”. Era una esercitazione militare, effettuata in cooperazione tra l’Aeronautica militare italiana e l’Aeronautica militare inglese, che avrebbe dovuto condurre i parà della Folgore in Sardegna, quando uno dei dieci velivoli “Hercules C 130” britannici, in codice chiamato “Gesso 4”, si inabissava nelle acque prospicienti lo scoglio della Meloria, nel golfo di Livorno. Nell’immane tragedia perdevano la vita 44 giovani militari di leva, volontari paracadutisti, e due sottufficiali in servizio permanente, tutti appartenenti alla 6^ Compagnia “Grifi” del II Battaglione Tarquinia, ora 187° Reggimento e sei membri dell’equipaggio britannico. Fu il più grave lutto della Folgore dal dopoguerra ad oggi. Tutta l’Italia si strinse con profondo affetto e cordoglio alla Folgore, piangendo i suoi giovani figli perduti. Durante le operazioni subacquee di recupero delle salme, un altro paracadutista perse la vita. Si trattava del Serg.Magg. Incursore Giannino Caria, dell’allora IX° Battaglione Sabotatori Paracadutisti, al quale verrà attribuita la Medaglia d’Oro al Valor Civile. Sul luogo dell’inabissamento dell’aereo è stata collocata circa dieci anni orsono una stele di 670 kg. in onore delle vittime. Ricordare i nomi di questi giovanissimi figli d’Italia, che, con la loro prematura scomparsa, hanno dimostrato che il paracadutista italiano anche in tempo di pace è sempre pronto al sacrificio supremo, degni eredi della stirpe degli Eroi di El Alamein, è un dovere per noi tutti, ed un popolo che dimentica i suoi morti è destinato all’oblio eterno: S.Ten. P.M. Magnaghi; S.Ten. E.Borghesan; Mar.Ca. G.Augello; Serg.Magg. C. Celozzi; C.le Magg. C. Colombini; C.le M. Benericetti; C.le S. Bolzoni; C.le G. Ianni; C.le P. Interrante; C.le S. Licori; C.le F. Vantaggiato ed i Paracadutisti: L. Angelini; E. Carta; M. Carasi; A. Ciappellano; A. Deianna; V. De Marco; L. Del Lago; U. De Mitri; P. Dessi; Paolo Donnarumma di Altavilla Irpina (Av); D. Dal Zotto; A. De Vito; Antonio D’Alessandro di Nocera Inferiore (SA); G. Di Natale; F. Dall’Asta; M. Ferrari; G. Facchetti; C. Frasson; S. Fumosa; W. Furgeri; R. Fracassetti; Rocco Giannattasio di Solfora (Av); B. Guidorzi; G. Guarnirei; A. Ginex; A. Gilioli; Roberto Liuzzi di Napoli; Giovanni Giannini di Napoli – quartiere di Bagnoli; C.le Antonio Fiumara di Napoli; D.Matelli; R.Morganti; E.Quarti; S.Sabatini; L.Torsello.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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